Ci mancavano solo loro nella già lunga lista di cantanti o cantautori e sedicenti pianisti che, in un momento di vuoto totale di idee, si buttano sul Natale.
E' accaduto a Mina che ha di recente inciso un CD con melodie legate alla festa più familiare e commovente della religione cristiana, senza che ce ne fosse un vero bisogno, semplicemente per fare cassetta. Ci sbagliamo? Questo CD non l'abbiamo ascoltato, nè pensiamo che ci capiterà volontariamente di ascoltarlo, semplicemente perché non ci interessa. Ma potrebbe accaderci, girando qua e là, di ascoltarlo come tante altre musiche di sottofondo che stridono con la nostra sensibilità e procurano danno anche all'orecchio.
Anche l'Allevi, che ora ha ritrovato l' ispirazione- come ha dichiarato di recente - ha compiuto una analoga operazione. Anche lui ha inciso un CD di canti natalizi, suonandole al pianoforte, perché ancora non canta, per fortuna di tutti. Ma, anche questa volta, lacrimevolmente ha raccontato di aver ascoltato per tanto tempo alcune di queste melodie da un giocattolino del figlio, e di essersi reso conto che quel suono metallico del giocattolino rovinava quelle bellissime, a volte tenere , melodie. ed allora ha deciso di rovinarle con le sue mani. Ne ha scelte quante ne servivano per riempire un CD e gliele ha suonate, alle melodie.
Ci accusano di essere particolarmente cattivi con Allevi, come abbiamo letto in una animata discussione in rete, a seguito di una nostra motivata stroncatura di Allevi (ed anche della Bartoli). Approfittiamo dell'occasione per una nostra difesa.
Non crediamo di essere cattivi con Allevi né di avercela particolarmente con lui. Ci infastidisce quel suo tono 'profetico', apparentemente svagato e naif, che vuole ad ogni costo ammantare di tenero sentimentalismo ogni cosa, anche la più banale e commerciale. Questo non ci va giù. Sorvoliamo ovviamente sulle stupidaggini che lui, dottore in filosofia, non dovrebbe dire e neanche pensare, come quelle sul ritmo che contrapponevano Beethoven, senza ritmo, e Jovanotti, pieno di ritmo!
In quella discussione alla quale accennavamo, qualcun altro ci rimproverava di non avere mai usato il medesimo tono, duro, nei nostri numerosissimi articoli susciti su 'Il Giornale' ( la recensione dalla quale era scaturita quella discussione in rete era apparsa su 'Suono', il mensile al quale collaboriamo da quasi tre decenni circa).
Cogliamo l'occasione per rispondere anche a questo. Vero, le volte in cui abbiamo proposto al nostro capo di scrivere qualche articolo un pò pepato, ci è stato risposto che le pagine culturali del Giornale sulle quali abbiamo scritto per oltre dieci anni - dovevano avere un tono molto diverso dal resto del Giornale che, invece, toni duri li usava quasi in ogni pagina. E questa è una ragione. Ma ve ne è anche un'altra, legata al caso Allevi. Non abbiamo mai potuto scrivere nulla su di lui, perchè Allevi era appannaggio di altre competenze - possiamo dire per nostra fortuna - le quali mai e poi mai ne avrebbero scritto male, quand'era, come lo è tuttora sebbene in tono minore, un fenomeno che 'tira'. In questo Il Giornale non era isolato e diverso dal resto della stampa: fateci il nome di qualche giornale che ne scrive male o non bene, salvo quella intervista a Ughi di alcuni anni fa sulla 'Stampa', fatta apposta per far casino.
Recentemente abbiamo trovato nella rete una foto, delle tante 'stupide' che gli uffici stampa consigliano di fare, ad uso e consumo dei giornali sempre ghiotti di imbecillità. Ritrae Allevi che è disteso dentro un pianoforte, con il coperchio semi alzato. Immediatamente ci è venuta la voglia di scriverci una didascalia ironica, del tipo: chiudete il coperchio e lasciatelo riposare per un pò. Per la nostra gioia.
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