Fra Pionieri, Resistenti, Sovraccarichi di lavoro e Fuorilegge, prendiamo in esame solo due tipologie: quella di
chi, insegnando in Conservatorio fa
anche il direttore artistico di una istituzione musicale di un certo prestigio,
e quella del critico musicale, in
attività nei giornali e radio, che insegna in Conservatorio e,
contemporaneamente, fa anche il direttore artistico. Nel primo caso
l’incompatibilità è sancita dalla legge; nel secondo, da un elementare senso di
morale professionale, duro a radicarsi. In ambedue i casi, e fino ad oggi, gli
sceriffi si sono distratti.
Ci ha colpiti – lo diciamo in tutta sincerità - la
notizia che un insegnante del Conservatorio aquilano è stato chiamato in
Tribunale a rispondere di un secondo incarico, parallelo a quello di
insegnante, per il quale lo Stato rivuole indietro tutti i soldi che negli anni
gli ha dato come stipendio. Il giudizio non si è ancora concluso, ma noi
temiamo per tutti quei colleghi, del
nostro come di tutti gli altri conservatori,
che si trovano nella medesima situazione. Perché tale richiesta e il tribunale?
Perché quel secondo incarico era incompatibile con la sua funzione di dipendente pubblico, in
qualità di insegnante. Ma non aveva
quell’insegnante richiesto, come si fa regolarmente, al direttore del
Conservatorio l’autorizzazione ad esercitare la libera professione? Nel periodo
in cui ha esercitato anche l’incarico di
‘direzione artistica’ di un teatro, alcuni anni l’aveva richiesta ed altri no:
un’aggravante! ( aggravante di quale reato, ,verrebbe da domandarsi, se tutti
hanno chiuso un occhio sulla incompatibilità, sancita dalla legge?)
Nell’autorizzazione che i capi di istituto concedono all’esercizio della libera
professione per i loro dipendenti, si legge
letteralmente, che tale esercizio “ abbia carattere saltuario e
occasionale”( art.508 com.15 del D.L.vo 16 aprile 1994,n.297;d.L.vo n.165 del
2001 e successive modifiche e integrazioni; Legge n.133 del 6 agosto 2008) e
non si può svolgere con vincoli di dipendenza, fermo restando, in tutti i altri
casi che con comporti danno all’ esercizio principale della sua
professione di dipendente pubblico, e cioè di insegnante. Dunque questa norma è
sempre stata valida né è cambiata negli ultimi anni. Ma il direttore è tenuto a
sapere quale altra attività svolgano i
suoi insegnanti, e, di conseguenza, a vietarne l’esercizio di quelle che rientrano
nei casi di incompatibilità previsti dalla legge? Il direttore, ma solo fino a
qualche mese fa – non era tenuto a sapere, e in caso contrario, sua sponte ad
intervenire d’ufficio, per vietare, richiamandosi alla norma di legge, questo o
quell’incarico. Ora, con la Legge n. 190 del 6 novembre 2012, le cose sono
cambiate, essendo divenuta la legge più restrittiva. Il direttore ora è tenuto
a sapere. Anzi l’amministrazione
pubblica deve essere interpellata, ancor prima che venga concesso un incarico
ad un dipendente della pubblica amministrazione, per domandarne
l’autorizzazione, sempre che sia compatibile con la funzione docente. E,
qualora non ci fosse incompatibilità, comunque il dipendente deve fornire al suo direttore
documentazione relativa agli emolumenti percepiti, ed il direttore a sua
volta trasmettere tale documentazione all’Amministrazione centrale. Tutto
questo si legge nella cosiddetta legge Brunetta, sul pubblico impiego. E il
direttore , qualora non ottemperi a questo suo obbligo, può essere chiamato
dall’amministrazione centrale a rispondere in solido del danno recato.
Ecco come stanno le cose. Ed ecco da dove deriva la
nostra preoccupazione per le disavventure che potrebbero toccare ad alcuni
nostri colleghi che conosciamo in massima parte esercitano l’attività
giornalistica - l’unica compatibile - purchè
senza vincoli di dipendenza da società editrici. Quali possibili soluzioni? I
docenti che si trovano in questa situazione di patente incompatibilità devono
dimettersi dai loro incarichi, sottoposti a vincoli di dipendenza e
continuativi, ai quali non potranno avere più accesso, finchè esiste il
loro status di ‘dipendente pubblico’.
Questa è la situazione giuridica attuale. Giusta o ingiusta che sia, la legge è
chiarissima. Così si libererebbero tanti posti, e forse in quelle istituzioni
entrerebbe un po’ di aria nuova. Potrebbe
intervenire il Ministero che attraverso una ‘deroga’ transitoria fornisca uno scudo ai dipendenti
‘incompatibili’? Ci sembra assai difficile, perché il Ministero dovrebbe autorizzare all’inosservanza della legge,
alla cui conoscenza ed osservanza tutti i dipendenti pubblici, come i semplici
cittadini, sono tenuti.
