Alla Scala e a Milano sull' affaire Pereira sembra abbiano smarrito il senso del ridicolo. Non si rendono più conto della figuraccia che stanno facendo di fronte al mondo. Insomma Pereira, se qualcosa di illecito - parola troppo grossa!- diciamo di sconveniente ha fatto è stato dare la sua parola per l'acquisto di quattro allestimenti da Salisburgo, ove egli è ancora direttore artistico per questa stagione,a prezzi sinceramente ragionevoli (uno dei quali in combine con Lissner che l'avrebbe acquistato per Parigi, dove egli deve ancora approdare e nonostrante ciò, acquista già allestimenti , come sta facendo o ha fatto Pereira). Diciamo che ha fatto una cosa avventata. Ma ciò detto, che cos'altro di grave egli ha fatto, e diciamo di gravità pari al rimando continuo che il consiglio di amministrazione del teatro sta facendo per assumere una decisione sul suo caso?
Siccome i consiglieri non sono tutti d'accordo, e forse non hanno ancora ricevuto la parola d'ordine dal loro generale, Ermolli, traccheggiano e chiedono pareri giuslavoristici per sapere se, licenziando Pereira si beccano una di quelle cause di lavoro che li stende.
Al solo pensiero che il consiglio di amministrazione ed il sindaco di Milano possano licenziare Pereira vengono i brividi e viene anche da pensare che siano dei pazzi. Ma come possono ipotizzare una simile soluzione? Non c'è nessuno che li faccia ragionare? pensano davvero che una stagione si prepara in qualche mese? non s'era detto mesi e mesi fa che era necessario nominare il futuro sovrintendente , molto prima che egli assumesse giuridicamente l'incarico, a causa dei tempi lunghi della programmazione e della formazione dei cast per i titoli in cartellone?
Il guaio è che i giornali, vista l'indecisione degli amministratori scaligeri e milanesi, si esercitano nell'indicare la rosa di nomi dalla quale scegliere nell'immediato il sostituto di Pereira. Siamo matti? Anche perchè, nell'esercitarsi in tale inutile gioco tirano fuori dal cilindro nomi davvero improbabili, ragionando alla stessa maniera con cui ragionano tanti politici parvenu - che sono la maggioranza. E cioè che basta essere incaricati di qualcosa per divenirne per investitura a seguito di nomina politica, competenti. Chi glielo va a spiegare che così non è? Loro sono pronti a giurarci, sulla base della loro carriera politica.
Oggi,ancora oggi, sui vari giornali una rosa di nomi che fa venire i brividi: l'attuale commissario del Maggio (per fare un favore o un dispetto al premier, e un sicuro dispetto alla Scala?); il neo sovrintendente di Roma, alle prime armi in tale lavoro, diciamolo chiaramente; il direttore o facente funzione di direttore, di un teatrino lombardo, che ospita concerti anche importanti ma che non sa cosa sia governare una programmazione, un'orchestra, un coro, un corpo di ballo, tecnici, accademia ecc...ecc... Un teatro come la Scala non è luogo dove si forma la competenza di chicchessia. Alla Scala devono arrivare manager di provata professionalità, il mestiere di guidare un grande teatro devono averlo già imparato, come SAGGIAMENTE fecero a Milano quando chiamarono Lissner. E questo purtroppo sembra non esser chiaro neanche ai consiglieri ed al sindaco se ancora oggi continuano, gli uni e l'altro, ad essere indecisi sulla sorte di Pereira: se lasciarlo, ma con balia (altra stupidaggine) oppure mandarlo a casa, sapendo già che si creerebbe un vuoto pericoloso nel teatro più conosciuto al mondo, e senza che si possa sperare in un intervento risolutivo di Renzi - come forse sta facendo con l'EXPO - perchè lui, ora che ha fatto inaugurare la nuova Opera di Firenze, seppure incompiuta, delle sorti dei teatri se ne fotte. Letteralmente
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