giovedì 24 aprile 2025

Benito Mussolini commemora Giacomo Puccini in Parlamento, il giorno della sua morte a Bruxelles: 29 novembre 1924 ( da Giacomo Puccini. Sonatore del Regno, di Pietro Acquafredda)

  I discorsi commemorativi ufficiali, anche in luoghi istituzionali, con il morto ancora caldo, sono tutti uguali. Le solite frasi di circostanza, le solite 'tirate per la giacca', il vanto di frequentazioni inesistenti ( non è naturalmente il caso di Mussolini e Puccini che si incontrarono una sola volta), le solite bugie e falsità.

 Per questo non sembri inopportuno,  perchè inopportuno non è, rileggere il discorso che Benito Mussolini, capo del Governo fascista, tenne alla Camera dei Deputati, appena appresa la notizia della morte di Giacomo Puccini, esattamente cento anni fa  ( P.A.)


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«Onorevoli colleghi! 

Ho la profonda tristezza di comunicare alla Camera una luttuosa notizia. In una clinica di Bruxelles, dove si era recato quando il male che lo affliggeva aveva assunto un decorso inesorabile, è morto oggi il maestro Giacomo Puccini. Sono sicuro che la melanconia che ci invade in questo momento, è profondamente condivisa da tutto il popolo italiano e, si può dire, da tutto il mondo civile. Ognuno di noi ha vissuto dei momenti della musica pucciniana, ognuno di noi si è commosso innanzi ai protagonisti indimenticabili che Puccini recava sulle scene, che animava con l’impeto della sua musica. Non è questa l’ora di discutere i pregi e la nobiltà delle sue creazioni. Certo è che nella storia della musica italiana e nella storia dello spirito italiano, Giacomo Puccini occupa un posto eminentissimo. Né voglio ricordare in questo momento che alcuni mesi or sono questo insigne musicista chiese la tessera del Partito Nazionale Fascista. Volle compiere questo gesto di adesione ad un movimento che è discusso, discutibile, ma che è anche l’unica cosa viva che ci sia oggi in Italia. Ciò ricordato, al di sopra di tutte le adesioni, noi vogliamo onorare in Giacomo Puccini il musicista, il maestro, il creatore. La sua musica ha commosso molte generazioni compresa la nostra; non può morire, perché essa rappresenta un momento dello spirito italiano. Tutto il popolo si raccoglie in quest’ora. Io credo che la Camera si faccia interprete di tutto il popolo italiano, elevando un tributo di ammirazione, di devozione e di rimpianto alla memoria di questo spirito nobilissimo». 


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La bugia di Mussolini su Puccini

La tessera di iscrizione al Partito fascista non era stata richiesta da Puccini, come ebbe a dire Mussolini, ma, assegnata, 'ad honorem' al musicista, dal Fascio di Viareggio, nella persona del segretario, avv. Alberto Sandrini, nel 1923, accettata a malincuore, nonostante l'avesse rifiutata, a seguito delle insistenza della moglie e degli amici. Gli venne consegnata dall'avv. Sandrini in persona che si presentò a casa di Puccini, senza camicia nera. Puccini, per l'occasione, regalò all'avv. Sandrini una sua foto con la seguente dedica: All'avv. Alberto Sandrini, cordialmente. G. Puccini, Viareggio 1923. 

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