Che la gestione Marino faccia acqua e schifo da qualunque parte lo si giri è ormai cosa nota. Lo sa e lo dice anche l'interessato. La città non è governata, lui stesso non ha interesse a farlo, o forse non ne è capace; nei giorni in cui tutti i dipendenti comunali scioperano, mettendo ancor più in ginocchio la città, già in ginocchio, lui vola a Boston per impegni istituzionali. Sembra lo Schettino romano. La sua giunta è perennemente in discussione; il suo stesso partito lo critica, ed il governo lo incalza; è attaccato da ogni parte, perfino dal fuoco amico. Gli unici in piena attività sono i vigili, ma non per governare il traffico, ma a far multe a vantaggio delle casse comunali. Altra schifezza.
Sull'assessorato alla cultura, dopo l'abbandono della Barca, tutti mettono bocca e lui li fa parlare contando, anzi sperando di ottenere appoggi quando qualcuno di autorevole gli dirà di sloggiare per non far fare brutta figura al partito che ha trionfato in Italia. Evidentemente Marino sta ancora a sentire le sirene della vecchia nomenclatura del PD romano ( Bettini, Veltroni). L'altra sera abbiamo sentito su di lui l'ennesima boutade che se fosse vera dovremmo erigere un monumento al genio di Alemanno.
Pierangelo Buttafuoco, parlando in tv della sfascio di Roma e della evidente incapacità di Marino a fare il sindaco, ha detto che l'elezione di Marino potrebbe essere stato l'ultimo perverso capolavoro di Alemanno. Che sarebbe da considerare alla stregua di un genio; mentre genio non è, essendo a tutti noto che il predecessore di Marino, appena più abile del suo successore, incarnava il nulla dello stesso Marino.
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