martedì 25 giugno 2024

Roma. Videocittà 2024. Mastodontica installazione luminosa al Gazometro

 VIDEOCITTÀ 2024

Il festival della visione e della cultura digitale

presenta in Prima Mondiale

GIORGIO MORODER & QUIET ENSEMBLE
NEBULA

Realizzata da Eni

Opening venerdì 5 luglio alla presenza degli artisti
Visitabile fino al 7 luglio dalle 22 alle 3 di notte

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Il 5 luglio alle 19.30
talk con Giorgio Moroder, Quiet Ensemble, Francesco Dobrovich
a cura di Nicolas Ballario

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5-7 luglio
Complesso Eni del Gazometro Ostiense| ROMA

GUARDA QUI IL VIDEO

Render Gazometro G4

Render Gazometro G4

400.000 led a illuminare un gigantesco cilindro metallico di oltre 3.000mq di superfice e 75 metri di altezza. Un’icona mondiale della musica elettronica e delle colonne sonore con un duo di artisti tra i più attivi creatori di installazioni digitali in ambito internazionale. Insieme per una delle più grandi opere immersive mai realizzate in Europa.

È Nebula, l’imponente e maestosa opera artistica site specific firmata dai Quiet Ensemble con le musiche originali di Giorgio Moroder, che sarà la protagonista assoluta della VII edizione di Videocittà – il festival ideato da Francesco Rutelli, con la direzione creativa di Francesco Dobrovich, che indaga le frontiere più avanzate dell’audiovisivo, in programma al Gazometro di Roma dal 5 al 7 luglio.

L’installazione è realizzata da Eni, curata da Videocittà, con il supporto scientifico dell'INAF e dell'Osservatorio Astronomico di Roma e con la produzione esecutiva di Eventi Italiani. L’opera verrà accesa il 5 luglio, giorno di apertura del festival, alla presenza di Giorgio Moroder e dei Quiet Ensemble e sarà visitabile in tutti e tre i giorni del festival dalle 22 alle 3 di notte. Anticipa l’ accensione uno speech di Andrea Moccia (fondatore di Geopop), a seguire alle 19.30, il pubblico del festival potrà seguire l’incontro fra Giorgio Moroder, Quiet Ensemble e Francesco Dobrovich, curato da Nicolas Ballario per scoprire la genesi, il processo creativo, la tecnologia utilizzata e tutti i dietro le quinte relativi all’opera.

Nebula investirà il cilindro metallico più grande del complesso del Gazometromonumento simbolo del quartiere Ostiense e della Roma contemporanea, trasformandolo in un suggestivo spazio di osservazione intergalattica. Una spettacolare esperienza audiovisiva immersiva in grado di ricreare una costellazione fittissima che avvolgerà il pubblico completamente da ogni direzione, rendendo il Gazometro una sorta di telescopio che si innalza verso il firmamento, tracciando un collegamento tra cielo a terra,  portando una porzione di cielo all’interno del cilindro.

L’idea dei Quiet Ensemble – una delle più brillanti eccellenze italiane della creazione digitale immersiva contemporanea, ospiti frequenti dei più importanti festival internazionali come Noor Riyadh, Sonar, Signal e abituati a creare installazioni che incrociano arte, scienza e natura, uniche per atmosfere e scala - è quella di ricreare il percorso che un viaggiatore spaziale potrebbe seguire partendo dalla crosta terrestre fino allo spazio. Proiettori laser faranno brillare un’infinità di cavi d’acciaio e le microparticelle di polvere che si alzano dal terreno, ricreando così una vera e propria nebulosa, immensa composizione di gas e polveri cosmiche.  Ogni fase di questo viaggio interstellare avrà una sua accezione sonora, una sua intensità, una sua spazializzazione, grazie a suoni provenienti da galassie lontane, ovvero le musiche realizzate appositamente per Videocittà dal pioniere dell'uso del sintetizzatore, maestro di colonne sonore, tre volte Premio Oscar Giorgio Moroder, recentemente insignito con un David di Donatello alla Carriera e riconosciuto in tutto il mondo come una delle figure più influenti dell’elettronica e della disco music. 

