Cari colleghi, dopo
la pausa estiva desidero nuovamente rivolgermi a Voi per alcuni necessari
chiarimenti riguardo alla lettera da me inviata prima dell'estate. Anzitutto
voglio ringraziare i colleghi che mi hanno telefonato e scritto, manifestando
comprensione e condivisione dei contenuti da me sollevati. Non credevo che un
così grande numero di accademici condividesse le mie stesse perplessità sulla
situazione. Come sapete, alla mia sono seguite due lettere anonime e la minuta
di Campanella. Le lettere anonime mi hanno amareggiato. Vi rendete conto di
cosa significa scrivere una lettera e non volerla firmare? Significa trovarsi
in una situazione di disagio, dove il dialogo ed il confronto sereno si avverte
come non possibile; significa essere consapevoli che uscire allo scoperto può determinare
conseguenze che non si vogliono affrontare quali l'emarginazione e
l'esclusione. Verso questi colleghi che sono sicuramente più giovani di me e
impegnati nella loro professione non mi sento di esprimere in alcun modo
biasimo o critica per non averci fatto conoscere i loro nomi, ma piuttosto
comprensione. Ben più esplicito è stato Campanella che come me ha voluto
rendere noto quanto a lui personalmente accaduto e le tristi conseguenze alle
quali è andato incontro. Di esse mi dispiace. Sono certo che tutti voi abbiate
compreso l'ampiezza della mia critica sull'attuale situazione dell'Accademia
una critica che è molto difficile restringere alla caricatura di un compositore
che si lamenta poiché non viene eseguito... Caro Presidente, i miei lavori sono
stati eseguiti in Accademia fin dal 1963 e sono soddisfatto di quanto ho potuto
fare per questa Istituzione, senza dover mai andare a pietire alcunché per l'esecuzione
delle mie musiche e per tutte le volte che sono stato invitato a dirigere
concerti di polifonia. Ed è proprio qui che voglio chiarire a tutti in modo
definitivo quanto mi è capitato personalmente. Caro Presidente, dopo la
scomparsa di Luciano Berio tua sponte sei venuto da me con delle bottiglie di
champagne prima delle elezioni che ti videro nuovamente a capo dell'Accademia
presentandomi il tuo desiderio di affidarmi delle esecuzioni di Palestrina
(parlavi della Missa Esacordalis, ricordi?). Tutto questo è caduto nel vuoto
come anche la Commissione su Palestina nella quale hai voluto inserirmi. Sono
mai venuto a ricordartelo? No. Da quell'incontro sono ripresi i nostri contatti
anche riguardo alla mia musica e credo che per un accademico compositore sia
umana e legittima l'aspirazione ad essere eseguito. Tu però ogni anno
promettevi, salvo poi dire che quello successivo fosse già occupato dalla
programmazione fatta da Berio... Questo ritornello ti ha giovato per un po' di
tempo, ma ti rammento che anche prima delle ultime elezioni sei sempre tu che
hai telefonato per prendere contatto con me, e il Dott. Biciocchi, Segretario
Generale della Fondazione che porta il mio nome e con il quale spesso vi siete
incontrati, è venuto nel tuo ufficio e ha scritto “CAGLI" sulla scheda
elettorale sotto i tuoi occhi. Tu stesso gli confidavi che nella prima votazione
non eri stato eletto poiché "due scemi" - parole tue - si erano auto
votati (mi pare di ricordare che Perticaroli e Petracchi presero un voto
ciascuno dunque forse ti riferivi a loro) e che Battistelli non era capace
“nemmeno di organizzare un concerto” per cui con lui l'Accademia sarebbe
precipitata in chissà quale catastrofica situazione. Nello stesso incontro ti
impegnavi con una stretta di mano ad eseguire il mio Stabat Mater dando il
tutto come cosa fatta e dicendo: "è un impegno che prendo con lei, che mi
importa io intanto programmo, poi chi viene dopo di me se lo trova". A
quanto so, telefonasti seduta stante ad un tuo collaboratore dicendo che c'era
lì pronta la partitura di Bartolucci da mandare in produzione. Dunque come vedi
il tutto è partito da te e dal tuo modo di fare che apprendo essere abbastanza
