lunedì 14 aprile 2025

Giorgia: sono donna madre cattolica italiana... antifascista- scusate , non ancora. Perchè Valentina non può essere come Giorgia, madre assistita? leggete la sua storia

 

«Sono diventata vedova mentre ero incinta del secondo figlio e non posso avere l'Assegno unico. In Italia noi genitori unici siamo il nulla»

«Stop alla discriminazione dei genitori unici e genitori vedovi». È l'appello che ha spinto il ricorso collettivo per l'Assegno unico, per il quale ancora non vengono riconosciute le famiglie monogenitoriali. A testimoniarlo è Valentina Pennati, 41enne originaria della Brianza (Lombardia), che ha perso suo marito nel 2019. «Per noi non c'è nessuna tutela specifica, nessun aiuto economico e nessun riconoscimento giuridico», spiega la donna a Il Giorno. 

Secondo le ultime rilevazioni dell'Istat, le famiglie composte da un solo genitore sono le più vulnerabili dal punto di vista economico e, nonostante questa realtà, sono più di cinque anni i genitori unici e vedovi che non riescono a ottenere l'assegno unico familiare. «Siamo semplicemente il nulla», continua Valentina Pennati che si è unita alla causa insieme a uno degli enti che ha spinto per ottenere il ricorso: l'associazione Una buona idea.

La storia di Valentina

Valentina Pennati è rimasta vedova quando era incinta del secondo figlio. «Da quel giorno, accanto al lutto, è arrivata anche la consapevolezza dura e ingiusta di vivere in un sistema che ignora chi si trova nella mia condizione - spiega la 41enne - veniamo spesso definiti “single“, una parola che trovo poco adatta, troppo moderna e un po’ patinata». Perché essere un genitore unico vuol dire ben altro. «Significa essere soli nel gestire ogni aspetto della vita quotidiana, dall’educazione dei figli al lavoro, passando per tutte le responsabilità e difficoltà che ne derivano», specifica Pennati.

Così ha deciso di far sentire la sua voce attraverso l'associazione Una buona idea, nata nel 2020 con l'obiettivo di riportare giustizia, uguaglianza fiscale e dignità alle famiglie vedove e ai genitori orfani. «Ora siamo in tre gruppi nazionali e vogliamo portare avanti i nostri diritti», conclude Valentina. 

Il ricorso

Il ricorso sarà depositato entro la fine di aprile e sono state raccolte già 90 adesioni in pochi giorni. L'iniziativa non è stata portata avanti soltanto da Una buona idea, ma anche dalle organizzazioni no profit Smallfamilies Aps e Mykes S.r.l. Impresa Sociale. L'incremento previsto può raggiungere fino a 34 euro mensili per figlio, corrispondenti a oltre 400 euro annui di sostegno mancato per chi ne è escluso.

«Le famiglie vedove che oltrepassano la soglia dei cinque anni dal lutto non possono essere escluse da un sostegno fondamentale. Questo ricorso vuole accendere i riflettori su una disparità di trattamento che colpisce migliaia di cittadini», dichiarano dalle associazioni. Per prendere parte all'iniziativa basta inviare un'email all'indirizzo ricorso.assegnounico@gmail.com, indicando i dati personali e la propria situazione familiare. Possono partecipare i genitori unici che hanno da soli riconosciuto il figlio o la figlia e i genitori vedovi che hanno subito il lutto dell'altro genitore da più di cinque anni.

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