Con Nebula continua la quadrilogia iniziata nel 2022 con l'installazione dello studio multidisciplinare fuse* Luna Somnium, ispirata a uno scritto di Keplero, e proseguita lo scorso anno con Mater Terrae dello studio leader in spettacoli multimediali all'avanguardia Sila Sveta con la musica originale del producer Mace.  

Dopo la Luna e la Terra, dunque, quest'anno Videocittà si proietta nell'Universo.

Meloni: ho fatto mangiare i 'panzerotti' pugliesi al G7.Saranno riusciti a far mandare giù l'indigesto 'Vincerò' cantato da Bocelli?

  “Ho letto polemiche di ogni genere. Rivendico di avere organizzato un G7 all’altezza della reputazione italiana. Rivendico di averlo fatto in una regione del sud anche per smontare i pregiudizi che fino al giorno prima del G7 abbiamo letto su alcuni… diciamo media della stampa internazionale e rivendico di aver fatto mangiare ai leader delle nazioni presenti i panzerotti pugliesi”: lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando, intervistata a Milano dal direttore Alessandro Sallusti per i 50 anni de Il Giornale, del recente vertice G7 organizzato in Puglia. “Penso che questo sia un pezzo della grandezza italiana che non si potesse non fare vedere. Infatti mentre qui facciamo le polemiche perché siamo abituati a fare così anche quando gli altri ci fanno i complimenti comunico che tutti gli altri ci hanno fatto i complimenti perché è stato uno dei G7 meglio riusciti della storia del G7”, ha sottolineato Meloni. Palazzo Chigi Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev


P.S. Certamente, per i panzerotti pugliesi  ( P.A.)

Milano. La Corte d'Appello dovrebbe fare mea culpa per quella sentenza che ha scagionato un violentatore per il no giunto dopo 20 secondi dalla molestata (da Il Gazzettino)

 


Hostess molestata, assolto l'ex sindacalista della Cisl. Il giudice: «Il no solo dopo 20 secondi»

Venti secondi per reagire a una violenza sessuale. Troppi per i giudici del tribunale della Corte d'Appello di Milano che hanno assolto anche in secondo grado, confermando la sentenza pronunciata dal tribunale di Busto Arsizio (Varese) nel 2022, l'ex sindacalista Cisl Raffaele Meola in servizio a Malpensa all'epoca dei fatti. Meola era accusato di violenza sessuale nei confronti di una hostess che a lui si era rivolto nel marzo 2018 per una vertenza sindacale.


La sentenza

La Corte d'Appello di Milano ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura (il Pm di Busto Martina Melita all'epoca aveva chiesto due anni) e da Maria Teresa Manente, responsabile dell'ufficio legale dell'associazione Differenza Donna a cui la donna si era rivolta. La seconda assoluzione, così come accaduto in primo grado, ha sollevato l'indignazione di Manente: «Faremo ricorso in Cassazione - ha assicurato - perché questa sentenza ci riporta indietro di 30 anni e rinnega tutta la giurisprudenza di Cassazione che da oltre dieci anni afferma che un atto sessuale, compiuto in maniera repentina, subdola, improvvisa senza accertarsi del consenso della donna è reato di violenza sessuale e come tale va giudicato». In primo grado il presidente del collegio Nicoletta Guerrero spiegò, dopo il verdetto di assoluzione, che «la vittima è stata creduta» ma che non era stata raggiunta la prova in dibattimento su quanto denunciato dalla hostess.

Trieste. Teatro Verdi. Stagione sinfonica 2024-25 - Concerti fuori abbonamento (in autunno)

 STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO LIRICO GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE

Dal 15 settembre al 22 dicembre 2024

Programma

CONCERTI FUORI ABBONAMENTO 
IN COLLABORAZIONE CON LA SOCIETÀ DEI CONCERTI DI TRIESTE 
NELL’AMBITO DEL FESTIVAL DI TRIESTE- IL FARO DELLA MUSICA
 
Domenica 15 settembre 2024 ore 19.30
Direttore e violoncello solista           GIOVANNI SOLLIMA
 
FRANZ JOSEPH HAYDN
Leader Haughs and Yarrow, On a Bank of Flowers, The Sheperd Adonis da 150 Canti Scozzesi
Concerto in re maggiore op. 101
 
GIOVANNI SOLLIMA
Folktales per violoncello e orchestra
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
 
Mercoledì 18 settembre 2024 ore 19.30
Direttore WILL HUMBURG
Pianoforte NIKOLAI LUGANSKY
 