comune. Lo scorso l0 luglio quando hai rincontrato il Dott. Biciocchi che
recapitava le mie schede in Via Vittoria per la votazione, ti sei lamentato
della mia lettera definendola "menzognera" e gli hai chiesto se c'era
qualche impegno formale disatteso da parte tua. Beh!, caro Presidente, questo
lo giudico della più estrema gravità. E’ vero, sì, sulla carta non hai preso
alcun impegno formale, ma nella mia etica di vita e professionale quanto hai
fatto e detto è formale allo stesso modo. Anche l'avergli ribattuto: "Si,
avevo promesso!" come a dire che dopo la mia lettera tale impegno non
contava più nulla mi fa rabbrividire. Chi ti dà questo potere su di noi? Chi ti
concede questa autorità di mortificarci nelle nostre aspirazioni umane ed
artistiche, di disattendere ad impegni che tu stesso prendi? Chi ti consente di
considerarci soggetti utili in campagna elettorale e poi non più? Cosa conta
per te la parola data? Riguardo a questa situazione ti chiedo la cortesia se
puoi, di non lavarti le mani con due parole, descrivendomi come un povero
compositore mortificato perché non lo sono affatto. Il non essere eseguito in
Accademia può dispiacermi, ma l'essere preso in giro in questo modo è inaccettabile.
Peraltro rendo noto che nel mese di luglio u.s. ho presentato la richiesta di
ricevere a mezzo mail, fax o posta copia dei verbali delle ultime tre Assemblee
degli Accademici e, appena approvato, di quella del l0 luglio. La
documentazione mi è stata negata dall'Accademia a motivo di “ovvie ragioni di
riservatezza” che impedirebbero l'invio di verbali, disponibili per la
consultazione presso la sede dell'Auditorium. Pur ritenendo molto strana tale
ragione di riservatezza che impedirebbe di spedire dei verbali ad un
accademico, lo scorso 3 settembre ho rinnovato la domanda, delegando il mio
Segretario a recarsi presso detta Sede. Ad oggi non so ancora quando potrò
essere accontentato e messo in condizione di poter esercitare i miei diritti e
i miei doveri. Per coscienza riformulo espressamente la richiesta ai sensi e
per gli effetti della legge che consente l’ "accesso agli atti", con
la motivazione di voler comprendere i dubbi da molti verbalmente sollevati
circa un possibile conflitto di interesse e/o incompatibilità esistenti, quale
ad esempio quella eventuale del collega Michele dall' Ongaro che, a prescindere
dalla stima che merita, è stato eletto Consigliere d'Amministrazione e Vice
Presidente pur conservando i numerosi ruoli - a dire di molti confliggenti -
che ricopre in ambito musicale (tra gli altri Sovrintendente dell'Orchestra
Sinfonica Nazionale della RAI e Responsabile della Programmazione Musicale di
RAI Radio-Tre). Poiché alcuni colleghi si sono lamentati con me riguardo a
ventilate altre deleghe recentemente attribuite allo stesso Maestro e, pare,
ulteriormente confliggenti, desidero documentarmi su quanto accaduto nelle
ultime assemblee. Il nostro Statuto - sull'osservanza del quale vigila il
Collegio dei Revisori - prevede infatti l'astensione per il consigliere di
amministrazione che ha rapporti di dipendenza con persone ed enti che possano
avere interessi in conflitto con quelli della Fondazione (art. 7). Caro
Presidente, io ormai sono vecchio e purtroppo la mia salute precaria non mi permette
di venire a far sentire la mia voce di persona come sai che farei, ma questo
scritto vuole costituire l'ultimo mio intervento su una situazione penosa che
ha determinato prostrazione, disaffezione e malessere all'interno di una delle
più prestigiose realtà musicali del nostro Paese, ove figurano i più illustri
musicisti italiani. Mi hai profondamente deluso poiché con il tuo operato hai
costretto molti accademici ad una umiliazione che nessuno di noi merita ed hai
contribuito al decadimento dell'Accademia intitolata a Santa Cecilia patrona
della musica sacra.
Con
richiesta di protocollo Domenico
Bartolucci
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