Il Teatro Massimo di Palermo, senza Francesco Giambrone sarebbe ripiombato nel malaffare nella cattiva amministrazione nei debiti. Anche il diretto interessato ne è convinto. E invece con lui al vertice tutto funziona a meraviglia.
Arrestano il responsabile di sala, per 'collusione' con la mafia, cambia il direttore operativo ( perchè quello che per tanti anni ha guidato il teatro, viene dirottato alla sovrintendenza dell'Orchestra sinfonica siciliana, che dopo l'uscita di Roberto Pagano, dissennatamente patrocinata dal barone Francesco Agnello, non ha mai trovato pace), riduce le cause di contenzioso di dipendenti con la Fondazione, e, conseguentemente, anche le spese legali, recupera crediti bloccati dal 2007.
Poi, in prossimità delle elezioni comunali e regionali, o in previsione delle stesse, fa venire da Firenze un nuovo direttore operativo, Elisabetta Tesi, che nell'amministrazione fiorentina ha assunto diversi incarichi. Perchè proprio da Firenze? Gliel'ha suggerita il premier Renzi o il suo vice Nardella? No, nessun suggerimento esterno. Decisione di chiamata 'sua sponte'.
Giambrone conosce Elisabetta Tesi dagli anni in cui egli aveva asunto la sovrintendenza del Teatro Comunale (oggi: Opera di Firenze) in coppia con Paolo Arcà. Incarico dal quale si dimise, ricordate perchè? Per semplici ragioni di bilancio: il solito buco nero della gestione, in conseguenza del quale venne chiamata a Firenze la commissaria/sovrintendente, ing. Francesca Colombo ( tutti 'franceschi' all'Opera di Firenze negli ultimi anni: Francesco Giambrone, Francesca Colombo, Francesco Bianchi; se non son franceschi non li prendono!).
Negli anni in cui Giambrone era a Firenze, e dunque gli stessi anni per la cui gestione, evidentemente non positiva, si dovette rimandarlo - con la coda fra le gambe, come si dice - a Palermo ( dove, ironia della sorte, insegnava anche all'Università 'buona gestione delle imprese culturali'; e dove con il ritorno di Orlando al Comune, ha potuto ripetere la stessa ascesa di molti anni prima: prima supporter del sindaco, poi assessore e poi di nuovo al Massimo, scippandolo a Cognata) e chiamare a Firenze la Colombo per metterci una toppa, Elisabetta Tesi aveva al Teatro Comunale il medesimo incarico che ora ha assunto a Palermo.
Dunque Giambrone per un incarico così delicato, non fidandosi dei palermitani, chiama direttamente ad occuparlo una persona 'fidatissima' che ha lavorato con lui quando era sovrintendente a Firenze (lui per prevalenti meriti politici: suo fratello senatore e ai vertici del partito che fu di Di Pietro, anche in Sicilia, e di Orlando!) e che ha dovuto in quegli anni, assieme a lui, firmare bilanci quasi sempre con buchi, facendo piombare, con il contributo di entrambi, l'Opera di Firenze in una situazione economica quasi fallimentare che la Colombo non è riuscita a sanare e forse neppure Francesco Bianchi riuscirà, ora che il debito complessivo si è fatto grande quanto una montagna.
Illazioni, accuse? Semplici logiche riflessioni alla luce dei fatti. Comunque ad Elisabetta Tesi i migliori auguri di sana gestione. Augurandole che, ad elezioni avvenute, nel caso il partito di Orlando dovesse perderle e Giambrone fratello lasciare l'incarico al Massimo, il suo successore - come di regola - non abbia ad accusarlo di cattiva amministrazione, nella quale necessariamente, sarebbe coinvolta anche lei, direttore amministrativo della Fondazione, e tornarsene a Firenze
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