Non sappiamo se congratularci con il ministro Franceschini per averci ricordato che Rossini è anche un'attrattiva turistica, oppure ricordargli che Rossini è una gloria musicale del nostro paese e del mondo intero e , solo per questo, anche motivo di attrazione turistica. Franceschini lo ha detto, nel giorno della 'Festa della Musica', a Pesaro, visitando la casa natale del musicista.
A proposito della 'Festa' ha sfoderato - come fa di solito - i numeri vittoriosi, come se fosse un suo merito: oltre ottomila musicisti vi hanno preso parte; mentre a noi romani è stato reso noto che la festa in città era con Carmen Consoli e le 'Brigitte' francesi, che si sono esibite in Piazza Farnese.
Quest'anno, se una novità c'è stata, è stata la maggiore partecipazione proprio di quel mondo musicale che Franceschini non conosce e che , d'accordo con quel barbaro di Nastasi, ha tentato e continua a tentare in tutti i modi di distruggere.
A Roma, ad esempio, abbiamo letto della partecipazione, alla chetichella, di molti ensemble dell'Accademia di Santa Cecilia, anche se di ensemble 'di complemento', formati cioè prevalentemente da giovani e ragazzi che partecipano alle attività di formazione dell'Accademia; e non dei titolari, cioè della squadra ufficiale (orchestra e coro),;e lo stesso discorso vale per il Teatro dell'Opera, troppo indaffarato a preparare Caracalla ed a mostrare le ultime repliche della celeberrima 'Traviata' per partecipare alla Festa.
Non ha ritenuto l'Accademia di far partecipare i suoi musicisti di serie 'A', come invece ha fatto e con grande entusiasmo partecipando a quell'iniziativa negli aeroporti, dove nei diversi terminal sono stati collocati dei pianoforti a disposizione dei viaggiatori in transito. Lì l'Accademia ha spedito anche il suo direttore musicale Pappano ( forse perché il direttore è di casa negli aeroporti?), ed alcuni suoi musicisti fra i migliori. Perché? Perché, forse, i gestori degli aeroporti (come stanno facendo ora anche quelli delle grandi stazioni ferroviarie che dopo i pianoforti stanno dislocando anche biliardini?) pagavano, mentre per la Festa della Musica si doveva farlo a proprie spese, dimenticando però che si trattava di un investimento molto più produttivo e redditizio (perché, sia chiaro tutta l'attività cosiddetta 'educational' di Santa Cecilia porta nelle casse dell'Accademia, e nelle tasche dei musicisti coinvolti, bei soldini!).
Certo la Festa della Musica c'è stata, ma in tono minore, come negli altri anni in Italia. E a noi è venuta in mente una iniziativa d'altri tempi, ancora in occasione della festa della Musica nel solstizio d'estate.
Quella festa organizzata, nel 1986 ( trent'anni fa, ma sembra un secolo) nei giardini dell'Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, con diversi palcoscenici eretti nel parco, a favore di telecamere. Quella festa, in cui si ascoltò e parlò di musica,durò oltre tre ore ininterrotte, dalle 21 alle 24 circa, fu trasmessa in diretta da RAI 3, e noi assieme ad Enrico Mentana ( ciao, Enrico!) vestimmo le vesti di cerimonieri, intrattenitori e divulgatori. Oggi la tv di Stato non metterebbe mai più in onda robe simili che reputa autentiche inutili nefandezze.
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