Quanto ad inopportunità, il programma del Concerto dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai di retta da James Conlon, confezionato dal suo attuale direttore artistico, Cesare Mazzonis, e che Rai 1 sta trasmettendo in questi minuti dal Quirinale, in occasione della festa della Repubblica, se anche non supererà uno di qualche anno fa, diretto da Gianluigi Gelmetti, nel quale veniva eseguita, previa pratica degli scongiuri da parte dei presenti nel cortile del palazzo presidenziale, anche la raveliana Pavane pour une infant défunte - non proprio di buon auspicio per una Repubblica in fondo ancora giovane - certamente non è da meno, quanto ad inopportunità.
Nella seconda parte s'è scelto di eseguire il Triplo Concerto di Beethoven, chiamando a collaborare con l'Orchestra tre generazioni di notissimi musicisti italiani( Accardo,Brunello,Rana) aggiungendo un elemento di interesse maggiore al notissimo concerto beethoveniano; ma nella prima, dedicata esclusivamente a Giuseppe Verdi, Mazzonis ha optato per tre brani da sue opere, del tutto o quasi sconosciute sia al pubblico televisivo che agli ospiti del Presidente Mattarella, mentre data la circostanza delle festa 'popolare' della Repubblica, ad altri avrebbe potuto pensare.
Ha scelto brani da La battaglia di Legnano, Macbeth e Luisa Miller. E viene da chiedersi perchè non Nabucco, Rigoletto, Forza del destino - tanto per citare qualche titolo fra i più popolari - e perchè non anche una bella sinfonia di Rossini che sprigiona vitalità e mette buon sangue nelle vene?
Mazzonis, se interpellato, potrebbe rispondere seccamente: perchè il programma lo faccio io e non altri. Giusta risposta. Alla quale chiunque potrebbe replicare: ma è evidente che Lei, caro Mazzonis, non ha saputo confezionare un programma adatto alla circostanza. Proprio così, senza scusanti.
E' ricorso a brani non noti, per un concerto - ripetiamolo - popolare, non rivolto al pubblico di un teatro o di una istituzione sinfonica nelle normali stagioni - e trasmesso anche in tv. Mazzonis ha voluto impartire attraverso il programma di un concerto popolare, una lezione pratica di musicologia che nessuno è disposto ad ascoltare, oltretutto inopportuna in questa occasione.
Noi, che vantiamo una lunga esperienza di discussioni con i vertici del Teatro La Fenice con i quali ogni anno, per incarico della Rai, abbiamo dovuto concertare il programma del Concerto di Capodanno, su Rai 1, possiamo ora confessare che se quel concerto ha mantenuto negli anni indici di ascolto altissimi, con un pubblico televisivo al di sopra dei 4 milioni (almeno fino a quando ce ne siamo occupati), ciò è potuto accadere perchè, dopo animatissime discussioni, siamo riusciti a conservare al concerto veneziano, il 'tono' popolare di un concerto in giorno di festa.
Di italiano al concerto c'era anche il pianoforte che era un gran coda Fazioli. Il suo artefice, l'ing. Paolo Fazioli, è stato nominato Cavaliere del Lavoro.
P.S. IL concerto ha avuto uno share di poco sopra l'8%, ed una media di telespettatori intorno aile 900.000 unità.
Da registrare, infine , sul Corriere di oggi, la promozione a pieni voti sia del Concerto dal Quirinale, definito 'sobrio', che sul programma.
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