Questa volta la Aspesi ci ha spiazzati. Mentre attendevamo il solito pezzone Rossini-Mariotti da Pesaro - ma forse per questo sta attendendo l'esito non scontato del prossimo 'Tell' diretto dal giovane Mariotti nel festival del padre Mariotti e delle feste che la famiglia Tittarelli ed altre faranno per i rossiniani - ci ha deliziati con un articolo su Britten, del quale cade quest'anno il centenario della nascita, e per dirci che il musicista - la quarta 'B' della musica, dopo Bach, Beethoven e Brahms - viene celebrato in ogni parte del mondo, e in Inghilterra anche con due biografie. La Aspesi, che naturalmente non può improvvisarsi musicologa, si avventura per l'intricato percorso delle vicende biografiche del musicista, anzi su un solo elemento di tale vicenda, la sua omosessualità. Ce ne traccia un ritratto fotografico, racconta della sua vita con il celebre tenore Pears, un omone; ci dice che ogni sua opera è omosessuale, e che Britten amava gli adolescenti che però rispettava, in linea di massima. Meno male che lo ha precisato, perchè ci stava venendo il dubbio che Britten fosse pedofilo, la quale cosa gli avrebbe appiccicato addosso qualcosa di ripugnante. Sembra, infatti, a detta della Aspesi, che salvo un caso in cui Britten avrebbe molestato un adolesscente- sarà poi vero? - in tutti gli altri casi, il suo amore per gli adolescenti lo portava a proteggerli come fa un padre.
Ma neanche questo sembra essere l'obiettivo finale del suo lungo articolo, del quale ai lettori della cu
ltura di Repubblica forse non fregava assolutamente nulla. La Aspesi accenna anche al suo pacifismo, innegabile.
Lei ha attinto alle due biografie inglesi uscite in occasione del centenario - fortunata lei che conosce le .lingue - non a quella italiana, scritta da Alessandro Macchia ( semplice omonimia con Giovanni) e celebrata su molti giornali, a cominciare dal 'Sole', a firma Quirino Principe. Lei i libri italiani, onde evitare il rischio di un provincialismo sempre in agguato, preferisce non leggerli.
Da non sottovalutare, infine, le poche righe finali della Aspesi, quelle che fanno capire la ragione principale di quell'articolo. Almeno così sembra a noi. In tutto il mondo Britten è stato celebrato; in Italia parecchi teatri hanno dato 'Il piccolo spazzacammino', a cominciare dalla Scala che negli ultimi anni ha presentato 'Morte a Venezia ' e Peter Grimes' ponendosi quindi all'avanguardia e gareggiando con i grandi teatri di tutto il mondo; e termina: " il sovrintendente Lissner aveva in programma anche 'Billy Bud': ma non ne avrà il tempo, visto che lascia la Scala l'anno prossimo". Tutta quella lunga chiacchiera su Britten, per fare uno spottone a Lissner prima della sua partenza. Abbiamo capito. La Aspesi sarà una delle vedove lissneriane inconsolabili.
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