Sergio Scandura di Radio Radicale ha messo insieme la catastrofica serie di disposizioni impartite dal Viminale alle navi di soccorso nella giornata di sabato. La Humanity1 (195 naufraghi), cui era stato assegnato il porto di Marina di Carrara, è stata dirottata a Palermo, infine a Trapani. Alla Geo Barents (80 naufraghi), già indirizzata a Brindisi, è stato assegnato il porto di Crotone, poi quello di Reggio Calabria. A Solidaire (43 naufraghi), che doveva andare a Ortona, hanno assegnato Catania. Life Support (75 naufraghi) a Vibo Valentia.
Tutti sapevano delle condizioni in peggioramento del mare, meno Piantedosi che, evidentemente, neanche si avvale più della Guardia costiera per le valutazioni nautiche del soccorso (oppure se ne avvale, ma nessuno vuole dargli un dispiacere). Le piccole navi, di fronte a mare formato, con picchi di 25 nodi e onde fino a due metri come in questi giorni, non possono che correre nel porto più vicino, tanto più se con persone sofferenti a bordo. Per il governo si tratta invece di “fenomeni migratori” al cui cospetto il mare, le onde, la sofferenza, sfumano per lasciare posto agli slogan.
Meno male che non è entrata in ballo nave Libra: chissà come avrebbe potuto orchestrare quattro o cinque trasbordi per unità di soccorso dentro questa tempesta. Meno male che ancora resiste il soccorso civile: non sappiamo cosa sarebbe stato, altrimenti, di quelle quattrocento persone, e se ne avremmo avuto notizia. Ignoranza, pressappochismo e una buona dose di malvagità segnalati da un bravo giornalista (a proposito, perché Radio Radicale non manda più in onda Scandura nel notiziario del mattino?) ma che meriterebbero soprattutto la costante denuncia da parte di un centro di coordinamento delle organizzazioni del soccorso, capace di elaborare (come qualche volta succede) risposte concordate e unitarie.
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