Certo l’atteggiamento
del ministero è davvero strano. Per legge
aveva vietato l’unico doppio incarico che non avrebbe dovuto vietare, e cioè
quello di suonare in orchestra ai professori di conservatorio, un divieto che
ha allontanato dalle cattedre di strumento tanti bravi professionisti, facendovi
sedere, al loro posto, musicisti che forse non hanno mai esercitato la
professione di strumentista, con quale danno per gli allievi a nessuno dei
dirigenti ministeriali (ed anche ai sindacati!!!) era mai capitato di
riflettere. Di recente ha vietato che i professori d’orchestra esercitino
la libera professione libera come
solisti, suscitando reazioni in Italia e
all’estero per tale insensata
divieto. In ambedue i casi il
Ministero è intervenuto duramente, nel primo caso, con l’assenso ( consenso,
anzi plauso!!!) dei sindacati; qui , invece, fino ad oggi, è rimasto alla finestra, ha
chiuso un occhio, in attesa che la bomba
scoppi e travolga molti docenti ed altrettante istituzioni musicali italiane,
come certamente ora accadrà, e solo dopo il Ministero si farà vivo: ve l’avevo
scritto che era incompatibile!!!
E, infatti, quell’insegnante alla cui vicenda
facevamo riferimento all’inizio è stato condannato dal tribunale a restituire
allo Stato i soldi percepiti nel periodo del lungo doppio incarico. Ora si
attende di leggere le motivazioni della sentenza, ma intanto la decisione del
tribunale c’è stata.
Infine, ci
sarebbe anche un altro problema di incompatibilità, in questo caso ‘morale’,
‘professionale’, e perciò ben più grave, e verso il quale noi siamo ancor più
sensibili, per quanti svolgono contemporaneamente il lavoro di critico musicale
e direttore artistico. Fino a qualche decennio fa ciò non accadeva mai, perché
chiunque sapeva che chi ‘criticava’ non poteva essere, a giorni alterni’ fra
coloro che ‘erano criticati’. Non si può essere contemporaneamente guardie e
ladri, o medici e becchini - come avemmo tanti anni fa a dire, esaminando casi
analoghi. Gli intrecci perversi di questa doppia atipica funzione sono chiarissimi a chiunque rifletta
appena sulla libertà alla quale un critico musicale dovrebbe rinunciare nel
caso in cui egli abbia a scrivere di un artista, ospite della ‘sua’ stagione. Non c’è bisogno di tirarla tanto per le
lunghe. Prima di questi ultimi anni, ciò non era mai accaduto, i critici
facevano i critici e i direttori artistici, prelevati comunque da ambienti
estranei alla critica, facevano i direttori artistici. Negli anni, con l’importanza
attribuita alla stampa, scritta e parlata, i critici hanno assunto un potere,
neanche meritato, in nome del quale sono stati chiamati a nuovi incarichi,
estranei al loro mestiere, senza che avessero mai offerto prove di capacità,
semplicemente perchè le associazione si augurano di ottenere un minimo di visibilità sugli organi di
stampa. Se ci si fosse provati a far decadere quei critici dal loro lavoro
giornalistico, nessuno avrebbe pensato a loro per un incarico qualsiasi di
direzione artistica, dalla più piccola alla più impegnativa.
Far West della musica italiana. Geografia e insediamenti
PIONIERI
Piero Rattalino. Professore a Milano; direttore
artistico Torino, Catania; Direttore
artistico e culturale CIDIM, Roma
Mario Messinis. Bibliotecario Conservatorio, Venezia;
Direttore Biennale, Venezia; Sovrintendente
Fenice,Venezia; Direttore artistico Orchestra Rai, Milano; Bologna
Festival.
Michelangelo Zurletti. Professore Conservatorio,
Roma; direttore Orchestra Rai, Roma; Teatro Vittorio Emanuele, Messina; Teatro Sperimentale,
Spoleto.
Roman Vlad. Sovrintendente e direttore artistico a
Roma, Firenze e Milano, commissario e presidente SIAE.
DA
QUI ALL’ETERNITA’
Giorgio Pugliaro. Dal 1989 all’ Unione Musicale di Torino
Franco Piperno. Dal 1979 alla Istituzione Universitaria dei
Concerti,Roma
Walter Vergnano. Dal 1999 Sovrintendente Teatro
regio, Torino
SOVRACCARICHI
DI LAVORO
Bruno Cagli. Accademia s. Cecilia, Roma; Presidente onorario Reate festival, Rieti; Fondazione Rossini
,Pesaro.
Cesare Mazzonis. Direttore artistico Orchestra Rai, Torino;
Accademia filarmonica, Roma
Nicola Sani, Consulente artistico Teatro comunale, Bologna;
direttore fondazione Scelsi, Roma; consulente Ist. Univ. Conc. Roma
Alessio Vlad.
