Di fronte al potere oppressore, vi sono sempre stati sostenitori o fiancheggiatori ed oppositori. E, riguardo a quest'ultimi, oppositori che si sono dichiarati senza mezzi termini ed anche pagato, con l'esilio con il carcere quando non anche con l'eliminazione fisica, ed altri che, invece, hanno preferito continuare a lavorare, senza scontrarsi apertamente con il potere, insomma a resistere 'passivamente' per salvare il salvabile.
In quale di queste categorie entri anche il celebre caso di Furtwaengler non è così facile definire. Secondo alcuni egli tacque, per comodità, secondo altri egli non si oppose apertamente al potere per 'salvare il salvabile', assecondato dal potere medesimo che così voleva dimostrare al mondo che in fondo tanto cattivo non era.
Ora sono trascorsi molti anni dal quando Furtwaengler mantenne un certo rapporto con il potere nazista in patria, ed anche molte cose che dovrebbero indurre coloro i quali hanno voce in capitolo - e gli intellettuali veri, ed i musicisti anche sono fra questi - a parlare e denunciare. Mentre, ad esempio, non lo fanno personaggi come Lang Lang che sa bene che nel suo paese i fondamentali diritti umani sono calpestati. A differenza del direttore Fischer che ha denunciato, addirittura attraverso un'opera, la repressione nella sua Ungheria, o come il pianista compositore turco, Fazil Say che fu condannato per aver criticato il potere del suo paese.
Quando in Sud Africa dominava l'apartheid, si discusse spesso dell'argomento, senza arrivare mai ad una conclusione univoca e soddisfacente, anche perchè direttori celebri come Bernstein, tanto per fare un nome, non disdegnava di andare a dirigere in quel paese il cui potere, alla luce del sole e senza vergogna, si dichiarava razzista.
Veniamo ai nostri giorn, per i quali abbiamo citato i casi - esemplari ed encomiabili! -del direttore ungherese e del pianista iraniano; mentre potremmo, per l'altro verso citare il caso Gergiev che ha ottimi rapporti con Putin che certamente non è un campione di democrazia, ma che comunque protegge il Marijnsky di San Pietroburgo, mettendo Gergiev nelle stesse condizioni di Furtwaengler, sebbene il potere russo non sia paragonabile a quello nazista, però in Cecenia...
Potremmo anche citare il caso di Claudio Abbado assiduo frequentatore, per dar sostegno al 'Sistema', del Venezuela di Chavez ed anche di Maduro, come anche della Cuba di Castro, dalla cui bocca non ci pare di aver mai sentito parole di condanna dei rispettivi dittatori, ma solo lodi per qual che facevano per la musica.
Adesso che la situazione in Venezuela è precipitata - mentre per fortuna quella di Cuba sembra aver preso una piega migliore - anche i nipotini del grande direttore si comportano come il loro modello: tacciono. Colpevolmente o no ?
Poprio in questi ultimi giorni è scoppiata una polemica, alimentata da una brava pianista venezuelana, Montero, residente negli USA, che su quotidiani internazionali, si è dichiarata molto critica, contro Gustavo Dudamel, il quale contro i dittatori che hanno governato il suo paese ( Chavez) e lo governano tuttora ( Maduro) non ha detto una sola parola. Ha taciuto, ben conoscendo la drammatica situazione, tragica, del suo paese, alla faccia del Sistema, per la cui difesa egli si è giustificato.
Dudamel non ha detto una sola parola - accusa Montero - perchè teme di perdere i privilegi e gli agi di cui gode ( lui è stabile a Los Angeles, e sembra fottersene della tragica situazione del suo paese, dove mancano i beni di prima necessità ed anche i medicinali; il popolo è allo stremo, sull'orlo di una catastrofe, se non fa prima una rivoluzione per cacciare Maduro). Il riccioluto direttore s'è giustificato dicendo che non ha mai detto una sola parola di appoggio ai dittatori del suo paese, ha taciuto come accusa la Montero, e che vuole difendere il 'Sistema' fondato da Abreu.
Ma anche altri accusa Dudamel di aver sbagliato tacendo, anche perchè se non parla lui che è conosciuto e fa opinione, chi altri dovrebbe farlo? la povera gente che nonostante la tragedia che sta vivendo, continua a suonare e cantare ' per sopravvivere'? Come facevano nei vari campi di concentramento i musicisti torturati ed internati, senza che però in quella occasione il mondo conoscesse le atrocità dei vari campi di prigionia e concentramento, mentre oggi l'opinione internazionale conosce e denuncia la tragica situazione venezuelana, e Dudamel tace.
Nessun commento:
Posta un commento