Il lungo, accorato programma dell'attuale direttore del Conservatorio, unico candidato alle prossime elezioni per la direzione - caso più unico che raro - termina accennando al fatto che il secondo triennio, nel quale egli si vede già proiettato ed al quale va incontro sereno e a fronte alta, certo di una riconferma plebiscitaria ( sicuramente non ci sarà nè un astenuto nè un voto contrario) sarà, secondo l'attuale legislazione, necessariamente l'ultimo per lui, non essendo previsto un terzo mandato consecutivo. Lui, però, è anche convinto che alla fine del secondo mandato, nel 2018 - per il quale sarà eletto fra pochi giorni, al primo turno, a colpo sicuro! - ci sarà solo una pausa, triennale anch'essa, per poter tornare ancora una volta, a dirigere il Conservatorio che, a suo dire, ha risuscitato, ringiovanito e riappacificato, dopo anni di tensioni, discussioni anche accese e dialettica interna ineliminabili ma naturali, e forse, perché no?, perfino salutari.
L'attuale direttore - così scrive di se stesso - ha messo pace fra tutti, ha valorizzato tutte le competenze, ha riconosciuto a ciascuno i suoi meriti, ha messo su una squadra di superprofessori, grandi professionisti che lo hanno affiancato nella direzione, a cominciare dal vice direttore, organista notissimo quanto lo stesso direttore o forse più, e per il Conservatorio ha fatto ciò che prima di lui nessun altro ha potuto neanche immaginare di poter fare.
Alla lettura del lunghissimo programma, una sorta di 'bollettino della vittoria', ci stavamo commuovendo, al limite delle lacrime, se non ci fossimo distratti per l'italiano vacillante, grammaticalmente e sintatticamente, del suo eloquio sgangherato, del quale non ha fatto mai mistero, nè avrebbe potuto farne mai.
Insomma a L'Aquila, con la sua direzione, lingua a parte, tutto ha ripreso a camminare come nel miglior Conservatorio possibile; perfino la piaga del terremoto si è definitivamente rimarginata, salvo il piccolo ma non insormontabile problema, della nuova sede definitiva dell'istituto, da costruire ex novo, che lui è quasi certo di poter assicurare entro il prossimo triennio. E sarebbe il coronamento del miracolo didattico e formativo della sua direzione.
Prendendo ancor spunto dal suo programma. potremmo spendere qualche parola sulla rinascita e nuovo corso della rivista che noi fondammo, Music@, allora tribuna di dibattito del mondo della musica, ora Musica+ e tutta a colori, trasformata in organo di divulgazione delle attività del Casella, e in vetrina per molti docenti, anche meritevoli, dove esibire la loro vanità. Non lo faremo. E le ragioni sono ovvie.
Alla fine, archiviata la riconferma del direttore come cosa fatta, ci viene da dire qualcosa sugli studenti, ai quali auguriamo che la sbandierata pace interna fra docenti e direttore, con il riconoscimento e la valorizzazione delle loro singole professionalità, porti un qualche giovamento.
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