Alla vigilia del 'Rossini Opera festival' abbiamo letto con l'attenzione di sempre - di ogni anno per ogni edizione - i suoi pronostici positivissimi seguiti dall'immancabile elogio della famiglia Mariotti, sempre più numerosa e più presente nella rassegna pesarese ( infatti ora si è aggiunta anche la nuora del rampollo direttore d'orchestra) il cui patriarca, il dott. Gianfranco, è al vertice del festival dalla prima edizione, e cioè da 37 anni, anomalia tollerata in Italia (ma solo in Italia) di un sovrintendente a capo di istituzione pubblica; cosa abbastanza normale in una impresa privata i cui proprietari restano in sella finchè lo desiderano o vita natural durante.
Passiamo sopra tale anomalia, considerata 'felice, benedetta e salutare', dalla Aspesi, per darvi conto del bilancio finale del festival che, come aveva annunciato alla vigilia la giornalista sempre bene informata, avrebbe superato quest'anno per affluenza di pubblico e, conseguentemente, per mole di incassi, ogni pur rosea previsione.
Come dovevasi verificare, quest'anno 'si è registrato il record di incassi ( 1.150.000 Euro; 1.000.000 circa l'anno scorso) e un numero di presenze ( 17.250; l'anno scorso 16.000) mai raggiunto nella storia recente della rassegna. La percentuale di stranieri - continua il comunicato - del 71%, ai primi posti Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna'.
Fin qui il comunicato che però tace dell'assenza quasi totale del festival dai maggiori quotidiani italiani, come era accaduto anche l'anno scorso. Ma si tratta di poca cosa, quando i teatri e le sale sono piene. Dei giornali possiamo fottercene bellamente.
Appuntamento alla prossima edizione con l'apertura della 'porta santa rossiniana' da parte di Natalia, la 'papessa' di Pesaro.
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