Ha lavorato tutto il mese di agosto Peter Stein con gli allievi dell'Accademia scaligera per il Flauto mozartiano che mette in scena dai primi di settembre. Perchè per il noto regista la 'recitazione' dei cantanti è importantissima. Giusta osservazione, che fa il paio con l'altra, stravecchia, secondo la quale il Flauto mozartiano non è favola per piccini ma un profondo apologo sull'amore e sul cammino che porta dalle tenebre alla luce.
Tre coppie in scena, ragiona il regista - con i vari contorni di dame e fanculli, due coppie di tre elementi ciascuna: una nobile ( Tamino e Pamina), una plebea ( Papageno e Papagena) ed una che ha a che fare con il Bene e il Male ( Sarastro e Regina della notte) in lotta fra di loro. Stein si è anche scervellato per mostrare fra le prime due coppie una scena di sesso - che si poteva risparmiare. Chissà se pensava a se stesso quando ha accusato i registi di oggi - escludendosi a priori - di fare qualunque cosa, spesso a dispetto della stessa pièce o opera che dirigono.
Poi- come ha dichiarato in una lunga intervista a Giuseppina Manin del Corriere - d'accordo con il sovrintendente Pereira, ha deciso di ripristinare senza non tagliare neppure una virgola dei dialoghi che caratterizzano il Flauto. Che però ha preteso in tedesco come nell'originale, mettendo sotto i cantanti perchè imparassero la lingua del libretto.
Ma poi ha aggiunto, a sostegno della sua tesi secondo la quale era necessario riproporre i dialoghi e nella lingua originale, che la recitazione e gli stessi dialoghi sono 'perfino più importanti della musica'. Vacci adagio Stein. Senza la musica di Mozart - ma il discorso vale per qualunque grande lavoro del melodramma - quella storia, non certo per bambini (e in questo concordiamo) sarebbe una delle tante strorielle, sarebbe nulla.
Tutte le storie del melodramma, nessuna esclusa, dalle più normali a quelle più astruse, e ve ne sono, sarebbero semplici inutili storielle senza la musica che attribuisce loro un superiore valore che fa passare sopra anche la logicità e congruenza di tante di esse.
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