Ieri i giornali raccontavano di un Ganni Letta, il cardinale degli affari e della politica, in daffaratissimo alla vigilia delle nomine Rai. Come se i risultati già ottenuti tramite l'ex socio Salvini non fossero bastati a saziare gli appetiti del suo padrone, il Cavaliere. Non è bastata la nomina della Casellati alla presidenza del Senato - solo a leggere il suo curriculum e le sue dichiarazione pro Cav. e contro i nemici del Cav, specie nella magistratura, avrebbe dovuto far desistere chiunque dal candidarla e poi farla eleggere; e non è bastata neanche la nomina di Barachini - giornalista, dipendente Mediaset, che negli ultimi anni in Forza Italia si occupava delle 'presenze' televisive del Cav - alla presidenza della Commissione di Vigilanza sulla Rai; il Cav ha preteso altro dal suo ex alleato ed ho intimato al cardinale degli affari: muoviti!
E Letta prontamente si è dato da fare ed, in cambio dei voti in Commissione per la ratifica della nomina dei vertici Rai, ha ottenuto quel che voleva, profittando della nomina a chiunque indigesta della Bianchi Clerici, la ben nota 'soldatessa della Lega'. Puazzando alla presidneza un giornalista di valore che proviene dalla redazione del Giornale, Marcello Foa.
Un simile risultato ci ha fatto venite in mente che già in passato, ma durante un governo Berlusconi, a Letta era uscito una altro colpo, anche allora quello della nomina del presidente Rai, candidando e facendo eleggere Paolo Garimberti, vice direttore di Repubblica, certamente non dello schieramento politico di Letta, ma come Letta frequentatore del medesimo salotto di via Condotti, quello di Battistoni, in seno al quale nacque quella candidatura. Che passò senza infamia e senza lode da Viale Mazzini. certo sempre meglio della Bianchi Clerici ed anche di altri nomi circolati, non c'è paragone, Marcello Foa è un signor giornalista.
Ma sconvolge il fatto che fra i due litiganti del governo, anche sulle nomine, debba averla vinta un terzo 'incomodo', ancora lui, il cardinale della politica e degli affari, Gianni Letta.
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