La pandemia di covid-19 «molto probabilmente» si è verificata «perché un virus è fuggito da un laboratorio di ricerca a Wuhan, in Cina» in quello che sarebbe «l'incidente più costoso nella storia della scienza» visto che è stato stimato che nel mondo almeno 25 milioni di persone siano morte a causa del virus, di cui oltre un milione negli Stati Uniti.
È la tesi portata avanti sul New York Times da Alina Chan, biologa molecolare presso il Broad Institute del Mit e Harvard dopo la testimonianza del dottor Anthony Fauci davanti alla sottocommissione della Camera che indaga sulla pandemia. Chan per rafforzare la sua tesi fa riferimento a «un volume crescente di prove» fra cui «raccolte da documenti pubblici rilasciati ai sensi del Freedom of Information Act, indagini digitali attraverso database online, articoli scientifici che analizzano il virus e la sua diffusione e fughe di notizie provenienti dall'interno del governo degli Stati Uniti».
La studiosa indica cinque punti partendo dal fatto che la pandemia sia inizata a Wuhan la città dove si trova il più importante laboratorio di ricerca al mondo per i virus simili alla Sars e dove un team di scienziati, guidato da Shi Zhengli, «era alla ricerca di virus simili da oltre un decennio». In secondo luogo l'anno prima dell'epidemia - ha spiegato Chan - l'istituto di Wuhan, in collaborazione con partner statunitensi, aveva proposto di creare virus con la caratteristica distintiva della SARS-CoV-2. Una ricerca «rischiosa» che ha portato i virus coltivati da campioni di animali infetti a essere «ricostruiti e ricombinati geneticamente» diventando «più contagiosi». Un esperimento che il laboratorio di Wuhan avrebbe portato avanti in «condizioni di bassa biosicurezza» tali da non poter «contenere» un virus presente nell'aria contagioso come il SARS-CoV-2.
A dire di Chan poi l'ipotesi che il Covid-19 provenga da un animale dell'Huanan Seafood Market di Wuhan «non è supportata da prove concrete» e «mancano ancora le prove chiave che ci si aspetterebbe se il virus fosse emerso dal commercio di animali selvatici» mentre - ha concluso la biologa- «nelle precedenti epidemie di coronavirus, gli scienziati sono stati in grado di dimostrare l'origine naturale raccogliendo molteplici prove che collegavano gli esseri umani infetti agli animali infetti».
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