Il sito-gioiello dimenticato. Tomba etrusca (senza turisti)
Il mondo archeologico in Italia è da sempre sotto attacco: il mercato clandestino, alimentato dalle imprese criminali è florido. Non di rado compaiono nei musei (ad esempio al Getty a Malibu, dove era lo strepitoso tavolo dei grifoni, proveniente dalla Puglia e ora recuperato dalle attività del Nucleo Tutela e Patrimonio dei Carabinieri, attivissimo sul territorio nazionale) oggetti che nessuno ha mai visto, scavati illegalmente, danneggiando irreparabilmente le possibilità di una conoscenza approfondita dei materiali.
I tombaroli nella storia nazionale sono sempre stati una calamità e hanno arrecato danni enormi al patrimonio nazionale. Il recente film di Alice Rohrwacher “La chimera“ illustra, senza esprimere troppe critiche, in chiave picaresca un mondo di avventurieri senza scrupoli, narrando le vicende di un gruppo di loschi cercatori attivi nei territori della Tuscia, guidati da un inglese dotato di un potere di visione. La mappa dei luoghi archeologici, regione per regione, è ricchissima, sorprendente. Spesso si tratta di escursioni lunghe, complesse, altre volte le vestigia dell’antico sono sempre sotto gli occhi di tutti.
Il caso più clamoroso è a Brescia, dove il Capitolium è in pieno centro (negli anni recenti i musei hanno realizzato numerose manifestazioni intorno alla magnifica Vittoria in bronzo, riscoperta nell’Ottocento).
Altre volte le cose sono meno evidenti, a Sesto Fiorentino, in campagna, brilla la tomba a tholos, i cui reperti sono esposti per la prima volta alla Biblioteca Pubblica di Sesto, alla Villa Ginori. Un gioiello architettonico, poco visto, che segnala il luogo come centrale per le vicende degli etruschi, aperto ora (nella foto sotto), dopo lunghe chiusure, nel weekend a cura della Pro Loco (non lontano si trova anche 2 la Tomba della Mula, a cui sono associate numerose leggende).
A Paulilatino, in provincia di Oristano, brilla tra gli olivi il meraviglioso Pozzo di Santa Cristina, tempio ipogeo delle acque sacre, tagliato in forma triangolare che per alcuni studiosi raffigura una vagina stilizzata. In quel sacro specchio liquido si specchia la luna secondo il disegno degli antichi costruttori.
Libarna, presso Serravalle Scrivia (Alessandria) presenta quello che rimane di una intera città, che è ancora in buona parte da scavare. Il Piemonte, per solito associato a memorie medievali o barocche, ospita il magnifico Museo Archeologico a Palazzo Reale, dove fino al prossimo 10 novembre è in corso una interessante mostra sul culto di Iside in quei territori.
A Marina di Gioiosa Ionica si trova il bel Teatro Greco Romano, i cui resti compaiono tra oleandri e olivi. La struttura prevedeva nei tempi antichi una capienza di milleduecento spettatori e i resti, come nella stupenda visione di Segesta (Trapani), illustrano perfettamente una società in cui lo spettacolo aveva un ruolo fondamentale.
La grande musica di Giacomo Puccini risuona nella sua città, Lucca.Nel verde delle Mura storiche le arie delle opere che hanno fatto il giro del mondo per poi tornare sempre qui, a casa, hanno cullato anche l'anima più irrequieta.
Dalla Turandot, a Madama Butterfly, da La bohème alla Tosca.
Le splendidi e potenti voci dei soprani Eleonora Buratto, Lidia Fridman e Mariangela Sicilia, dei tenori Luciano Ganci, Dmitry Korchak e Francesco Meli; accompagnati dall'orchestra "Cherubini", magistralmente diretta dal suo fondatore, Riccardo Muti, hanno regalato un momento magico alla città e non solo.
Oltre 6.000 gli spettatori presenti questa sera al concerto "Puccini secondo Muti". Un grande evento, trasmesso in diretta in mondovisione su Rai3 con la conduzione di Serena Autieri, che celebra il maestro lucchese nel centenario della sua morte, e rende omaggio alla lirica italiana in generale, da poco riconosciuta patrimonio culturale immateriale dall'Unesco, con la gigantesca direzione di Muti.
Il concerto è l'evento clou firmato dal Comitato per le celebrazioni pucciniane, nato nel 2022 proprio con lo scopo di valorizzare la figura e i luoghi di Puccini e per questo vicino al suo scioglimento, che in questi anni si è trovato al centro di varie polemiche in merito al presidente Alberto Veronesi. Polemiche che non hanno potuto fare altro che placarsi di fronte alla bellezza della lirica italiana. Gestito e organizzato dal Comune di Lucca con la collaborazione del Teatro del Giglio, Rai Cultura, Siae, sul palco messo a disposizione da Lucca Summer Festival e dalla 'D'Alessandro e Galli', con il patrocinio del MiC. "Puccini è un grande compositore, riconosciuto a tutte le latitudini, le sue opere vengono sempre rappresentate in tutto il mondo. Nell'anno del centenario della morte è giusto rendergli omaggio - ha commentato il ministro alla Cultura, Gennaro Sangiuliano - Noi ci siamo fortemente impegnati in questo concerto. Il canto lirico italiano è una delle più importanti espressioni della nostra identità nazionale".
