giovedì 14 novembre 2013

Fanciulli e non nel West della musica italiana (Music@)

Fra   Pionieri,  Resistenti,  Sovraccarichi di lavoro e Fuorilegge, prendiamo in esame solo due tipologie: quella di chi, insegnando in Conservatorio  fa anche il direttore artistico di una istituzione musicale di un certo prestigio, e quella del critico musicale,  in attività nei giornali e radio, che insegna in Conservatorio e, contemporaneamente, fa anche il direttore artistico. Nel primo caso l’incompatibilità è sancita dalla legge; nel secondo, da un elementare senso di morale professionale, duro a radicarsi. In ambedue i casi, e fino ad oggi, gli sceriffi si sono distratti.
Ci ha colpiti – lo diciamo in tutta sincerità - la notizia che un insegnante del Conservatorio aquilano è stato chiamato in Tribunale a rispondere di un secondo incarico, parallelo a quello di insegnante, per il quale lo Stato rivuole indietro tutti i soldi che negli anni gli ha dato come stipendio. Il giudizio non si è ancora concluso, ma noi temiamo per tutti quei  colleghi, del nostro come di  tutti gli altri conservatori, che si trovano nella medesima situazione. Perché tale richiesta e il tribunale? Perché quel secondo incarico era incompatibile con  la sua funzione di dipendente pubblico, in qualità di insegnante.  Ma non aveva quell’insegnante richiesto, come si fa regolarmente, al direttore del Conservatorio l’autorizzazione ad esercitare la libera professione? Nel periodo in cui ha esercitato  anche l’incarico di ‘direzione artistica’ di un teatro, alcuni anni l’aveva richiesta ed altri no: un’aggravante! ( aggravante di quale reato, ,verrebbe da domandarsi, se tutti hanno chiuso un occhio sulla incompatibilità, sancita dalla legge?) Nell’autorizzazione che i capi di istituto concedono all’esercizio della libera professione per i loro dipendenti, si legge  letteralmente, che tale esercizio “ abbia carattere saltuario e occasionale”( art.508 com.15 del D.L.vo 16 aprile 1994,n.297;d.L.vo n.165 del 2001 e successive modifiche e integrazioni; Legge n.133 del 6 agosto 2008) e non si può svolgere con vincoli di dipendenza, fermo restando, in tutti i altri casi che con  comporti  danno all’ esercizio principale della sua professione di dipendente pubblico, e cioè di insegnante. Dunque questa norma è sempre stata valida né è cambiata negli ultimi anni. Ma il direttore è tenuto a sapere  quale altra attività svolgano i suoi insegnanti, e, di conseguenza, a vietarne l’esercizio di quelle che rientrano nei casi di incompatibilità previsti dalla legge? Il direttore, ma solo fino a qualche mese fa – non era tenuto a sapere, e in caso contrario, sua sponte ad intervenire d’ufficio, per vietare, richiamandosi alla norma di legge, questo o quell’incarico. Ora, con la Legge n. 190 del 6 novembre 2012, le cose sono cambiate, essendo divenuta la legge più restrittiva. Il direttore ora è tenuto a sapere.  Anzi l’amministrazione pubblica deve essere interpellata, ancor prima che venga concesso un incarico ad un dipendente della pubblica amministrazione, per domandarne l’autorizzazione, sempre che sia compatibile con la funzione docente. E, qualora non ci fosse incompatibilità, comunque il dipendente deve fornire al  suo direttore  documentazione relativa agli emolumenti percepiti, ed il direttore a sua volta trasmettere tale documentazione all’Amministrazione centrale. Tutto questo si legge nella cosiddetta legge Brunetta, sul pubblico impiego. E il direttore , qualora non ottemperi a questo suo obbligo, può essere chiamato dall’amministrazione centrale a rispondere in solido del danno recato.