SERGEJ VASIL’EVIČ RACHMANINOV
Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in re min. op. 30
ANTONÍN DVOŘAK    
Nona Sinfonia in mi min. Dal nuovo mondo” op. 95
 
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
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STAGIONE SINFONICA 2024 IN ABBONAMENTO
1° Concerto
Venerdì 27 settembre 2024 ore 19.30
Direttore HANS GRAF
Violino               SERGEJ KRYLOV
PROGRAMMA
ÉDOUARD LALO
Symphonie espagnole per violino e orchestra in re min. op. 21
 
MODEST PETROVIČ MUSORGSKIJ
Tableaux d’une exposition trascrizione per orchestra di Maurice Ravel
 
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
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2° Concerto
Sabato 5 ottobre 2024 ore 18.00
Direttore HARTMUT HAENCHEN
Violino STEFAN MILENKOVICH
Violoncello ETTORE PAGANO
 
PROGRAMMA
JOHANNES BRAHMS
Concerto per violino, violoncello e orchestra in la min.-magg. op. 102
 
ROBERT SCHUMANN
Sinfonia n. 4 in re min. op. 120
 
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
………………..
 
3° Concerto
Venerdì 11 ottobre 2024 ore 19.30
Direttore TOMMASO TURCHETTA
Soprano MARIE-PIERRE ROY
Pianoforte GIACOMO FUGA
Maestro del Coro PAOLO LONGO
 
PROGRAMMA
LUIGI DALLAPICCOLA
Cinque frammenti di Saffo - Liriche greche
 
SANDRO FUGA
Concerto per pianoforte, archi e timpani
 
IGOR STRAVINSKIJ
Sinfonia di salmi
 
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
…………..
4° Concerto   
Venerdì 18 ottobre 2024 ore 19.30
Direttore ENRICO CALESSO
Violino  GIUSEPPE GIBBONI
 
PROGRAMMA
RICHARD WAGNER
Tristan-Vorspiel und Isoldes Liebestod dall’opera Tristan und Isolde
 
FERRUCCIO BUSONI
Concerto in re magg. per violino e orchestra op. 35a, KV 243
 
RICHARD STRAUSS
Don Juan, poema sinfonico op. 20
Tod und Verklärung, poema sinfonico op. 24
            
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
…………….
 
5° Concerto
Sabato 23 novembre 2024 ore 18.00
Direttore ENRICO CALESSO
Oboe FRANÇOIS LELEUX
 
PROGRAMMA
RICHARD STRAUSS
Concerto in re magg. per oboe e piccola orchestra
 
Sinfonia n. 7 in mi magg.
 
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
…………………
 
6° Concerto
Domenica 22 dicembre 2024 ore 18.00
Direttore JORDI BERNÀCER
Tenore RICCARDO MASSI
Baritono MARKUS WERBA
Maestro del Coro PAOLO LONGO
 
PROGRAMMA
GIACOMO PUCCINI
Messa a quattro voci con orchestra (Messa di Gloria)
 
Orchestra e Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
In collaborazione con FVG Orchestra e Coro del Friuli Venezia Giulia

 

Con otto concerti dal 15 di settembre fino al 22 di dicembre, riparte la consueta e assai seguita stagione sinfonica del Verdi che quest’anno vedrà i primi due appuntamenti fuori abbonamento nell’ambito del Nuovo Festival di Trieste in collaborazione con La Società dei Concerti. 

lunedì 24 giugno 2024

Trieste. Teatro Verdi. Stagione 2024-25 -Opera e Balletto

 Otto titoli di cui sei prodotti dal Teatro Verdi di Trieste nei suoi laboratori artigianali cittadini, due per la prima volta in accordo di co-produzione  con il Teatro Comunale di Bologna; il ritorno di Wagner in città e il raro Candide di Bernstein per il repertorio novecentesco con il debutto alla regia del coreografo Renato Zanella a chiudere la stagione.

Grandissime voci giovani come Amartuvshin Enkhbat, Anastasia Bartoli e Roman Urdenko; direttori  di riferimento sui singoli repertori, come Ciampa per il trittico pucciniano, Calesso per Der Fliegende Holländer e Oren per Rigoletto; registi come Arnoud Bernard o Henning Brockhaus, la conferma di un titolo donizettiano per il secondo anno consecutivo:  Trieste musicale ritorna pienamente al suo storico ruolo culturale.

