Il recente Concerto dei Rolling Stones
al Circo Massimo ha riproposto la questione della concessione di
spazi pubblici per manifestazioni di privati, come il concerto romano
al quale hanno partecipato 70.000 persone circa, e che ha reso
complessivamente agli organizzatori la considerevole somma di quasi
7.000.000 di Euro. Sette milioni di Euro, avete letto bene. Ma non è
su questo che si discute, bensì sul costo per gli organizzatori
dell'affitto di uno spazio pubblico dalla storia e monumentalità
straordinarie, universalmente riconosciute.
In tale circostanza il sindaco Marino
è apparso come persona che non è a conoscenza del valore del bene
che amministra, il Circo Massimo, che ha ceduto ai Rolling Stones al
costo di neppure 7.000 Euro. Quasi gratis. S'è giustificato che s'è
attenuto alle tariffe, anomale, ma in vigore, ed ha aggiunto a
parziale giustificazione per non aver richiesto un compenso più
adeguato ( i giornali, fra cui il Messaggero, hanno riportato i costi
di analoghe manifestazioni in altre capitali europee, dai quali si
evince che sono per lo meno venti o trenta volte superiori, nel
peggiore dei casi), che l'indotto del concerto, a vantaggio della
città di Roma ( dei privati, Marino!), raggiungeva la considerevole
somma – da molti contestata - di 25.000.000 di Euro. E poi lui e
qualche assessore o sindaco di municipio consideravano che Roma aveva
bisogno di un evento simile, almeno una volta l'anno.
Al sindaco Marino si potrebbe far
notare che il Campidoglio, dove si doveva svolgere l'adunanza ROM,
che poi è saltata, veniva concesso a 6.000 Euro, e solo per
qualche ora, a differenza di ciò che è accaduto al Circo Massimo,
con la sua vastissima superficie, occupato per quasi una settimana
per l'allestimento ed il suo smantellamento); ed anche che le varie
sale dell'Auditorium vengono concesse a cifre di parecchio superiori
a quella richiesta per il Circo Massimo.
Ma qui, oltre all'adeguamento del
valore economico dello sfruttamento di simili spazi, si vuole tornare
sul problema della concessione di spazi pubblici, quasi sempre di
grande valore storico ed architettonico, per manifestazioni che non
sono sempre all'altezza.
Sgombriamo subito il terreno
dall'opinione che qualunque cosa vi si faccia in detti spazi è
benvenuta perchè toglie ad essi l'aspetto museale, funereo, e li
rende nuovamente vivi. E' tale concezione assolutamente contraria ad
ogni logica che vuole detti spazi ospitare manifestazioni sempre
degne del loro passato e nel rispetto delle caratteristiche e della
monumentalità che, se non sfugge a nessuno dei visitatori stranieri,
non è ancora entrata nella mentalità di chi questi spazi pubblici
gestisce in Italia.
Esempi passati lo dimostrano senz'
ombra di dubbio. Quando negli anni Ottanta l'Arena di Verona portò
l'Aida alle Piramidi, ci fu una sollevazione internazionale per lo
sfregio, anche materiale, che le strutture spettacolari avevano
recato allo storico sito, mentre non v'è stata analoga
sollevazione, quando recentemente la Galleria Borghese di Roma ha
ospitato una cena di gala per raccogliere fondi in favore della
galleria medesima, ma che, per l'allestimento del catering il
piazzale antistante la galleria era stato deturpato. Lì sì è
voluto omaggiare la casta dei ricchi, potenti e mondani; al Circo
Massimo, la casta della 'ggente. Il risultato è lo stesso: uso
improprio di luoghi sacri alla storia, alla identità ed alla cultura
di un paese, con danni anche materiali, opportunamente occultati.
Ma c'è da aggiungere un altro
elemento, decisivo. Negli ultimi anni, e non solo in questi – come
abbiamo più volte segnalato – luoghi sacri per la nostra storia e
cultura s vengono regolarmente affittati per manifestazioni indegne
di essi, per lo meno non all'altezza del loro valore anche simbolico.
E non entriamo nella discussione di quanto venga fatto valere, da
parte dell'amministrazione, il loro conseguente valore commerciale.
Abbiamo più volte segnalato come
Villa Adriana di Tivoli abbia ospitato manifestazioni inqualificabili
del cosiddetto Festival EuroMediterraneo, e per diversi anni; e come
lo stesso Colosseo, monumento simbolo dell'Italia e di Roma, sia
stato concesso negli ultimi anni solo a Franco Mannino, per
l'esecuzione di una sua messa, a Paul Mc Cartney per un concerto
sponsorizzato da una nota industria ed, infine a Bocelli, per
raccogliere fondi per il Conservatorio dell'Aquila, i cui fondi,
qualche dopo il direttore del Conservatorio ancora reclamava;
potremmo aggiungere anche a questo elenco di inadeguati ed
inappropriati usi di luoghi storici, il gioiello del Cortile di
Sant'Ivo alla Sapienza, o il Chiostro del Bramante o Piazza del
Popolo offerta a Mediaset, da qualche anno, per un festival popolare.
Per la concessione a prezzi modici di questi luoghi vale anche la
comune appartenenza politica di amministratori ed organizzatori; in
particolare le Chiese e Basiliche romane, vengono concesse solo ad
organizzatori specializzati in manifestazioni dozzinali e,
contemporaneamente, in impeccabili baciamano ai prelati preposti.
Noi ci ostiniamo a sperare che la
svendita ed il cattivo uso di luoghi sacri alla nostra identità un
giorno possano cessare.
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