Anche il ministro Alessandro Giuli, rispondendo ad una domanda di Labate, afferma che il 'futuro è nelle mani di dio', e che lui mai e poi avrebbe pensato di fare il ministro fino a qualche mese fa. E invece.
Ha però ribadito che accettando di fare il ministro, ha preteso che Giorgia Meloni gli facesse 'da capo'. Appunto.
Ci chiediamo spesso, vedendo in tv certi campioni che sono passati dal giornalismo alla politica, come farebbero, qualora disgraziatamente volessero tornare alla precedente occupazione, a salvare la faccia, a rendersi nuovamente credibili (ammesso che lo siano stati)
Giuli, ministro 'sottomesso al capo Meloni' potrebbe esserlo?
Mario Sechi, che fra tutti i giornalisti ha fatto il cammino di andata e ritorno, sebbene non da politico ma comunque al servizio diretto della politica, è inascoltabile, perchè non riesce a togliersi di dosso il vestito di 'portavoce' della Meloni a Palazzo Chigi.
E come lui anche Tommaso Cerno, che è passato dai giornali di sinistra (Espresso, ed anche Repubblica?) alla politica, per poi insediarsi sulla poltrona di un giornale che più di destra non potrebbe essere, dal quale non fa che attaccare tutto ciò che non è di destra, con campagne denigratorie a volte davvero pietose ma sempre pretestuose.
Vediamo spesso in tv anche Giorgio Mulè, amatissimo da Marina Berlusconi, che ha lasciato il giornalismo per approdare alla politica (Forza Italia). Per quanto all'apparenza più moderato - non si offenderà mica per l'attributo di 'moderazione' - rispetto a Sechi e Cerno, come potrebbe riacquistare la fiducia dei lettori - per quanto ne avesse prima - qualora tornasse, finita l'esperienza politica, a fare il giornalista?
Ma forse non farà questo errore. Finire da politico, dopo una lunga carriera giornalistica potrebbe garantirgli una vecchiaia più tranquilla e forse dorata nel suo nuovo buen retiro di Spoleto.
(Pietro Acquafredda)
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