Che ad ogni cambio di forze di governo in Rai perfino il cavallo di Viale Mazzini si faccia girare i c... è cosa nota. E che ad ogni piano, specie nelle stanze di quelli che contano, ogni volta ci sia aria di smobilitamento ed in molti casi - come si teme ora - di vera e propria epurazione, anche questo è ben noto. Tant'è - dicono in tanti- che si vedono già alcuni fuggire a gambe levate. E portano gli esempi che però sembrerebbero tutti sbagliati. Perché la vera epurazione e le fughe conseguenti hanno ancora da venire con il Governo del cambiamento che metterà fine a' raccomandati e parassiti', facendo largo a deficienti o, nella migliore delle ipotesi, a incapaci ed amici di amici. Perché, sia chiaro, per sedere alle poltrone dei piani alti di Viale Mazzini, non occorre essere professionisti in grado di reggere gli impegni e le responsabilità degli incarichi, è sufficiente essere amici degli amici dei capi o amici direttamente dei capi medesimi - e sarebbe meglio ancora - che in questo caso sarebbero i due scienziati Salvini e Di Maio.
Sia chiaro che Tria non c'entra, e non c'entra neppure Conte: il primo perché gli frega assai di certe nomine (lui tiene praticamente solo a quelle economiche e giustamente, perché non vuole fare per colpa di altri la figura dello scemo; come invece è accaduto, per sua colpa, alla sottosegretaria Grilli alla quale hanno riso in faccia perché non sapeva di che parlava alla Commissione Bilancio); il secondo perché attende per parlare che l'autorizzino i due, e dunque di ciò che dice non importa quasi a nessuno, se hanno già parlato i due, e di quello che pensa ugualmente non importa a nessuno, anche perchè nessuno lo sa.
I dirigenti Rai che avrebbero guadagnato a volo l'uscita girevole sarebbero per ora tre: Greco, Romagnoli e Morgante . Ma nessuno dei tre fugge perchè inseguito dai due. Ci spieghiamo .
Greco, che si era fatto valere ad Agorà, poi sostituito al momento di andare a dirigere i canali radio Rai, è stato ulteriormente premiato e attirato con i soldi e con un incarico di maggior prestigio - ammesso che gli lascino fare quel che certamente sa fare - da Mediaset, dove va a diriger il Tg4. E dalla Rai è andato via prima ancora che i due barbari manifestassero le loro volontà distruttrici e le mire occupazioniste, soprattutto le seconde, a guardare le ultime dichiarazioni relative alle spartizioni: fifty fifty
Romagnoli, chiamato da Repubblica - il giornale-partito dal quale Campo Dall'Orto ha attinto per molti incarichi, anche quando avrebbe potuto rivolgersi altrove, e tanti ancora ne mantiene in Rai, compresi alcuni di età da patriarchi biblici- per guidare Rai Sport, ha fatto evidentemente flop, non ha mai avuto un buon rapporto con la redazione che da tempo l'ha sfiduciato, e poi è quasi giunto al termine del suo mandato. Dunque nessuna fuga, ma un meritato ritiro in buon ordine, dopo aver diretto Rai sport senza infamia né lode.
Morgante, l'eroe della TGR - la più grande redazione Rai che riunisce i giornalisti di tutte le sedi regionali, abbandona senza aver lasciato nessun segno del suo passaggio, come invece avrebbe potuto dalla sua poltrona di direttore, abbandona un esercito di giornalisti, per andare a dirigere TV2000, la Tv del Vaticano, da dove è stato richiamato, direttamente in Vaticano, Ruffini ( ex Rai Tre, ex La 7), il figlio del cardinale o del ministro Dc, tanto fa lo stesso.
Di Morgante nessuno potrà però dimenticare la grande innovazione, anzi rivoluzione che ha segnato il suo passaggio dalla direzione della TGR. State a sentire e giudicate voi se non si meritava una promozione religiosa.
Edizione delle 19.30 della TGR Lazio (ed immaginiamo che la rivoluzione abbia coinvolto tutte le sedi regionali). L'edizione più importante. Parte la sigla, indimenticabile, si ode subito la voce del giornalista la cui sagoma si vede solo successivamente, quando si piazza direttamente davanti alla telecamera che lo riprende a figura intera. La rivoluzione viene ora. A metà lettura dei titoli la telecamera, che lo inquadra non è più quella che gli sta davanti ma quella laterale, di destra; lo inquadra perciò di fianco priam ancor che il giornalista si volga anche lui a destra, a favor di telecamera, per proseguire nella lettura dei titoli, finiti i quali parte il primo servizio. Alla fine del primo servizio e per tutto il resto del TGR, vediamo il giornalista seduto alla scrivania come qualunque banale telegiotnalista.
Per questa evidente rivoluzione che ha segnato la storia dei Tg Rai, Morgante, prima ancora di finire a Tv 2000, promosso, ha ricevuto il 'Premio Agnes per il giornalismo' , con la seguente motivazione: 'per aver fatto girare di 90° il giornalista, e di 360° le balle dei telespettatori'.
Comunque nei suoi TG sono state introdotte altre recenti novità: da mesi non si parla più nè di monnezza a Roma, nè di buche, eccetto il caso, trattato comunque per rispetto della privacy (della sindaca) con grande parsimonia' e 'rapidi tratti', di gravi incidenti.
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