La stagione apre l’8 novembre con il più popolare e cinematografico dei titoli verdiani, La Traviata, nel nuovo allestimento per il Verdi del regista francese Arnoud Bernard, noto per la sua capacità di riletture intriganti pur rimanendo sempre in una cornice di impeccabile classicismo. Sul podio il Direttore Musicale Stabile Enrico Calesso, che affrontò per la prima volta il titolo nel 2018 al Maggio Musicale Fiorentino e da allora ne ha fatto uno dei suoi punti di forza sui tanti palchi europei dove stabilmente dirige. Il cast è guidato da una Violetta di assoluta esperienza quale la quarantottenne napoletana Maria Grazia Schiavo, voce di riferimento di direttori quali Muti e Dantone e presenza importante sui migliori palchi, da Salisburgo alla Scala. Con lei il giovane Alfredo di Antonio Poli, tra i tenori più stimati della nuova generazione.

A dicembre subito il balletto Don Quixote, che conferma l’ormai stabile rapporto artistico e creativo con la vicina Lubljana, piccola Salisburgo slovena alle porte di Trieste, vivace centro di musica e danza guidato dal coreografo veronese Renato Zanella, che quest’anno porterà a Trieste il celeberrimo titolo ottocentesco di Ludwig Minkus su libretto e coreografia di Marius Petipa con le modifiche del 1900 di Alexander Gorky, per un intramontabile classico della danza affrontato con rigore filologico e tutta la freschezza del balletto di Lubljana.

Il nuovo anno si aprirà invece a gennaio con Die Entführung aus dem Serail di Mozart nel nuovo allestimento firmato dal regista, scenografo e costumista Ivan Stefanutti con il ritorno sul podio, di nuovo su titolo mozartiano, di Beatrice Venezi, la Konstanze della bella e giovane soprano russa Anna Aglatova, ancora tutta da scoprire per il pubblico italiano, e il Belmonte di Ruzil Gatin, tenore russo già invece ben presente nel nostro paese, dal Rossini Opera Festival alla Scala. In questo mese Trieste ed il suo teatro coglieranno inoltre l’occasione per ospitare, in collaborazione con PromoTurismoFVG e Comune di Trieste, l’annuale meeting di ICMA, cioè l’associazione che raccoglie le più importante testate europee di musica classica, divenendo così per alcuni giorni una vera capitale del dibattito musicale del continente.

A febbraio si proseguirà invece col trittico pucciniano Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi nel nuovo, primo allestimento in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna nell’ambito di una sinergia tra due delle Fondazioni storiche più importanti d’Italia e che proseguirà a giugno con il Candide di Bernstein. Alla regia il solido Pier Francesco Maestrini e sul podio Ivan Ciampa, direttore tra i più affermati a livello internazionale per il repertorio operistico italiano. Il cast, ovviamente assai ampio, vede voci importanti come il russo Roman Burdenko, già ben apprezzato in città, Anastasia Bartoli, fra i soprani emergenti più interessanti della sua generazione, il giovane triestino Riccardo Rados e l’affermato soprano russo Olga Maslova, già amata nell’ultimo Nabucco.

Marzo invece celebrerà finalmente il ritorno a Trieste di Wagner a rinsaldare una delle tradizioni musicali più identitarie per la città giuliana sin da fine Ottocento, che negli ultimi anni sembrava invece relegata a decor storico nella sale del Museo Teatrale Schmidl: Die Fliegende Holländer con la nuova regia del tedesco Henning Brockhaus, ormai di casa al Verdi e vera colonna portante della creatività teatrale europea del Novecento da Strehler in poi, e la direzione di Enrico Calesso, tra i migliori interpreti wagneriani di area tedesca, al suo debutto nel titolo. ll cast riunisce quattro cantanti wagneriani di solidissima esperienza: nel ruolo di Der Holländer il basso baritono James Rutherford, Erik sarà interpretato dal tenore americano Clay Hilley, il soprano drammatico Elena Batoukova-Kerl sarà Senta e il basso baritono tedesco Albert Dolmen nel ruolo di Daland.

