venerdì 16 agosto 2013

Non è mai troppo tardi,anzi, molto spesso è troppo presto

Cerchiamo da giorni una recensione del Guglielmo Tell di Pesaro diretto da Mariotti jr. per capire come è andata l'impresa - ammesso che la gran parte dei miei colleghi presenti sia affidabile e credibile - perchè , si sarà capito, alle due paroline che osannavano il trionfo del direttore, di casa a Pesaro,  della Aspesi, non crediamo affatto.
 Perchè tanto interesse, al limite dell' accanimento? Perchè ci andiamo sempre più convincendo che a molti giovani dotati, in diversi campi della professione musicale, agenti senza scrupoli e consiglieri incompetenti fanno fare passi quasi sempre più lunghi delle loro gambe, benchè agili, dando colpi mortali alla loro crescita artistica. Mariotti - che a nostro modestissimooooo avviso ha fatto in questo caso un passo più lungo della gamba - avrebbe potuto e dovuto attendere prima di affrontare il monumento di Rossini, anche nel festival di papà. Esiste un tempo per ogni cosa. Non è vero - come sostengono molti giovani direttori che se arriva un'occasione bisogna saperla cogliere. Non, non è quasi mai così.  Dudamel,e  lo stesso Harding, recentemente, si sono bruciati con due opere per le quali evidentemente sia l'uno, ancora inesperto di melodramma in Rigoletto, sia l'altro in carriera ed espertissimo, nel difficile Falstaff, non erano ancora preparati.
Nella musica, ancor più nella direzione, specie quando si sale il podio giovanissimi, è sempre molto meglio arrivare  più tardi che un attimo prima. Per non dire di quelli che arrivano anni prima. Immeritatamente e con danno di se stessi.

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