Tutti celebrano Monteverdi? Non illudiamoci, sebbene qualche accenno di festeggiamenti, in Italia, per un così importante anniversario ( 450 anni dalla nascita, 1567-2017)) si conosce già.
Tralasciando il programma del 'Festival Monteverdi' di Cremona - se non lo celebrano lì dove altro?- a Spoleto si annuncia , a cura di Rinaldo Alessandrini e del suo 'Concerto Italiano', l'esecuzione del celebre Vespro della Beata vergine (1610), entrato da tempo nel repertorio, a causa delle sue frequenti esecuzioni.
L'annuncio del festival spoletino genera però qualche perplessità, che nulla ha a che fare con i problemi esegetici che ancora oggi il capolavoro monteverdiano lascia aperti. Sopratutto quelli relativi alla sua struttura, ed alla successione dei vari brani, che l'edizione di Amadino non risolve anzi accresce.
Nulla di tutto questo, e Alessandrini, come ha fatto negli anni passati eseguendolo più volte ed anche incidendolo, proporrà da cima a fondo la seconda parte dell'edizione veneziana ( nella prima si pubblica una 'Messa' a più voci nel canonico stile polifonico su 'cantus firmus' di autore fiammingo, Gombert), lasciando aperti tutti i problemi che una volta per tutte servirebbe risolvere.
Nell'annunciare il concerto il festival spoletino usa una dizione che dovrebbe costringere i 'revisori della lingua' del festival, a rimandare sui banchi di scuola gli organizzatori che masticano l'inglese meglio dell'italiano ( detto per inciso, non c'è quasi un solo titolo del programma che si annuncia in italiano, ma forse in onore al 'secondo' dei 'due mondi', quello americano!)
Si legge che il Vespro monteverdiano verrà eseguito 'NELL'ESPISCOPIO DEL PALAZZO ARCIVESCOVILE', che è come scrivere: 'NELL'EPISCOPIO DELL'EPISCOPIO' oppure 'NEL PALAZZO ARCIVESCOVILE DEL PALAZZO ARCIVESCOVILE'. L'analfabetismo della lingua dilaga.
'Episcopio', etimologicamente vuol dire 'casa del vescovo' e palazzo arcivescovile' , 'palazzo dove abita o risiede il vescovo'. E allora? Il concerto diretto da Alessandrini si terrà nel Palazzo Arcivescovile di Spoleto, ma nella 'sala dei vescovi' cosiddetta perché alle pareti ci sono i ritratti di tutti presuli che si sono succeduti al comando della diocesi spoletina.
E pensare che gli organizzatori spoletini si erano detti che avrebbero fatto colpo con quella 'locazione'; mentre invece era solo il frutto della loro ignoranza della lingua.
Una celebrazione monteverdiano in grande stile si annuncia già alla Fenice di Venezia per la prossima stagione, quando Gardiner con i complessi intitolati al grande compositore italiano metterà in scena la trilogia operistica del grande compositore: Orfeo, Ritorno di Ulisse in patria e Incoronazione di Poppea . E tutto nel giro di una settimana , anche meno, mentre - probabilmente - i complessi del teatro saranno in tournée all'estero.
Intanto Gardiner, cultore monteverdiano della prima ora, si è fatto fotografare mentre depone una rosa rossa, nella Basilica dei Frari a Venezia, sulla lapide che ricorda come il grande musicista sia stato lì sepolto.
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