Roberto Vannacci cita “Il Gladiatore“, Matteo Salvini fa il pacifista. Il generale candidato con la Lega e il segretario del Carroccio e vicepremier si presentano nella piazza dietro al Duomo, dove Silvio Berlusconi si prese il ‘Duomino’ in faccia, e scelgono strategie diverse ma complementari per il comizio milanese della Lega in vista delle elezioni europee di sabato e domenica prossimi. Lo striscione dietro al palco recita "Più Italia! Meno Europa. Torniamo liberi". I militanti e simpatizzanti lumbard accorsi in centro sono poco più di trecento. Durante i primi interventi di governatori e ministri, c’è un momento di tensione: una quarantina di militanti del Centro sociale Lambretta provano ad avvicinarsi a un gazebo della Lega, hanno in mano cartelloni con la scritta "Vannacci sei normale?", ma vengono respinti dalla forze dell’ordine, scudi alla mano. Sì, il più atteso è lui, il generale prestato alla politica, candidato dalla Lega in tutti i collegi italiani. Vannacci, camicia bianca, abbronzatura evidente, capelli appena tagliati, sale sul palco prima di Salvini, saluta i milanesi e, memore della polemica sul suo video sulla Xª Flottiglia Mas, rilancia: "Siete tantissimi. Come avere davanti a sé una legione, la decima legione. Ci sono tantissime ragioni per cambiare l’Europa, ma io ve ne racconterò una sola, la decima...". La citazione del film “Il Gladiatore“ di Ridley Scott è chiara e lo diventa ancora di più quando il generale, salutando la folla alla fine del suo comizio, parafrasa la frase cult di quella pellicola, pronunciata da Russell Crowe: "Al vostro segnale scateneremo l’inferno".
Salvini, invece, lancia un messaggio diametralmente opposto ai militanti lumbard: "Questa è una piazza che più di tutte invoca e vuole costruire la pace". Ogni riferimento alle guerra tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina è puramente voluto. "Per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone prima che vengano bandite per sempre? ‘La risposta se ne va nel vento, amico mio’". Il leader del Carroccio, a sorpresa, cita le parole della canzone pacifista Blowin’ in the Wind di Bob Dylan. Non è finita. Perché Salvini annuncia che "nei prossimi giorni i gruppi della Lega alla Camera e al Senato proporranno documenti per impegnare il Parlamento a rispettare l’articolo 11 della Costituzione: ‘L’Italia ripudia la guerra’. Mai un soldato italiano a morire in Ucraina, mai un missile italiano a spargere sangue in Russia".
E quando il vicepremier finisce di parlare, parte ‘Generale’, canzone pacifista del cantautore di sinistra Francesco De Gregori. Vannacci, intanto, come una rockstar scende dal palco e va a fare autografi e selfie con i militanti leghisti in prima fila al comizio. Poco prima aveva promesso che se eletto a Bruxelles, "se ogni attività propositiva dovesse fallire, allora comincio con la mia specialità: il sabotaggio... di qualsiasi iniziativa che dovesse distruggere le nostre tradizioni".
Salvini, poco prima, aveva lanciato una stoccata alla segretaria del Pd: "Un saluto a un’altra piazza milanese, un saluto a Elly Schlein: la sua guida del Pd è garanzia che per 30 anni la Lega starà al Governo". La profezia finale del Capitano? "La Lega sarà la più bella sorpresa delle Europee". Domenica prossima, la risposta delle urne.
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