Ad aprile Lucia di Lammermoor di Donizetti continuerà il percorso con l’illustre bergamasco, ripreso in città nella scorsa stagione, grazie al sontuoso allestimento dell’Opera di Las Palmas firmato dal regista tedesco-polacco Bruno Berger-Gorski, mentre tornerà sul podio dell’Orchestra del Verdi l’amato Daniel Oren e nel ruolo del titolo la diva assoluta del Bel Canto Jessica Pratt al suo debutto a Trieste.

Ancora Oren a maggio per il Rigoletto nel nuovo allestimento del Verdi con Amartuvshin Enkhbat nel ruolo del titolo, assoluta garanzia di eccellenza dopo il brillantissimo e lodatissimo debutto in Scala per l’atteso ritorno dell’opera sul palco scaligero, con lui un giovane cast internazionale che riserverà certamente belle sorprese.

Infine grande chiusura novecentesca a giugno con il Candide di Leonard Bernstein, con il debutto alla regia d’opera di Renato Zanella, conosciuto fino ad ora solo come uno dei più brillanti coreografi di balletto d’Europa, dall’Opera di Vienna all’Arena di Verona e personalità ben nota in città per la sua effervescente creatività. Sul podio l’affermato direttore Kevin Rhodes, che saprà sicuramente dare il giusto tocco a questa rara operetta in due atti composta da Bernstein proprio negli anni in cui, a tutti gli effetti, Trieste viveva sotto il protettorato anglo-americano, vera enclave di cultura anglosassone in territorio italiano.


La campagna abbonamenti si apre martedì 25 giugno 2024  e si chiude domenica 17 novembre 2024. Gli abbonati alla Stagione 23-24 possono confermare il proprio posto fino a sabato 28 settembre 2024. L’assegnazione dei posti ai nuovi abbonati partirà da martedì 1 ottobre 2024. Gli abbonamenti si dovranno ritirare entro sabato 26 ottobre 2024. La vendita dei biglietti per i singoli spettacoli inizierà martedì 15 ottobre 2024. 

Rimangono invariati i prezzi di abbonamenti e biglietti rispetto alla passata stagione. Confermate anche tutte le promozioni per i giovani under 34 con prezzi per abbonamenti e singoli biglietti particolarmente vantaggiosi.

 

Auguri ad Alessandro Vespa ed alla consorte Isabella. Isabella chi?

 L'altro ieri, annunciato da  squilli di trombe, si è celebrato il matrimonio di Alessandro e Isabella ad Oria, in cattedrale, officiato dal vescovo di quella diocesi, davanti a numerosi invitati ( si dice oltre 200), fra i quali anche parecchi vip  della politica e dello spettacolo. Dopo il rito, tutti alla Masseria 'Li Reni', resort e cantina della famiglia Vespa, per il pranzo e la festa, prima della partenza degli sposi per il rituale viaggio di nozze.

  Per il rito religioso, il Comune di Oria, senza che Vespa lo avesse richiesto (perchè avrebbe dovuto, anzi potuto, e perchè il Comune, se richiesto, avrebbe dovuto e potuto concederlo?), ha ordinato la chiusura al traffico del centro storico per consentire ai tanti importanti invitati di accedervi in tutta comodità e forse anche in sicurezza. 

 Chi si sarà un pò risentita di tanto clamore sarà stata certamente la bellissima Diletta Leotta che lo stesso giorno si è sposata a Vulcano, che i riflettori mediatici non  hanno illuminato a sufficienza per le concomitanti nozze del figlio di Bruno Vespa. Ma la Leotta avrà modo di rifarsi, per Lei ci vuole poco, dato il grande seguito sui social.

 Noi del matrimonio di Alessandro Vespa, che abbiamo conosciuto ancora molto giovane perchè figlio dei nostri amici Augusta e Bruno, sappiamo quasi tutto, abbiamo letto in rete tutti i giornali che l'hanno annunciato e poi seguito. Nulla ci è sfuggito, salvo...

per quanto abbiamo letto e riletto, cercato e ricercato, nessun giornale riportava il cognome della bella sposa di Alessandro, di cui conosciamo solo il nome: Isabella. Sul cognome top secret.

 Noi ci siamo lanciati in una  ipotesi, guardando le foto della sposa mentre fa il suo ingresso in chiesa. Chi la accompagnava, che immaginiamo sia suo padre od un  membro strettissimo della sua famiglia, sembrava il gemello del ministro dell'Interno Piantedosi; oppure un parente lontano dell'ex ministro Franco Alfano, presente al matrimonio.

