Un recente articolo del quotidiano La Repubblica -Parma riporta all'attenzione il problema dei compensi dei vertici delle nostre istituzioni musicali, finanziate con denaro pubblico, FUS, in cima alle quali sono le Fondazioni cosiddette 'lirico-sinfoniche'. In detto articolo si dice che, ancora oggi, non è semplice individuare nei siti delle istituzioni interessate la pagina intitolata 'amministrazione trasparente , nella quale - PER LEGGE - i compensi dei vertici sia stabilizzati che con contratto di collaborazione, devono essere pubblicati entro il 1 febbraio 2014, pena la decurtazione del finanziamento FUS dell'anno successivo. Così decretava il grande grosso direttore generale Nastasi. Il quale una volta emesso il decreto se ne fotte di verificare se le istituzioni interessate si attengono alle disposizioni. E questo vale anche per il famoso Teatro San Carlo di Napoli, dove sua moglie, la moglie di Nastasi, Giulia Minoli, lui l'ha fatta assumere (quando era ancora Commissario di quel teatro, o alla vigilia della sua uscita) come 'coordinatrice del Museo del Teatro - con quali meriti, Nastasi, oltre quelli coniugali? - della quale non v'è traccia nella pagina 'amministrazione trasparente. E perciò non si potrà sapere quanto guadagna per il suo prestigioso incarico, la signora Nastasi (si venne a sapere poi che il suo compenso/furto era di 5.000 Euro mensili).
Nell'articolo di Repubblica-Parma si sottolineava che i vertici del Regio - che non è una fondazione lirica, bensì un teatro di 'tradizione': gli intenditori conoscono bene la differenza - in proporzione, confrontandone l'attività, guadagnano più dei vertici delle fondazioni lirico sinfoniche che hanno un'attività che si estende lungo tutto l'anno o quasi. E si faceva notare come Carlo Fontana, guadagni quasi quanto i sovrintendenti delle fondazioni, salvo alcune: La Scala in cima ad ogni classifica, anche quella della munificenza verso i capi, poi Santa cecilia, il cui sovrintendente guadagna 200.000 Euro cui assomma altri 100.000 come direttore artistico, sebbene abbia un coordinatore artistico (Bucarelli) che guadagna più di Fontana, ed un altro dirigente per lo stesso settore ( Cupolillo) che guadagna ancor più del coordinatore artistico - l'uno e l'altro fedelissimi da sempre di Cagli; ai quali, sempre nell'affollata direzione artistica, vanno aggiunti il vice presidente (dall'Ongaro) che ha un compenso, ed anche il collaboratore Nicoletti-Altimari, che adesso non compare più sul sito.
Senonchè a proposito di stranezze sulle quali Nastasi non vigila, dalla pagina 'amministrazione trasparente' dell'Accademia è scomparso il nome di Pappano che aveva un compenso fisso come 'direttore musicale' di 150.000 Euro. Il nome di Pappano non compare più, ma evidentemente quella cifra è stata diluita nei suoi compensi per i singoli concerti, oppure, vista la situazione di crisi, Pappano ha voluto devolverla all'Accademia, evidentemente soddisfatto dei suoi compensi come direttore - ma l'una o l'altra ipotesi sono da verificare. Mentre invece 'immotus manet' il compenso di Cagli a 300.000 Euro, mentre poi si lamenta dei tagli che il Comune starebbe per apportare al finanziamento dell'Accademia. Perchè non comincia a ridursi lo stipendio proprio lui, CAGLI, visto che - di fatto - supera il tetto del compenso del Presidente della Repubblica?
Ma c'è ancora un altro fatto che ci spinge a richiedere formale intervento del direttore generale Nastasi e del ministro Franceschini.
A Roma, ma non sono gli unici casi, due importanti istituzioni finanziate con denaro pubblico: Accademia Filarmonica e Istituzione Universitaria dei Concerti- non hanno MAI pubblicato i compensi rispettivi del suo attuale direttore artistico Matteo D'Amico per l'Accademia, e del direttore generale, Francesca Fortuna, per l'Istituzione. Che aspettano al Ministero per intervenire?
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