Ci siamo imbattuti, casualmente, in un dibattito suscitato da una stroncatura del 'Ballo' verdiano messo in scena dalla Scala, per la regia di Michieletto, enfant prodige e dannato della regia dei nostri giorni. La recensione, negativa, era firmata da Giovanni Gavazzeni, nipote di Gianandrea - lo si annota sempre, come a dire: buon sangue non può mentire - per Il Giornale, al quale abbiamo per un decennio collaborato con piacere e soddisfazione.
Gavazzeni si difende dicendo che in altra occasione aveva parlato bene di Michieletto, in occasione di un'altra opera che, se non andiamo errati, era stata rappresentata a Pesaro, e aveva la direzione di Mariotti e magari l'Orchestra era quella del Comunale bolognese, che sarebbe un ulteriore elemento da considerare eventualmente, sebbene possa essere anche trascurato.
Mariotti, oltre che Pesaro, dove la sua famiglia regna da secoli e suo padre è monarca assoluto, vuol dire Bologna, il teatro nel quale egli ha un incarico stabile come direttore. E che c'entra, direte voi? C'entra eccome. Perchè Gavazzeni, e non da quest'anno, è un collaboratore fisso del teatro bolognese per il quale cura i programmi di sala e anche l'intera attività editoriale, con un compenso ( vedasi settore 'amministrazione trasparente' del Comunale di Bologna') di Euro 32.000 annui (forse dal Giornale non prende la stessa cifra in un anno, con i problemi dell'editoria). Ora chi di voi terrebbe a libro paga uno che quando si parla del datore di lavoro ne parla male? Ecco il problema sul quale molti colleghi 'giornalisti', soi disant, credono di poter passar sopra, noncuranti delle critiche. Noi ad uno che è alle dipendenze del Comunale di Bologna non crediamo ad una virgola di quello che scrive riguardo al Comunale e neanche di gran parte di ciò che scrive di altri teatri con i quali la storia e la vita del teatro bolognese può intrecciarsi .
Di questo problema più volte, e non da oggi, abbiamo investito la cosiddetta 'compagnia di amici' dell'Associazione critici musicali, presieduta da troppo tempo da Angelo Foletto, alla quale siamo stati iscritti solo per qualche anno decenni fa e dalla quale siamo usciti quando abbiamo capito che aria tirava. Tante volte abbiamo detto a Foletto che doveva estromettere dalla 'compagnia di amici' coloro i quali facevano i critici e contemporaneamente i direttori artistici. Anche perchè alcuni di coloro che si trovano in tale imbarazzante situazione assegnano punti per il cosiddetto 'Premio Abbiati', fiore all'occhiello della 'Compagnia'. E lui ci ha risposto che coloro i quali si trovano in tale situazione ( per noi imbarazzante, ma per lui no) non fanno parte delle cariche direttive dell'associazione - falso perché uno di questi cosiddetti giornalisti/direttori artistici faceva addirittura parte del comitato dei Probiviri.
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