Perchè non arriva ancora il bollettino della vittoria della stagione estiva dell'Opera di Roma a Caracalla? Forse perchè Fuortes è in viaggio fra Verona e Roma , con una deviazione verso Pesaro per consigliare la papessa Aspesi? O forse - più verosimilmente - perchè la vittoria cantata ancor prima di vincere la battaglia del successo di pubblico, non c'è stata?
A noi che coltiviamo segretamente la religione dei numeri prima di quella dei proclami, piacerebbe avere il bilancio di Caracalla 2016, modello Auditorium, dove Fuortes si fa bello di aver mischiato i generi alti e bassi e bassi ed alti. Tanto che vi ha portato stelle del rock e financo un pianista classico a suonare all'aperto nelle condizioni più inadatte che si possano immaginare mentre era circondato a mò di corona da un volo di gabbiani vocianti.
Forse non lo conosceremo mai il bilancio, o forse ce lo daranno addomesticato - in fondo un bicchiere mezzo vuoto può sempre guardarsi come mezzo pieno - per non fare marcia indietro su certi modi di far programmi, che se andavano bene all'Auditorium non è detto che funzionino anche a Caracalla.
Tutto ciò ci addolora perchè ci fa capire l'estraneità di certi personaggi - parliamo di Fuortes, per essere chiari - al mondo dell'opera. Lui pensa, anzi è convinto, che con regie innovative si risolve il problema dell'opera. Non capisce - perchè non può - che l'opera , specie a Caracalla, è lo spettacolo popolare che tutti ancora amano e che, di conseguenza, non c'è bisogno che si affidi a registi che stravolgono vicenda e spettacolo. Impari, con il suo direttore artistico a scegliere bene i cast ed i direttori, e non disdegni i registi cosiddetti tradizionali. Il resto lo fa il melodramma.
A Verdi, l'amato grande Peppino, bastavano poche indicazioni per la messa in scena, non aveva bisogno di registi che ridisegnassero scene e storia, mentre oggi i registi credono di non poter fare a meno di farlo.
E allora restituisca a Caracalla la sua anima popolare, faccia opera e balletto e titoli popolari e tradizionali regie. Questo cercano le migliaia di italiani e stranieri che d'estate affollano - e affollerebbero ancora di più - Caracalla.
Che se ne fanno di Lang Lang che suona all'aperto senza nessuna protezione e con sistemi di amplificazione che già con l'opera fanno cilecca, figuriamoci con un pianoforte?
E comunque attendiamo il bollettino finale. e se vittoria sarà ce ne faremo una ragione. Ma solo vittorie di numeri accettiamo.
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