In occasione della partecipazione dell'Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani, anzi delle Orchestre ( sinfonica, barocca e jazz), al Festival di Spoleto 2018, sia nella formazione al completo che in gruppi cameristici, per i Concerti di Mezzogiorno (ma potremmo anche citare l'analogo caso dei migliori allievi del Conservatorio perugino per i Concerti serali), abbiamo voluto riproporre nei post precedenti, due scritti che pubblicammo su Music@ nel 2012, in occasione di una delle rarissime uscite di tali complessi, che ora sono stati affidati alle mani, più imprenditoriali, di Paolo Rotili, direttore del Conservatorio di Latina.
Detto fra parentesi ci pare eccessivo il costo del biglietto unico a Spoleto: 25 Euro, superiore anche a quello di alcuni settori, più economici, dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, in stagione. La ragione di tale scelta deriva dalla convinzione sciagurata che un prodotto per essere considerato di qualità deve costare, forse per la musica si dovrebbe adottare diversa logica.
Comunque l'Orchestra dei Conservatori non ha mai avuto vita facile, come ci risulta dalle notizie in nostro possesso negli anni in cui ce ne siamo occupati direttamente per la rivista Music@.
Franco Piersanti che con quella orchestra aveva lavorato, ci fece avere un suo parere. Ottimi elementi, scrisse convinto, ma quale futuro può avere un complesso non stabile che si riunisce saltuariamente e solo per occasioni in cui la musica funge da accompagnamento di eventi di tutt'altra natura? E come può migliorare se non ha l'opportunità di un lavoro d'insieme regolare?
Medesime lagnanze manifestava anche Luigina Battisti che ad una di quelle orchestre aveva preso parte, come ne scrisse su Music@ (leggere post precedente)
E noi aggiungiamo che senza una guida stabile ed un lavoro che abbia regolarità l'Orchestra non va da nessuna parte.
Ora apprendiamo che di Orchestre dei Conservatori ve ne sono addirittura tre, ed i problemi non sembrano risolti, anzi triplicati.
Rotili ha dimostrato negli anni alla direzione del Conservatorio di Latina di essere un bravo amministratore ed organizzatore, capace di assumere anche iniziative di qualità. Ma viene da chiedersi se non abbia, per la scarsa considerazione che il Ministero ha della musica, le mani legate e i fondi ridotti al lumicino.
E poi, ma questo non vale solo per la partecipazione dell'Orchestra al Festival di Spoleto, perché si deve fare un favore a Giorgio Ferrara, riempiendo l'intera programmazione dei concerti? Che ne viene ai giovani musicisti, magari sballottati da un posto all'altro senza neanche troppi riguardi - tanto sono giovani, così pensavano in passato gli organizzatori che tenevano i partecipanti all'orchestra a panini e gazzose e li facevano lavorare in situazioni e con orari decisamente disagiati?
L'Orchestra potrebbe - anzi dovrebbe,senza ombra di dubbio - avere una sua programmazione regolare,non saltuaria, ed intanto contribuire al perfezionamento in orchestra dei giovani, offrendo infine anche una prospettiva concreta per il loro futuro professionale. Altrimenti che cosa ce ne facciamo dei tanti diplomati dei nostri numerosi conservatori, fra i quali ci sono anche fuoriclasse? Non possiamo tenere aperti tutti i nostri conservatori per quella decina, se pure, di giovani musicisti per i quali sono aperte le rare porte della professione. In Italia.
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