Ecco come stanno le cose. Ed ecco da dove deriva la nostra preoccupazione per le disavventure che potrebbero toccare ad alcuni nostri colleghi che conosciamo in massima parte esercitano l’attività giornalistica - l’unica compatibile  - purchè senza vincoli di dipendenza da società editrici. Quali possibili soluzioni? I docenti che si trovano in questa situazione di patente incompatibilità devono dimettersi dai loro incarichi, sottoposti a vincoli di dipendenza e continuativi, ai quali non potranno avere più accesso, finchè esiste il loro  status di ‘dipendente pubblico’. Questa è la situazione giuridica attuale. Giusta o ingiusta che sia, la legge è chiarissima. Così si libererebbero tanti posti, e forse in quelle istituzioni entrerebbe un po’ di aria nuova. Potrebbe  intervenire il Ministero che attraverso una ‘deroga’ transitoria  fornisca uno scudo ai dipendenti ‘incompatibili’? Ci sembra assai difficile, perché il Ministero dovrebbe  autorizzare all’inosservanza della legge, alla cui conoscenza ed osservanza tutti i dipendenti pubblici, come i semplici cittadini, sono tenuti.
 Certo l’atteggiamento del ministero è davvero  strano. Per legge aveva vietato l’unico doppio incarico che non avrebbe dovuto vietare, e cioè quello di suonare in orchestra ai professori di conservatorio, un divieto che ha allontanato dalle cattedre di strumento tanti bravi professionisti, facendovi sedere, al loro posto, musicisti che forse non hanno mai esercitato la professione di strumentista, con quale danno per gli allievi a nessuno dei dirigenti ministeriali (ed anche ai sindacati!!!) era mai capitato di riflettere. Di recente ha vietato che i professori d’orchestra esercitino la  libera professione libera come solisti, suscitando  reazioni in Italia e all’estero per tale insensata  divieto.  In ambedue i casi il Ministero è intervenuto duramente, nel primo caso, con l’assenso ( consenso, anzi plauso!!!) dei sindacati; qui , invece,  fino ad oggi, è rimasto alla finestra, ha chiuso un occhio,  in attesa che la bomba scoppi e travolga molti docenti ed altrettante istituzioni musicali italiane, come certamente ora accadrà, e solo dopo il Ministero si farà vivo: ve l’avevo scritto che era incompatibile!!!
E, infatti, quell’insegnante alla cui vicenda facevamo riferimento all’inizio è stato condannato dal tribunale a restituire allo Stato i soldi percepiti nel periodo del lungo doppio incarico. Ora si attende di leggere le motivazioni della sentenza, ma intanto la decisione del tribunale c’è stata.
Infine,  ci sarebbe anche un altro problema di incompatibilità, in questo caso ‘morale’, ‘professionale’, e perciò ben più grave, e verso il quale noi siamo ancor più sensibili, per quanti svolgono contemporaneamente il lavoro di critico musicale e direttore artistico. Fino a qualche decennio fa ciò non accadeva mai, perché chiunque sapeva che chi ‘criticava’ non poteva essere, a giorni alterni’ fra coloro che ‘erano criticati’. Non si può essere contemporaneamente guardie e ladri, o medici e becchini - come avemmo tanti anni fa a dire, esaminando casi analoghi. Gli intrecci perversi di questa doppia atipica funzione  sono chiarissimi a chiunque rifletta appena  sulla libertà alla quale  un critico musicale dovrebbe rinunciare nel caso in cui egli abbia a scrivere di un artista, ospite  della ‘sua’ stagione.  Non c’è bisogno di tirarla tanto per le lunghe. Prima di questi ultimi anni, ciò non era mai accaduto, i critici facevano i critici e i direttori artistici, prelevati comunque da ambienti estranei alla critica, facevano i direttori artistici. Negli anni, con l’importanza attribuita alla stampa, scritta e parlata, i critici hanno assunto un potere, neanche meritato, in nome del quale sono stati chiamati a nuovi incarichi, estranei al loro mestiere, senza che avessero mai offerto prove di capacità, semplicemente perchè le associazione si augurano di ottenere  un minimo di visibilità sugli organi di stampa. Se ci si fosse provati a far decadere quei critici dal loro lavoro giornalistico, nessuno avrebbe pensato a loro per un incarico qualsiasi di direzione artistica, dalla più piccola alla più impegnativa.