 Non sono che ipotesi che poggiano sulla sabbia. Mentre  sulla sabbia non poggia il  diramato ed osservato diktat di 'tacere il cognome della sposa' impartito dalle rispettive famiglie degli sposi a tutti i giornali.

Meloni non può far rima con Bocelli in un paese come l'Italia

Non erano passati molti giorni da quando ci eravamo congratulati con gli organizzatori del Concerto per la Repubblica del 2 giugno al Quirinale, perchè avevano invitato un giovane ma promettente e avviato direttore, Michele Gamba (il nome vuol dire, qualche volta), ed un talentuoso e giovanissimo violoncellista,  Ettore Pagano. Finalmente basta con le vecchie glorie, sempre le stesse, che tutti conosciamo e che hanno hanno stufato. Dunque dal Quirinale sembrava venire aria nuova nelle scelte musicali - mettiamoci dentro anche il repertorio, fra i più idonei fra quelli ascoltati negli ultimi anni - per il concerto simbolo della nostra democrazia.

 E invece, un concerto altrettanto importante, dinanzi ai grandi della terra, il G7 più altri, a Fasano, organizzato da Meloni e dai suoi, ci ha fatti ripiombare nello sconforto più totale.

 Hanno invitato il solito Bocelli - che, diciamolo, ha fatto il suo tempo, e se nel mondo lo apprezzano ancora, chi ha un minimo di gusto ha il diritto di dire basta -  e gli hanno chiesto il 'Vincerò' pucciniano, del quale, in tutta sincerità, abbiamo piene le scatole.

 Fra parentesi, lasciateci togliere un sassolino... Quel grande intellettuale, amministratore lodatissimo che è Fortunato Ortombina, ora agli onori della Scala, quando noi non ci siamo più occupati del programma del Concerto di Capodanno dalla Fenice, nel quale avevamo inserito due pezzi d'obbligo in chiusura ( Va' Pensiero e Libiam ecc... , ci ha messo il famigerato Vincerò pucciniano come terzo (incomodo), ogni anno o quasi, e quando no, un coro che lo richiama. Pura banale routine e forse anche volgarità.

 Torniamo al Concerto per il G7, per il quale tralasciamo ogni osservazione su Bocelli alle prese con quel Puccini, come anche sulla presenza della bella e brava violinista da tempo collaboratrice di Bocelli, che arriva con un pancione così grande che abbiamo temuto partorisse davanti al mondo intero lì rappresentato dagli uomini più potenti della terra, mentre ci soffermiamo sulla cultura dalla quale i collaboratori della Meloni e Lei medesima provengono. E che musicalmente è sottozero.

Bastava osservare la Meloni, seduta in prima fila, che  alla  fine del Vincerò non solo ha applaudito ma ha fatto girare la mano destra a mulinello, per dire la sua soddisfazione, al momento dell'acuto. Che per Lei era, evidentemente, il massimo della musica. Del resto che cosa si pretende da una premier che, pur governando il paese più musicale al mondo, oltre l'inaugurazione della Scala di due anni fa e la festa all'Arena di inizio giugno scorso,  non  aveva mai messo piede, nei suoi quasi 50 anni, in un teatro?

 I ristoratori che hanno servito i pasti a Fasano sono andati molto più avanti di quanto non abbia fatto la Meloni per la musica. Il loro pane con olio e pomodoro, semplice e genuino, è risultato più apprezzato e gustoso, del Vincerò di Puccini - il Maestro ci perdoni! - cantato (?) da Bocelli


domenica 23 giugno 2024

Sangiuliano, intervenendo troppo spesso su tutto, rischia di fare continue figuracce e dire strafalcioni

 

Gaffe del ministro della Cultura, Sangiuliano, che durante un suo intervento spiega: «Colombo non ipotizzava di scoprire un nuovo continente ma voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra, sulla base delle teorie di Galileo Galilei». La scoperta delle Americhe però risale al 1492, ben prima della nascita di Galileo avvenuta nel 1564.

