La figura forse più meschina l'ha fatta il sindaco Pisapia che dopo aver dato ad intendere che Pereira l'aveva fatta grossa - e non era vero; ma riprendere la storia dall'inizio sarebbe troppo lungo - ha dovuto dare il caloroso benvenuto al prossimo sovrintendente della Scala, che addirittura si insedia un mese prima della data prevista, in occasione della presentazione della stagione per l'anno dell'EXPO, e cioè 2014-2015. Pereira, prendendo la parola, e non essendo molto addentro ancora alla lingua oltre che alle cose milanesi e italiane, ha usato la parola 'imbroglio', subito corretto da Pisapia che anche in questo caso, ha parlato di qualche equivoco o giù di lì. Ora tutti chiariti, ovviamente.
E poi la stagione, ma prima i prezzi dei biglietti e qualche annotazione. Innanzitutto i biglietti costano molto, davvero molto, nonostante le facilitazioni. Noi, ad esempio, che apparteniamo alla fascia di coloro che non muoiono di fame e possono vivere dignitosamente, i soldi per andare alla Scala non li avremmo, e, quindi, non ci andremmo mai e poi mai. Per fortuna, il nostro mestiere di critico ce lo consente.
Altra anomalia, ha abbassato il costo dei biglietti delle opere 'ostiche' ( leggi: contemporanee e non di repertorio) ed alzato quelli per i grandi titoli di repertorio. Ma se questo si può fare con qualche titolo perchè non farlo per tutti, onde vedere traboccare il teatro di pubblico? Domanda. Che ne pena Pereira? Il quale poi ha detto di aver riportato, la prossima stagione, a Milano, direttori importanti che non venivano da tempo. Abbiamo letto i nomi, per le opere, e IMPORTANTI non ne abbiamo trovato, e quelli davvero importanti, ma pochissimi, non è ancora certo che vengano a Milano, da Pretre, novantenne, a Maazel che proprio in questi giorni ha annunciato di dover rinunciare alla sua carica monacense per problemi di salute. E dunque tutti gli altri previsti in cartellone, salvo Barenboinm, Chailly- che però ha un incarico stabile e dunque va da sè che si dovrebbe vedere sempre più spesso al Piermarini - Gatti sono di seconda o forse terza fila.
Di nomi importanti, e facce nuove, ve ne saranno ma nella stagione sinfonica e in quella specifica per l'EXPO che vedrà sfilare anche importanti orchestre, ed anche alcune venezuelane: una AUTENTICA PASSIONE di Pereira, ma anche nostra e di moltissimi altri. Ma forse una 'Bohème' con Dudamel non ha senso, dopo le prove non proprio entusiasmanti del giovane direttore in buca al Piermarini; a meno che Pereira non abbia riposto tutte le sue speranze nella compagnia di canto ed ancor più nello storico spettacolo, firmato da Zeffirelli.
E veniamo ai 'buu' che, secondo Pereira - e non è la prima volta che se ne esce con questa affermazione - terrebbero lontane dalla Scala una nutrita schiera di belle ed importanti voci, specie nel nel repertorio italiano. I cantanti temerebbero il feroce loggione della Scala. Verrebbe da dire 'chissenefrega!'.
Il vero problema è un altro ed ha a che fare con le agenzie internazionali che fanno il buono e cattivo tempo nella formazione dei cast, non solo alla Scala. Solitamente un grande teatro o una grande istituzione sinfonica hanno un direttore stabile o musicale che certamente non può essere insensibile ai richiami della sua stessa agenzia, nella scelta di cantanti e solisti strumentali.
Più che le reazioni rumorose dei loggionisti, sono le agenzie a spiegare l'assenza di certi interpreti, come la presenza di altri. E perciò Pereira dimostri di saperci fare, come è accaduto a Zurigo durante la sua gestione, se lo farà cesseranno i 'buu' e le star verranno alla Scala, anzi chiederanno di venirci. In un articolo apparso oggi su Le Repubblica' a firma Aspesi - forse la prima volta che condividiamo quanto scrive la matriarca del giornalismo italiano - si legge di un basso, forse il più in vista oggi che alla Scala non va. Certo che non va se glielo 'vieta'- diciamo così - un direttore che lo ha praticamente scritturato in esclusiva, pena la sua esclusione dal suo cerchio canoro.
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