L'avevamo detto. Alla fine anche al lucidissimo Fuortes si sarebbero confuse le idee, tenendo i piedi in troppe scarpe contemporaneamente. Quando sta all'Opera programma come se stesse all'Auditorium o al festival di Tivoli, e forse anche viceversa, in taluni casi - perchè nell'uno come nell'altro e nel terzo regno di sua competenza, i fidatissimi consiglieri sono gli stessi ed hanno forse perso la bussola come il loro capo, o forse non riescono a vedere le singole specificità.
Fermiamoci sull'Opera. E' stato presentato, a due mesi dall'avvio della stagione estiva - troppo tardi! - il programma di Caracalla., secondo il sindaco Marino un 'must'- che avrà voluto dire?
La platea verrà ampliata. Sì, no, stiamo vedendo. naturalmente i giornali fedelissimi del Fuortes passano sopra queste quisquilie: 3500 posti o 5000 fa lo stesso. Non si sa se la platea potrà essere ampliata, e soprattutto occorrerà prima di tutto pensare a riempire i posti disponibili che sembrano pochi - e lo sarebbero se l'Opera sapesse programmare - ma che l'anno scorso non si riempivano ogni sera, nonostante che i giornali amici della precedente gestione gridassero ogni sera al 'tutto esaurito'. Se facciamo bene i calcoli, a fine stagione noi dovremmo avere all'incirca 3500 biglietti venduti, ogni sera per 25 serate (ci sembrano numericamente le stesse della passata stagione, anche se 'Il messaggero' titola che sono aumentate le repliche!)
A fine stagione si dovrebbero avere più o meno 87.000 biglietti venduti. L'anno scorso se ne vendettero al di sotto dei 50.000, anzi più vicino ai 40.000, segno evidente che i sbandierati 'tutto esaurito' non ci sono mai stati, in barba ai bollettini di vittoria dei giornali amici.
Ma temiamo che la stessa cosa accada quest'anno, perchè anche Fuortes sembra convinto che Caracalla debba diventare qualcosa di diverso da ciò che è sempre stato, e cioè la più affascinante e monumentale platea operistica popolare all'aperto.
L'anno scorso il Vlad propose anche alcune seratine di quelle chic ( Purcell e Cappelli, autore della pièce su Kleiber, per complessivi 2000 spettatori in tutte le repliche dei due spettacoli!). Quest'anno il duo Fuortes-Vlad, e consiglieri di Fuortes, come fossimo all'Auditorium, propongono l'Orchestra di Piazza Vittorio in una rivisitata 'Carmen', che fino a qualche giorno prima s'è potuta vedere nella edizione bizettianna, al chiuso del Costanzi. Si sono,poi, alcune serate con il Balletto di Tokio, in coreografie che recano la firma di Béjart; una serata di gala con Bolle, e alla fine per una quindicina di giorni l'alternanza di 'Bohème' e 'Barbiere' , due nuovi allestimenti, per uno dei quali il direttore, Fuortes lo importa dal suo ex Petruzzelli - come Pereira che alla Scala pensa a Salisburgo?
La programmazione ci fa pensare che ambedue gli artefici non amino l'opera italiana - che, guarda caso, gli stranieri che vanno a Caracalla, e sono tantissimi, amano sinceramente ed intensamente - e che se dipendesse esclusivamente da loro, a Caracalla farebbero altro. Per Fuortes esattamente quello che fa all'Auditorium ed a Tivoli, e forse la cosa andrebbe bene anche al Vlad. E così finalmente si avrebbe un solo, unico, festiVAl a Roma e provincia.
Non abbiamo volutamente toccato il capitolo prezzi dei biglietti alle terme. Qualcuno ci dovrebbe spiegare come possono gli italiani normali - non quelli che si vedono nelle prime file a Caracalla e che solitamente sono invitati o portoghesi - a pagare niglietti che vanno da 40 a 130 Euro circa. Noi, se dovessimo pagare non ci andremmo, perchè ora non potremmo permettercelo. Per ora non ci andiamo comunque, perchè l'elegante Arriva, che con i giornalisti non allineati non è stato mai tenero ( non gli hanno ancora detto che il mondo è cambiato!) a noi non manda più neanche i comunicati - ma anche di quelli possiamo fare a meno, come di lui - per farci scontare il peccato di lesa maestà, che sarebbe quella di Catello. Che ridere!
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