L'assessore alla cultura del Comune di Roma,Barca, ora parla come da tempo parlano tutte le persone ragionevoli a proposito degli investimenti sulla cultura, mentre la sua collega Morgante ha la stessa voce- sebbene muta - di Tremonti. E perciò Lei si rivolge, in cerca di aiuto a Marino, con il quale - non riveliamo nessun segreto se ricordiamo che - da quando si sono insidiati al Campidoglio non hanno mai avuto identico parere su nulla. Ora la Barca vede in pericolo anche le massime istituzioni della Capitale, da Musica per Roma a Santa Cecilia al Festival del Cinema, non per l'Opera per la quale lei afferma che la questione è diversa, che da quando s'è insediato - 'abbiamo insediato', dica come stanno le cose - Fuortes, le cose vanno bene. Insomma i 16,5 milioni di Euro per l'Opera ci sarebbero comunque, mentre invece il contributo a Santa Cecilia e a Musica per Roma vacillerebbe. Dimentica Barca che, sebbene Musica per Roma abbia entrate proprie, visto che fa anche l'affitta locali, senza il finanziamento comunale chiuderebbe i bilanci in rosso. Non lo dimentichi la Barca, e nel caso in cui avesse a scordarselo, Fuortes glielo ricordi e difenda l'altra metà del suo corpo reggente.
Dai giornali di oggi apprendiamo, attraverso un annuncio pubblicitario, che fra breve avremo da scegliere, a Caracalla, fra le 'stelle del cielo e quelle dell'opera'. A meno di due mesi dall'apertura della stagione estiva se la cavano con questi annunci inutili, quando invece avrebbero già dovuto presentare il programma. Perchè anche gli attuali amministratori, e non solo quelli freschi di nomina, pensano ancora che gli spettatori vanno a Caracalla semplicemente perchè è Caracalla. In qualche parte, seppur modesta, è così, ma una istituzione importante annuncia i programmi con notevole anticipo, specie poi se vuole cominciare la riscossa da Caracalla, a meno che Fuortes non intendesse per Caracalla della riscossa quell'altra realtà per la quale quel sito è conosciuto anche fuori di Roma. Comunque i vistosi buchi di pubblico delle passate stagioni non hanno, evidentemente, insegnato nulla.
Abbiamo spesso scritto che Salvo Nastasi andrebbe rimosso da direttore generale del MIBACT, perchè a lui si devono far risalire molti guai e pasticci del ministero. Oggi dobbiamo fare mea culpa e chiedere, anzi supplicare il neo ministro Franceschini di tenerci in eterno Nastasi al ministero. Avete visto come si è mosso Nastasi nel caso Pereira? Ha scritto nero su bianco che vuole una relazione sul caso, perchè - non dimenticatelo - sono io a convalidare la nomina di Pereira alla Scala. Oggi deve farci sapere tutta la storia degli acquisti da Salisburgo. Bene, bravo.
Se le cose andassero come Nastasi vorrebbe, anche la Scala potrebbe avere finalmente un commissario straordinario. E chi potrebbe essere? Ma il grande e grosso direttore generale del ministero, Salvo Nastasi, del quale già si parlò appena si seppe della partenza di Lissner, come suo probabile successore a Milano. Adesso potrebbe annullare la nomina di Pereira come sovrintendente dal prossimo autunno, ed insediarsi egli medesimo in quel ruolo. E i problemi presenti e futuri della Scala sarebbero risolti una volta per tutte.
Intanto, ad ulteriore dimostrazione che Nastasi non scherza, s'è saputo che la consigliera della Corte dei Conti Laterza, gli ha ingiunto, a Nastasi, di inviare al San Carlo di Napoli un commissario per verificare la resa nel lavoro della coordinatrice del Museo del teatro, Giulia Minoli. Pena il licenziamento in tronco o, in caso positivo,il suo trasferimento al Museo della Scala, se Nastasi dieventasse sovrintendente o Commissario, come tutti a questo punto ci auguriamo e Giulia Minoli per prima.
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