Direttore artistico Opera di Roma; Teatro
delle muse, Ancona; Festival di Spoleto
Alberto Triola . Teatro comunale di Firenze-
Festival della Valle d’Itria, Martina franca.
Guido Barbieri. Direttore artistico Assoc. Barattelli,
L’aquila; Società Michelli, Ancona; Consulente Teatro Petruzzelli, Bari.
Giorgio Battistelli. Direttore art. orchestra
toscana; presidente ‘Barattelli’, L’Aquila;
compositore residente Teatro san
carlo, Napoli.
Gianni Tangucci. Consulente artistico Maggio
Fiorentino, Firenze; direttore artistico Festival della Cultura, Bergamo;
direttore artistico Festival Pergolesi, Jesi.
Vincenzo De
Vivo. Direttore artistico Teatro San Carlo, Napoli; Accademia di canto, Osimo.
Paolo Baratta. Presidente Biennale Venezia- presidente
Accademia Filarmonica Romana ( Ex presidente ‘Amici di santa cecilia’, Roma;
oggi consigliere della medesima).
Gianadrea Noseda.
Direttore musicale Teatro Regio Torino; Festival Stresa
Daniele Rustioni. Direttore principale Orchestra Toscana,
Firenze; direttore musicale Teatro Petruzzelli, Bari
VIETATI.
MA IN SERVIZIO
Guido Barbieri. Professore L’Aquila; direttore
artistico Barattelli, L’Aquila; Società Michelli,
Ancona.
Daniele Spini.
Professore Pesaro; direttore artistico Orchestra Haydn, Bolzano
Fausto Sebastiani. Professore Roma; presidente Nuova
consonanza
Paolo
Arcà. Professore Milano; direttore artistico
Società Quartetto, MiIano, Teatro Regio
Parma
Matteo D’amico. Professore Roma; Vicepresidente
Accademia Filarmonica,Roma; Consigliere di amministrazione Accademia di santa
Cecilia,Roma
Alberto Batisti.
Professore Como; direttore Amici della Musica e Sagra Musicale
Umbra, Perugia.
Lucia Bonifaci. Professore Benevento; sovrintendente Fondazione Teatro
Vespasiano, Rieti
Cesare Scarton. Professore L’Aquila; direttore artistico Fondazione Teatro Vespasiano e Reate Festival Rieti;
Fondazione Rossini, Pesaro
Aldo Sisillo.
Professore Parma; direttore Teatro
Modena, I virtuosi Italiani, Festival delle Nazioni di Città di Castello.
Renato Bossa.
Professore Roma; direttore Associazione Scarlatti Napoli
Mario Pedini.
Professore Perugia; presidente
fondazione Guido d’Arezzo.
Filippo Juvarra. Bibliotecario Padova; direttore
artistico Amici della musica, Padova; Teatro Monfalcone, Orchestra di Padova e
del Veneto; Consigliere amministrazione e direttore artistico e culturale
CIDIM, Roma
Italo Nunziata.
Professore Pescara; direttore Teatro Brindisi
Vlad Alessio.
Professore Latina,; direttore artistico Teatro dell’Opera, Roma; Teatro
delle muse, Ancona; Festival di Spoleto.
Maurizio Cocciolito.
Professore L’Aquila; pres. Cons. Amministrazione Teatro Riccitelli, Teramo; Consigliere
amministrazione CIDIM, Roma; Direttore artistico Solisti aquilani.
Giorgio Pugliaro. Professore Cuneo; direttore
artistico Unione musicale, Torino.
Una domanda a Ezio Mauro, direttore ‘La
Repubblica’
Una domanda, una sola al direttore di Repubblica,
Ezio Mauro, che di domande in questi
ultimi mesi ne ha rivolte tante, lamentandosi di non ricevere mai risposta,
nella speranza che a questa nostra, semplice semplice, arrivi quella risposta
che alle sue non è mai arrivata. Ci dice come mai gran parte dei suoi critici musicali svolge
anche parallelamente attività di direzione artistica, ponendo in atto una
conflitto di interessi grande come una casa? Naturalmente non ci risponda che,
nei momenti più delicati, gli animi più nobili devono impegnarsi, come accadde
a Schumann, Debussy – che è ciò che ci rispose anni fa ad analoga domanda
Duilio Courir, presidente dell’Associazione critici musicali; perché se sarà
questa la sua risposta, non mancheremo di
rispondergli con una sonora risata. Se ci chiede : fuori i nomi, le rispondiamo
che non è necessario che glieli facciamo
noi, perchè nel suo giornale sono quasi tutti a
lavorare, a causa di tale doppio incarico, in continuo perpetuo
conflitto di interessi. Conflitto di
interessi che proprio un giornale del suo gruppo ( L’Espresso) denunciò - anzi
ne fece una campagna - allorchè Marco Molendini del Messaggero ebbe un incarico
di consulenza all’Opera di Roma, da Gianpaolo Cresci. Molendini dovette
rifiutarlo. Restiamo in attesa.
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