                               Far West della musica italiana. Geografia e insediamenti
PIONIERI
Piero Rattalino. Professore a Milano; direttore artistico Torino, Catania;  Direttore artistico e culturale CIDIM, Roma
Mario Messinis.  Bibliotecario Conservatorio, Venezia; Direttore Biennale, Venezia; Sovrintendente  Fenice,Venezia; Direttore artistico Orchestra Rai, Milano; Bologna Festival.
Michelangelo Zurletti. Professore Conservatorio, Roma; direttore Orchestra Rai, Roma; Teatro Vittorio  Emanuele, Messina; Teatro Sperimentale, Spoleto.
Roman Vlad. Sovrintendente e direttore artistico a Roma, Firenze e Milano, commissario e presidente SIAE.

DA QUI ALL’ETERNITA’
Giorgio Pugliaro. Dal 1989  all’ Unione Musicale di Torino
Franco Piperno. Dal 1979  alla Istituzione Universitaria dei Concerti,Roma
Walter Vergnano. Dal 1999 Sovrintendente Teatro regio, Torino

SOVRACCARICHI DI LAVORO
 Bruno Cagli.   Accademia s. Cecilia, Roma;  Presidente onorario  Reate festival, Rieti; Fondazione Rossini
,Pesaro.
Cesare Mazzonis. Direttore artistico Orchestra Rai, Torino; Accademia filarmonica, Roma
Nicola  Sani,  Consulente artistico Teatro comunale, Bologna; direttore fondazione Scelsi, Roma; consulente Ist. Univ. Conc. Roma
Alessio  Vlad.  Direttore artistico Opera di Roma; Teatro delle muse, Ancona; Festival di Spoleto
Alberto Triola . Teatro comunale di Firenze- Festival della Valle d’Itria, Martina franca.
Guido Barbieri.  Direttore artistico Assoc. Barattelli, L’aquila; Società Michelli, Ancona;  Consulente Teatro Petruzzelli, Bari.
Giorgio Battistelli. Direttore art. orchestra toscana; presidente ‘Barattelli’, L’Aquila;  compositore  residente Teatro san carlo, Napoli.
Gianni Tangucci. Consulente artistico Maggio Fiorentino, Firenze; direttore artistico Festival della Cultura, Bergamo; direttore artistico Festival Pergolesi, Jesi.
Vincenzo  De Vivo. Direttore artistico Teatro San Carlo, Napoli; Accademia di canto, Osimo.
Paolo Baratta. Presidente Biennale Venezia- presidente Accademia Filarmonica Romana ( Ex presidente ‘Amici di santa cecilia’, Roma; oggi consigliere della medesima).
 Gianadrea Noseda. Direttore musicale Teatro Regio Torino; Festival Stresa
Daniele Rustioni. Direttore principale Orchestra Toscana, Firenze; direttore musicale Teatro Petruzzelli, Bari
 

VIETATI. MA IN SERVIZIO
Guido Barbieri. Professore L’Aquila; direttore artistico Barattelli, L’Aquila;  Società Michelli, Ancona.
Daniele  Spini. Professore Pesaro; direttore artistico Orchestra Haydn,  Bolzano
Fausto Sebastiani. Professore Roma; presidente Nuova consonanza
Paolo Arcà. Professore  Milano; direttore artistico Società Quartetto, MiIano, Teatro  Regio Parma
Matteo D’amico. Professore Roma; Vicepresidente Accademia Filarmonica,Roma; Consigliere di amministrazione Accademia di santa Cecilia,Roma
 Alberto Batisti. Professore  Como;  direttore Amici della Musica e Sagra Musicale Umbra, Perugia.
 Lucia  Bonifaci. Professore  Benevento; sovrintendente Fondazione Teatro Vespasiano, Rieti
 Cesare  Scarton. Professore  L’Aquila; direttore artistico  Fondazione  Teatro Vespasiano e Reate Festival Rieti; Fondazione Rossini, Pesaro
 Aldo Sisillo. Professore  Parma; direttore Teatro Modena, I virtuosi Italiani, Festival delle Nazioni di  Città di Castello.
 Renato Bossa. Professore Roma; direttore Associazione Scarlatti Napoli
 Mario Pedini. Professore  Perugia; presidente fondazione Guido d’Arezzo.
Filippo Juvarra. Bibliotecario Padova; direttore artistico Amici della musica, Padova; Teatro Monfalcone, Orchestra di Padova e del Veneto; Consigliere amministrazione e direttore artistico e culturale CIDIM, Roma
 Italo Nunziata. Professore Pescara; direttore Teatro Brindisi
Vlad Alessio.  Professore Latina,; direttore artistico Teatro dell’Opera, Roma; Teatro delle muse, Ancona; Festival di Spoleto.
 Maurizio Cocciolito. Professore   L’Aquila; pres. Cons. Amministrazione Teatro  Riccitelli, Teramo; Consigliere amministrazione CIDIM, Roma; Direttore artistico Solisti aquilani.
Giorgio Pugliaro. Professore Cuneo; direttore artistico Unione musicale, Torino.

                                Una domanda a Ezio Mauro, direttore ‘La Repubblica’

Una domanda, una sola al direttore di Repubblica, Ezio Mauro,  che di domande in questi ultimi mesi ne ha rivolte tante, lamentandosi di non ricevere mai risposta, nella speranza che a questa nostra, semplice semplice, arrivi quella risposta che alle sue non è mai arrivata. Ci dice come mai   gran parte dei suoi critici musicali svolge anche parallelamente attività di direzione artistica, ponendo in atto una conflitto di interessi grande come una casa? Naturalmente non ci risponda che, nei momenti più delicati, gli animi più nobili devono impegnarsi, come accadde a Schumann, Debussy – che è ciò che ci rispose anni fa ad analoga domanda Duilio Courir, presidente dell’Associazione critici musicali; perché se sarà questa la sua risposta, non mancheremo di  rispondergli con una sonora risata. Se ci chiede : fuori i nomi, le rispondiamo che  non è necessario che glieli facciamo noi, perchè nel suo giornale sono quasi tutti a  lavorare, a causa di tale doppio incarico, in continuo perpetuo conflitto di interessi.  Conflitto di interessi che proprio un giornale del suo gruppo ( L’Espresso) denunciò - anzi ne fece una campagna - allorchè Marco Molendini del Messaggero ebbe un incarico di consulenza all’Opera di Roma, da Gianpaolo Cresci. Molendini dovette rifiutarlo. Restiamo in attesa.


Nessun commento:

Posta un commento