E' di qualche giorno fa una notizia che ci riempie di gioia, si fa per dire. Il sindaco Marino ha bloccato il bando per la gestione di alcuni luoghi romani resi sacri dalla storia e dalla bellezza: Teatro di Marcello, Casina delle Civette a Villa Torlonia ed altri ancora. Il sindaco Marino vuol vederci chiaro sulla durata dell'affidamento gestionale ai privati e sul costo per i medesimi. Non è tutto quello che noi vorremmo, ma è già qualcosa. Perchè nel blocco del bando non figura alcuna obiezione su 'ciò che si fa' in questi luoghi. All'elenco se ne potrebbero aggiungere altri di luoghi, tutti di straordinaria bellezza e fascino, nei quali in questi anni abbiamo visto svolgersi spettacoli ed altre occupazioni di dubbio valore, quando non addirittura di scadentissima qualità. Pensiamo al Cortile di Sant'Ivo alla Sapienza, al Ninfeo dei Quintili sull'Appia antica, a Villa Adriana a Tivoli, a Castel sant'Angelo, al Chiostro del Bramante. Ecco, noi vorremmo che il sindaco Marino e chi per lui - che si intenda naturalmente delle destinazioni alle quali questi luoghi sono avviati - esamini con attenzione ciò che si andrà a fare. Villa Adriana, ad esempio, prima che ne prendesse possesso Musica per Roma 'pigliatutto', era stata consegnata da precedenti amministrazioni in mani sacrileghe che l'hanno profanata senza che nessuno si opponesse; il Cortile meraviglioso di Sant'Ivo ospita da tempo immemorabile una 'stagioncina' piccina piccina di concerti, da tempo immemorabile affidata al medesimo ensemble con medesimo direttore, quando invece, in una città come Roma, potrebbe essere luogo deputato per un festival barocco coi fiocchi.
E' la dissacrazione continua che noi vorremmo mettere sotto gli occhi dell'innovatore Marino. Se apre i suoi occhi, gli perdoneremo se poi va a pescare per i suoi assessorati in famiglie di parenti di partito. Non gliene vorremo per queste debolezze da sempre esistite e che non sarà Marino a cancellare - la sorella di Zanda era capo segreteria del Presidente della Rai, Zaccaria. Ve lo ricordate?
Oggi in una lettera al Corriere, Carlo Montanari, si domandava, in altri termini, più o meno la stessa cosa. Mentre tutti discutono dello stipendio che reclamerebbe la Melandri, presidente del MAXXI, lui osa domandarsi: che c'entra la Melandri con il MAXXI, Del Noce con Venaria, Minoli con Rivoli o la Crisstillin con il Museo Egizio, sulla piazza torinese? Già che c'entrano?
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