Quando sento o leggo espressioni di tale tenore un brivido percorre il mio corpo e la mia mente, perchè temo per la salute mentale di chi simili panzane va dicendo o scrivendo, anticipando gli eventi.. L'ultima volta l'ho letta oggi, sul Messagero, a firma L.D.L. ( Laus Deo Laus?) - che non so chi sia - altrimenti avvertirei di corsa il suo medico curante perchè lo tenga d'occhio. Perchè tanta premura - vi domanderete - per uno sconosciuto? Perchè so come vanno queste cose. L.D.L. parlava della presentazione dell'Ernani di Giuseppe Verdi che Muti farà domani pomeriggio al Teatro dell'Opera, in attesa della prima fissata al 27 novembre , se ricordiamo bene. La platea del teatro dovrebbe accogliere 1500, ma molti di più saranno gli aspiranti a quei posti e dunque parecchi di loro resteranno fuori., scrive L.D.L. SE domani pomeriggio arrivassero all'Opera di Roma non 1500 ma 2000 interessati alla presentazione dell'opera, giovani soprattutto, noi saremmo i primi ad essere felici. Perchè intendiamoci, non siamo contenti che simili iniziative non abbiamo successo. Temiamo solo che i disorganizzati organizzatori del teatro non riescano a far capire l'importanza di un simile incontro con il noto direttore Riccardo Muti. Perchè tanta sfiducia? Perchè ragioniamo avendo ancora presente la desolante scena alla quale assistemmo, giusto due anni fa, nell'Aula magna della Sapienza, quando Muti - da gran parlatore - spiegò al pubblico Attila di Giuseppe Verdi, in procinto di dirigerla in teatro. L'Aula magna della Sapienza era piena- anzi vuota- per metà; e gran parte degli occupanti si vide, poco dopo l'inizio dell'incontro, che apparteneva a quella schiera di studenti 'deportata' in simili occasioni, senza grande convinzione, e che guadagnò appena possibile l'uscita, dopo ininterrotto chiacchiericcio. Lo stesso Muti ebbe a meravigliarsi, considerando che incontri analoghi fatti all'università di Milano avevano avuto la sala piena. E allora? Nasce da qui il nostro timore, e cioè che anche domani neanche 1500 ascoltatori abbiano a reperirsi per ascoltare Muti, in una città che supera i 4 milioni di abitanti e che di università ne ha almeno quattro o cinque.
Sui giornali analogo tono trionfante negli annunci della prossima stagione, quando si legge che al teatro romano si dà la 'grande' opera, dove basterebbe soltanto che si scrivesse che si dà l'opera- che è grande di per se stessa. perchè se si ha a scrivere la 'grande'opera, vuol dire che dell'opera si ha bassa considerazione. Accade ogni volta che incautamente si usa quell'aggettivo: la RAI dice 'la grande musica' e per la RAI la grande musica è mettiamo 'Renzo Arbore' o chiunque altro, mai che sia la musica quella grande veramente che non necessita dello spreco di aggettivi. Quando si legge la 'grande orchestra' state certi che si tratta di un'orchestra rimediata, magari numericamente consistente; quando si dice noi siamo il nuovo 'grande partito' per la 'grande Italia', il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Alfano che certamente non rappresenta un grande partito e non lavora per la grande Italia, visti i risultati degli ultimi tempi, occorre diffidare.
Lasciamo stare, perciò, gli aggettivi e lavoriamo perchè sia veramente un successo, alla prova dei fatti. Prima meglio tacere, tanto quella banalissima frase non porta pubblico. Che, invece, arriva, come nel caso delle lezioni tenute da Pappano all'Auditorium nella sala Santa Cecilia, la domenica mattina, con almeno 7-800 posti occupati, con biglietto, e non gratuitamente come all'Opera. Vuol dire allora che Pappano richiama più di Muti. Certamente no. Forse che l'Auditorium ha più appeal del Teatro dell'Opera? Forse sì. Ma vuol dire, soprattutto, che Santa Cecilia ci sa fare più dell'Opera.
P.S. Forse L.D.L. è una sigla che non cela persona alcuna. Lo deduciamo dal fatto che assai spesso leggiamo comunicati inviatici da varie istituzioni musicali che poi vediamo pubblicati quasi integralmente con quella sigla sul giornale. Dunque L.D.L. è nessuno e centomila.
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