Da tempo ci siamo fatti carico di un problema che non vediamo prendere in seria considerazione da parte di chi emana le leggi e poi non le fa osservare. Intendiamo gli incarichi esterni di dipendenti pubblici, dei quali ampiamente abbiamo trattato in uno degli ultimi numeri di Music@ ( novembre 2013, n.35), rinfrescando a chi dovrebbe interessarsene, i termini del problema, le prescrizioni legislative ( la cosiddetta legge Brunetta, nota anche come 'contro la corruzione nella pubblica amministrazione'; ma dobbiamo ricordarla noi?), ed anche una lunga lista di professori di conservatorio - noi ci occupiamo di questi, sebbene il problema esista in ogni amministrazione pubblica - che svolgono contemporaneamente incarichi stabili, e dunque non occasionali e saltuari, come permetterebbe la legge, previa autorizzazione del dirigente dell'ente pubblico dal quale si dipende.
Nei conservatori in cui direttori hanno un senso della legalità altissimo - ma forse solo quello - alla voce 'amministrazione trasparente' dei rispettivi siti internet, si possono leggere i nomi dei professori ai quali è stato consentito, previa richiesta, lo svolgimento di alcuni incarichi, per i quali è anche citato espressamente , in osservanza della norma di legge, anche il relativo emolumento percepito.
Quando invece detto incarico esterno si configura come stabile e continuativo, ecco che interviene la magistratura, dietro denuncia, a sancire la incompatibilità di detto incarico, con tutte le prevedibili conseguenze, prima fra tutte quella economica della restituzione degli emolumenti percepiti, e, infine della decadenza dall'incarico medesimo. E alcuni casi ci sono già stati.
Cosa hanno insegnato? Nulla . I direttori dei Conservatori nelle autorizzazioni concesse non citano naturalmente quei casi in aperto conflitto, il Ministero chiude tutti e due gli occhi, il soggetto in aperto contrasto con le leggi non si dimette dagli incarichi non consentiti, e tutto va come se la legge non esistesse.
Chi dovrà rispondere alla magistratura nel caso in cui tali anomale situazioni venissero scopertamente denunciate? Il diretto interessato naturalmente, ma anche il direttore del Conservatorio che, secondo una prassi vecchia ed ora contro legge, fa finta di non sapere, anche quando conosce bene l'incarico incompatibile del suo dipendente, perché si svolge ad un tiro di schioppo dall'istituto pubblico di appartenenza e con il quale il Conservatorio intrattiene anche rapporti di collaborazione. Fuori i nomi, direte voi? Li abbiamo fatti già, e se andate a consultare quel numero di Music@ sul sito del Conservatorio 'Casella' ne troverete una lista che prende in considerazione i casi degli insegnanti/direttori artistici o sovrintendenti, quando non anche critici musicali contemporaneamente, e, per alcuni, anche sovrintendenti o presidenti di consigli di amministrazione.
Perché torniamo ancora oggi sull'argomento dopo averne fatta aperta denuncia con quel lungo servizio che si può leggere su Music@ ?
Perché ieri l'altro, andando sul sito del Teatro Regio di Parma, per verificare la decadenza dal suo incarico di amministratore del dott. Carlo Fontana, secondo lo svarione pubblicato su Repubblica .it, insieme ad una sentenza del TAR non ancora pubblica, abbiamo aperto anche la pagina riguardante il direttore artistico del medesimo Teatro, e cioè il m.Paolo Arcà, del quale si citano gli emolumenti ed i rispettivi incarichi, che sono i seguenti: direttore artistico del Regio di Parma; direttore artistico della 'Società del Quartetto' di Milano, professore di composizione al Conservatorio di Milano. E' un'autodenuncia? Una aperta sfida? Esattamente Che altro si aspetta a provvedere a questo come a molti altri casi di cui i rispettivi direttori di Conservatorio sono a conoscenza ma che dovrebbero esserlo anche del Ministero?
Della questione, ben nota lo ripetiamo per l'ennesima volta- interessammo qualche mese fa anche il nuovo presidente della Conferenza dei direttori di Conservatori italiani, m. Troncon, e lui ci confermò di essere a conoscenza dell'anomalia, aggiungendo che conosceva anche il caso di un professore di Conservatorio - non sappiamo se del suo - che faceva anche il Notaio, e tutti capiscono come un incarico amministrativo per giunta pubblico, sia assolutamente ed ancor più incompatibile, se si può dire, con quello di professore di Conservatorio.
Ma forse al lettore di questo post viene anche una curiosità? Perché ci si occupa di tale argomento con tanta partecipazione da parte dell'autore? Non abbiamo difficoltà a rispondere con chiarezza. Innanzitutto perché ad avere questi doppi, talvolta anche tripli incarichi sono soggetti assolutamente privi di qualunque preparazione specifica per l'incarico di direttore artistico, che gli viene in genere attribuito, perché riconosciuti in possesso di spirito di servilismo; o perché, facendo anche i critici musicali, sperano di ottenere da essi, ad una modica cifra, anche visibilità sui giornali o alla radio ( quanti casi!!!!); e, infine, perché il loro operato non merita nessuna attenzione, se non quella relativa a pura ragioneria. Senza dimenticare che se decadessero da questi incarichi incompatibili, si libererebbero tanti posti, nuove energie potrebbero esservi immesse e forse la vita musicale italiana potrebbe arricchirsi per originalità, e si attuerebbe anche un utile e necessario ricambio generazionale. Vi bastano tutte queste ragioni insieme? No? allora tenetevi quello che abbiamo che è poco, molto poco ed insoddisfacente, assai insoddisfacente.
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