Continua l'indecisione del CDA della Scala, con Pisapia che sta a guardare moderno Pilato, sul caso Pereira. Ci avevano detto che oggi sarebbe stata la giornata decisiva, che dal CDA sarebbe uscita la risposta defnitiva sul rapporto fra teatro e Pereira, meglio di Pereira con il teatro. Ed oggi, il CDA risulta ancora spaccato; le prime indiscrezioni danno in aumento il fronte contrario alla permanenza di Pereira, ma il fatto che in questo fronte primeggi la Lega dovrebbe far decidere il fronte opposto a votare immediatamente la permanenza di Pereira in teatro (cosa c'entra La Lega con La Scala, oltre la presenza di Maroni,governatore?). Perchè questo tira e molla alimenta alcuni paragoni sacrileghi, fra il marcio milanese attorno all'Expo e il caso Pereira-Salisburgo. Pereira avrebbe commesso un illecito amministrativo - diciamo così, anche se non ne è del tutto chiara la consistenza e chiaro non è neppure il ruolo di Lissner - ma non ha rubato come i rappresentanti di tutti i partiti, a Milano, negli affari dell'EXPO. A Salvini che si è presentato in Piazza Scala con un sacco e vi ha rovesciato dell'immondizia andrebbe chiesto se quella immondizia l'ha raccolta facendo finta di ripulire la sede della Lega dai rifiuti che il cerchio magico, i figli del capo, l'amministratore piemontese vi hanno accumulato con furti reiterati di soldi pubblici, ad uso di impresentabili analfabeti. Come altro definire i figli del Bossi, se non ladri abituali ?
Ieri, poi, Lissner, ha fatto il bilancio del suo periodo a Milano, ed ha detto che a Parigi gli mancherà l'adrenalina ed anche qualche altra cosa. Però, ha voluto anche lui inzuppare il pane come si dice nel caso Pereira, facendo rilevare che il futuro sovrintendente ha cambiato qualcosa nella programmazione già predisposta, ma della quale lui non si impiccia, come non si è impicciato nella programmazione di Parigi già predisposta dall' attuale sovrintendente. Ma allora perchè lo denuncia? E poi qualche frecciatina a Pereira l'ha lanciata quando ha parlato delle sponsorizzazione, facendo notare che lui di sponsor ne ha portati di nuovi, e dicendo (a Pereira senza nominarlo) a chi ha dichiarato che altri ne porterà: staremo a vedere, avanti!
Poi il bilancio ha investito anche l'aspetto artistico: il teatro ha migliorato, l'orchestra pure, e Barenboim è stato un buon
acquisto. Vero, tutto vero. Bravo Lissner. Ha sorvolato invece sulle polemiche relative alla celebrazioni Wagner-Verdi; ha giustificato con ragioni pochissimo convincenti la rara presenza dell'opera italiana nei lunghi anni di permanenza alla Scala ( Lissner provi a dire ai tedeschi che a Bayreuth non si deve fare Wagner!) non ha spiegato l'assenza di notissimi direttori dalla Scala, e neppure una parola ha detto sulla eccessiva presenza di direttori troppo giovani e poco esperti del melodramma nelle stagioni scaligere da lui programmate.
Ha reso noto una sconfitta ( non essere riuscito a portare Rattle alla Scala) ed ha detto una bugia grande quando una casa, e cioè di aver tentato con Muti senza riuscirci. A Lissner vogliamo ricordare che alcuni anni fa egli andò a Salisburgo, nei giorni in cui dirigeva Muti (anche noi lo incontrammo) ma non andò nel suoi camerino a salutarlo o ad invitarlo, come dichiarò, immediatamente, sb ugiardandolo, il direttore che noi incontrammo ( aveva diretto, se non andiamo errati Berlioz) e lui no.
Ciò detto - e noi lo diciamo da sempre - va riconosciuto a Lissner il merito di aver governato la nave scaligera con il mare in burrasca, specie nei primi tempi del dopo Muti.
Per tornare a Pereira, va ribadito che lui non è un ladro, come lo sono molti di quelli che governano le istituzioni medesime rappresentate nel CDA della Scala. Pereira ha solo commesso una imperdonabile leggerezza. Imperdonabile, sia chiaro. Ma ora, mandandolo via dalla Scala, si fa il gioco sfascista di grillini e leghisti. Possibile che Pisapia e quei pochi che hanno sale in zucca nel CDA non se ne rendano conto? Pereira deve restare. Per ora. Ma anche oltre dicembre.
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