Dopo Toninelli, al pari di Lollobrigida , promette bene anche Simona Renata Baldassarre, medico estetico, assessora della Regione Lazio alla Cultura, Politiche giovanili, Famiglia, Servizio civile



Baldassarre alla presentazione della stagione del'Accademia di Santa Cecilia

 La Regione Lazio è al fianco dell’Accademia di Santa Cecilia, prestigiosa istituzione che dà lustro a Roma e la qualifica come capitale delle arti.

La musica è un prezioso veicolo dell’identità nazionale, come ci ricorda la figura del patriota e autore del testo dell’Inno nazionale Goffredo Mameli, e nostro obiettivo è avvicinare sempre più i giovani alla musica classica e sinfonica. Plaudo, per questo, alla intelligente politica dell’Accademia per coinvolgere i più giovani».

Lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura, alle Parti opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia e al Servizio civile della Regione Lazio, Simona Baldassarre, in occasione della conferenza di presentazione della stagione 2024/25 dell’Accademia di Santa Cecilia

«I miei complimenti a una programmazione musicale di così grande interesse e prestigio.

Invito tutti i romani a venire ad ascoltare gli artisti dal vivo, e a sostenere l’Accademia, vanto della nostra città»



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Baldassarre alla presentazione della stagione del Teatro dell'Opera di Roma.

“Quello del Teatro dell'Opera di Roma è un vero e proprio patrimonio culturale – sottolinea -. È un soft power dell'Italia nel mondo. Sono molto contenta del teatro che si diffonde nelle scuole e nei municipi perché l'opera non è per le élite, ma tutti i romani e i giovani. L'opera è identitaria e vettore di italianità, è un gioiello culturale da preservare, promuovere e sostenere. E noi ci siamo".



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Baldassarre alla presentazione della stagione dello Stabile di Roma


‘La Regione Lazio è al fianco di questa istituzione, perché siamo consapevoli che si tratta di un asset strategico’

Il teatro è cultura e identità, strumento attraverso il quale dare forza alla nostra democrazia, attraverso la riflessione intellettuale che l’arte accende in tutti noi.

Lo Stabile di Roma ha sempre avuto questa funzione, è un presidio civile, e la trasformazione in Fondazione e la direzione di Luca De Fusco rafforzano ulteriormente questa missione, come rivela il ricco programma che oggi presentiamo, e al quale plaudo, facendo i miei complimenti al direttore a tutta l’organizzazione.

È arduo elencare tutte le opere significative di questa programmazione, dai classici alla sperimentazione, o citare tutte le partnership e i progetti importanti che vedranno lo Stabile al centro.

La cosa essenziale è sottolineare che questo teatro è sempre più un sistema aperto e in sinergia per la cultura e il nostro territorio.

Roma è caput mundi anche delle arti e del teatro, grazie a un investimento sulle politiche culturali significativo da parte degli Enti territoriali.

La Regione Lazio è al fianco di questa istituzione, perché siamo consapevoli che si tratta di un asset strategico.


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Dott.ssa (Medicina del Lavoro, e Medicina Estetica) Simona Renata Baldassarre. (LEGA, ma progressista). 

Attività politica, nel segno della cultura e della difesa dei diritti civili

Attività politica:

Nel 2013 è stata eletta consigliere municipale a Roma.

È considerata vicina alle associazioni ultracattoliche, tra cui CitizenGo e Family day.

A seguito delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019 è diventata eurodeputata nella IX legislatura, candidata con la Lega, del segretario Matteo Salvini.

Al parlamento europeo ha aderito al gruppo Identità e Democrazia, il gruppo politico sovranista di destra ed estrema destra di nuova formazione.

Nell'ambito della discussione sull'assistenza umanitaria nel Mediterraneo si è espressa contro l'apertura dei porti alle navi di soccorso dei migranti.

Durante la sua attività parlamentare ha votato contro il rapporto sulla salute riproduttiva delle donne e si è espressa contro la maternità surrogata.

Ha partecipato alla manifestazione di Roma organizzata dall'associazione antiabortista Marcia per la Vita. Si è espressa pubblicamente contro l'adozione del disegno di legge contro omotransfobia, il riconoscimento dell'adozione e della genitorialità in favore delle persone omosessuali.

Assessore in regione Lazio

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Il 13 marzo 2023 nominata assessore della Regione Lazio con deleghe a cultura e politiche giovanili nella giunta del neopresidente Francesco Rocca (Wikipedia).