Il tempo sembra essersi fermato all’interno di Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, nel Piacentino. Arredi e suppellettili sono conservati come se il Maestro dovesse rientrare da un momento all’altro. All’esterno, tuttavia, le persiane verdi e la facciata giallo paglierino passano in secondo piano di fronte all’evidente stato di degrado: Distacco di intonaci, crepe,
recinzioni abbattute, erbacce cresciute dappertutto, anche fra i coppi del tetto.
Da due anni, infatti, Villa Verdi è chiusa. Il parco che circonda la residenza è in abbandono, con la rete perimetrale squarciata, rami spezzati e foglie accumulate ovunque. Come se non bastasse, nei giorni scorsi, nei pressi di San Pedretto di Monticelli (Piacenza), i carabinieri hanno rinvenuto un busto di Giuseppe Verdi, trafugato l’estate scorsa dall’ex ospedale di Villanova, attualmente in ristrutturazione per diventare un Centro Paralimpico di riferimento per il nord Italia.
Il quadro complessivo è desolante. A pagarne il prezzo non sono solo gli eredi della famiglia Verdi, ma anche il territorio e le sue attività commerciali, ormai prive dell’afflusso turistico. Intanto si attende che il Ministero della Cultura completi l’iter di esproprio per acquisire la casa-museo.
«La speranza è che lo Stato faccia in fretta», spiega l’avvocato Fabio Mezzadri, erede della linea familiare dal 2020, quando è scomparsa la moglie, Emanuela Carrara Verdi. «Noi eredi, consapevoli del valore storico di Villa Verdi, auspichiamo che l’acquisizione venga portata a termine nel più breve tempo possibile, pur riservandoci il diritto di valutare, ciascuno per sé, l’ammontare dell’indennizzo».
Dopo la morte di Alberto Carrara Verdi nel 2001, l’eredità è passata ai suoi genitori e ai quattro figli: Maria Mercedes, Ludovica, Emanuela e Angiolo. Angelo ha abitato nella Villa fino al 2022, anno in cui il Tribunale di Parma ha assegnato la gestione dell’immobile all’Istituto di vendite giudiziarie, ordinandone la messa in vendita.
Angiolo Carrara Verdi, discendente diretto del musicista, era stato «sfrattato» per decisione della giustizia civile che, dopo una sentenza di Cassazione, ha messo fine ad una battaglia legale, tra fratelli, durata 20 anni. La Suprema Corte aveva infatti deciso che l’eredità di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001, deve essere divisa tra i figli in parti uguali (Maria Mercedes, Ludovica, Angiolo ed Emanuela). Ma siccome nessuno era in grado di rilevare le quote dell’altro, la casa-museo era finita in vendita.
«Nel 2023, l’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aveva annunciato il decreto di pubblica utilità», ricorda Mezzadri. La proposta del Ministero prevedeva una liquidazione di 8 milioni di euro alla famiglia, ma la perizia del Tribunale di Parma aveva stimato il valore dell’immobile e dei beni vincolati al suo interno in 30 milioni. Una discrepanza che aveva generato non poche perplessità tra gli eredi del celebre compositore.
«Lo Stato sta compiendo i passaggi tecnici necessari, dalla dichiarazione di pubblica utilità all’esproprio, fino alla presa di possesso dell’immobile», sottolinea Mezzadri. Tuttavia, Villa Verdi resta chiusa ai turisti e neppure gli eredi possono accedervi. «L’immobile è attualmente sotto la gestione dell’Istituto di vendite», spiega l’avvocato, aggiungendo: «La villa è disabitata da due anni e dovrebbe essere riaperta al pubblico quanto prima. A rimetterci, nel frattempo, sono anche i ristoranti e le attività della zona».
«Salvare Villa Verdi» è l'appello lanciato pochi giorni fa anche dallo storico «Club dei 27»al quale ha fatto eco il sindaco di Busseto, Stefano Nevicati. Il primo cittadino del paese natale di Verdi aggiunge: «Lasciar appassire questo patrimonio sarebbe un impoverimento per l'intera umanità». Il sindaco e il Club dei 27 ricordano che il Maestro scrisse nel suo testamento: «...faccio obbligo... di conservare il giardino, la mia casa in Sant'Agata nello stato in cui ora si trova, pregandola di voler mantenere nello stato attuale tutti i prati che attorniano il giardino. Tale obbligo viene fatto anche ai suoi eredi o aventi causa...».
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