Delle emergenze romane la lista, in questa torrida estate, si allunga sempre più. Alla 'monnezza' per la quale la stessa sindaca paventa una 'emergenza sanitaria' - ed è forse ancora la prima e più drammatica delle emergenze di Roma - la nuova inquilina del Campidoglio non ha dato ancora una risposta, come una emergenza merita: immediata e risolutiva, almeno provvisoria, mentre si pensano piani di più lunga durata e definitivi.
A questa s'e aggiunta, drammatica anch'essa, l'emergenza trasporti, in un periodo in cui Roma è invasa da turisti costretti ad attendere il passaggio dei mezzi, anche in centro, per 40-50 minuti. Le cause: i mezzi rotti e la mancanza di soldi per i pezzi di ricambio che costringono molti mezzi a non uscire dai depositi.
Poi le emergenze eterne, e d'estate ancora più gravi, come i parchi con i prati arsi dal sole, perchè anche le ville storiche cittadine o non hanno impianti di irrigazione o quelli esistenti sono fuori uso e perciò inservibili e le erbacce che ormai spuntano dappertutto, non solo nei prati ma ai bordi dei muri e marciapiedi. La Raggi, almeno gli impianti di irrigazione rotti potrebbe farli riparare, o no? E potremmo continuare.
La Raggi non ha scuse se non riesce intanto a tamponare le emergenze e ad occuparsi, contemporaneamente, di come risolverle definitivamente. I tempi che dimostra di avere non sono quelli di una città che ha bisogno in molti campi di risposte immediate.
Si potrebbe aggiungere il tira e molla, che sa di ricatto, con il comitato delle Olimpiadi del 2024, solo perché vuole sventare 'il sacco della città' di qualche comitato di affari di costruttori. Non può continuare a non assumere decisioni, avanzando che anche un sindaco capace di fare miracoli non può risolvere il disastro di decenni. Certo, ed ha ragione, ma non può nemmeno prendersela comoda e non far nulla, mentre la città va in rovina.
Già, perché poi certe decisioni - quando si tratta di dare addosso alla sua parte avversaria, le prende. Come quella sulla vendita della Fiera di roma, per la quale ha abbassato il volume edificabile, che l'ha messa in contrasto con la Regione e la Camera di Commercio che non sono state interpellate, e che hanno - giustamente - minacciato dal canto loro di uscire dalle partecipate comunali, già afflitte da problemi ed ora sul punto di affogare, come l'Auditorium, l'Opera di Roma, il Teatro di Roma, la Fondazione per il Cinema.
Mandare tutto a puttane? Questo vuole la Raggi ed il direttorio che la consiglia - troppo, e forse malamente - per far vedere ancora una volta - come se non lo sapessimo da tempo- in che condizioni le precedenti amministrazioni hanno ridotto Roma?
I cinque Stelle non hanno gradito l'impietoso articolo di Francesco Merlo su Repubblica di oggi che delinea una città in rovina. Ma che doveva scrivere? Che la Raggi sta illuminando Roma? Quand'anche la illuminasse, i suoi raggi renderebbero ancora più evidenti la rovina di Roma, anche sotto il cielo delle 'Cinque stelle'.
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