Anche i giornalisti più attenti ed acuti hanno deciso di berla così come gli è stata prospettato il rapporto di Giorgia con Unione. E cioè cosa trattare con Trump, che fra proprio alla vigilia di tale incontro ha fatto sapere alla UE che dei dazi 'zero a zero' non se ne parla. Verrebbe da chiedersi dunque cosa va a trattare la Meloni, che comunque ha già 'messo le mani avanti' dichiarando che la situazione è grave, smentendo tutto quello che di rassicurante aveva detto giorni prima.
La presidente della Commissione UE sarebbe in continuo contatto con la Meloni alla quale avrebbe dato il via libera per questo suo viaggio, per trattare per conto dell'Europa. I su citati giornalisti, che forse oggi torneranno a ripensarci, hanno dimenticato che il rappresentante per il commercio UE che è andato da Trump nei giorni scorsi, è tornato a Bruxelles con la 'coda fra le gambe' e nessun risultato, se non la dichiarazione che mette fine ad ogni speranza e velleità dell'amica del presidente americano.
Noi, a differenza di altri, ci siamo chiesti: che cosa poteva dire la von der Leyen del viaggio della Meloni, se non esattamente quello che ha detto?
Non avrebbe potuto dire ufficialmente: guarda Giorgia che la materia che intendi trattare con il tuo amico è di esclusiva competenza dell'Europa. E infatti non l'ha detto.
Ha dato la sua benedizione a Giorgia per evitare che qualcuno commenti: ecco le pecorelle che tornano, una dopo l'altra - e Giorgia è la prima - non riunite nel gregge, all'ovile di Trump che è riuscito così nel suo gioco di disgregazione. Che poi è il gioco che , dalle file del Governo italiano, piace al ministro Salvini che si occupa di tutto ma non del suo ministero che va a rotoli.
A meno che Trump per allisciare l'ego sconsiderato di Giorgia, e dei suoi che continuano a dire che Meloni è l'unico leader credibile dell'Europa, non le faccia una promessa che il giorno dopo, ha già in testa di non mantenere.
(Pietro Acquafredda)
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