Torino ha preso seriamente la candidatura a "Stalingrado d'Italia", forse anche troppo, visto l'ultimo emendamento di iniziativa popolare che è arrivato in Consiglio comunale, che prevede la requisizione delle abitazioni private nel caso in cui queste siano vuote. L'iniziativa ha l'obiettivo di contrastare la crisi immobiliare ma vuole utilizzare sistemi in voga nell'Unione sovietica di Stalin, a cui evidentemente guardano con ardore le frange più estremiste della città. La campagna si chiama "vuoto a rendere" ed è stata firmata da 1.684 cittadini torinesi. Comprensibile la barricata della Lega contro un'iniziativa che propone di violare la proprietà privata, diritto inviolabile sancito dall'articolo 42 della Costituzione italiana.
La delibera prevede che venga preliminarmente effettuato un censimento delle case sfitte del Comune di Torino. Ai proprietari di alloggi vuoti, quindi, viene chiesto di motivare la ragione per la quale gli immobili non sono occupati. Il provvedimento è orientato a chi possiede più di cinque appartamenti e qualora questi non volessero collaborare, viene scritto nero su bianco nella delibera, potranno essere oggetto di sanzioni. In base a questo documento si chiede alla Città di intervenire con sanzioni economiche e amministrative, che possono arrivare fino alla requisizione dell'immobile. I firmatari vorrebbero "stabilire misure fiscali, per il tramite ad esempio di maggiorazioni dell’IMU e/o della TARI, volte a penalizzare lo stato di ingiustificato inutilizzo di beni di grandi proprietari privati". Ma anche ricorrere "all’istituto della requisizione, come regolato dall’art. 835 c.c. e dalla legislazione speciale, per far fronte a situazioni di emergenza abitativa, nei casi in cui, alla scadenza del termine assegnato dalla Città, persista, con riguardo a beni in proprietà di persone fisiche o enti qualificabili come 'grandi proprietari', uno stato di ingiustificato abbandono".
Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega, lo definisce "un attacco alla proprietà privata", "una misura stalinista" che guarda alla "espropriazione proletaria". Il leghista, quindi, conclude: "Di Salis ne abbiamo viste già molte. Il comune di Torino pensi ai propri immobili, come Askatasuna, prima di occuparsi di quelli degli altri, ottenuti con sacrifici. Questa delibera è una follia". Stesso pensiero per Elena Maccanti, esponente della Lega, secondo la quale "aumentare le tasse o requisire i beni abbandonati penalizzerà indiscriminatamente chi, per varie ragioni, non può o non vuole utilizzare i propri immobili". Queste misure, conclude, "additano i proprietari come i responsabili di un problema sociale complesso e alimentano un clima di odio sociale dagli effetti incontrollabili".
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