Alla domanda se è soddisfatto del lavoro svolto dal comitato in questi anni, il ministro Sangiuliano ha risposto: "Noi siamo soddisfatti del lavoro svolto nel nome di Puccini". Stasera è stata senza dubbio un momento di orgoglio per la città, che ha indossato il suo abito migliore per mettersi in posa sotto gli occhi di tutti. "Siamo emozionati, è uno spettacolo che farà la storia - ha dichiarato soddisfatto il sindaco Mario Pardini - Ci aspettiamo che Lucca sia quello che ha già confermato nei fatti, ovvero una capitale della cultura, un luogo dove possono essere fatti eventi magici che rimangono pietre miliari". Tornando al presente, il concerto ha attirato in città personaggi di spicco della sfera politica nazionale e non solo: tra il pubblico, insieme al ministro Sangiuliano, anche il sottosegretario Gianmarco Mazzi, il presidente della Corte Costituzionale, Augusto Antonio Barbera, il segretario generale della Corte, Umberto Zingales, il presidente della Toscana Eugenio Giani. Si è goduto l'evento, lontano dai riflettori, anche Dustin Hoffman, accompagnato dal regista Peter Greenaway che ha da poco terminato le riprese del suo ultimo film proprio a Lucca e proprio con Hoffman.
VideoSangiuliano: 'Muti che dirige concerto-evento Puccini e' magico'
"Puccini era estremamente rigoroso, meticolosissimo, preciso nei metronomi. Senza dimenticare il metronomo del cuore, che è quello che comanda. Che non vuol dire sbracarsi, come si fa solitamente, perché così si fa male a una colonna della musica. Bisogna trovare la profonda espressione nel rispetto delle partiture. Puccini era un uomo che amava la vita. Se non lo avesse fatto non avrebbe scritto quello che ha scritto. Se faceva il monaco buddista avrebbe scritto un'altra cosa. Con tutto il rispetto per i monaci buddisti". Così il direttore Riccardo Muti a Lucca, durante un intervallo del concerto omaggio a Giacomo Puccini.
Più avanti, dopo altre esecuzioni di celebri arie pucciniane, il maestro Riccardo Muti ha ripreso la parola in un'altra interruzione per elogiare e spiegare l'esperienza dell'orchestra Cherubini fondata circa 20 anni fa per trasmettere insegnamento a giovani musicisti. "Ho fondato questa orchestra perché volevo fare qualcosa per il mio Paese. Lo dico per orgoglio di appartenenza al nostro grande Paese", ha detto Muti, e "lo dico in tutto il mondo, io provengo dal conservatorio di San Pietro a Majella e dal conservatorio Verdi di Milano, va bene? Poi visto che qualcosa so fare, mi hanno fatto accademico di qua e di là". "Ciò che ho imparato dai miei insegnanti, da Antonino Votto, che fu assistente di Toscanini alla Scala, dalle orchestre di tutto il mondo, ma anche da quelle piccole di provincia, voglio insegnarlo ai ragazzi - ha ancora affermato sul palco di Lucca Riccardo Muti -, non solo elementi di musica, ma soprattutto l'atteggiamento etico, morale, professionale dello stare in orchestra" la quale "non deve subire l'autorità, l'autorevolezza del direttore".
Muti ha ricordato di aver deciso di fondare l'orchestra Cherubini - qui a Lucca in formazione 'large' da 123 elementi - quando si accorse che i suoi punti di riferimento nella musica sarebbero scomparsi con i loro saperi non scritti, la loro esperienza. "Mi dissi che prima che queste cose, che nei libri non ci sono, spariscano con loro - ha detto Muti - devo trasmetterle agli altri". Muti ha indicato i musicisti della Cherubini dicendo che "questi ragazzi rappresentano una parte del meglio della gioventù italiana e non sono secondi a nessuno", poi ampliando il discorso, il grande direttore ha detto che se "i media si occupassero dei bei fiori che l'Italia produce e non delle cose negative...", quindi ha riportato un detto cinese secondo il quale "è a forza di pensare ai fiori che i fiori crescono". Muti ha detto di aver conosciuto un piccolo gruppo di giovani che a Scampia "si riunisce in una stanza per fare musica per liberarsi dal male che li circonda, in quella stanza nascono dei fiori. Perché nessuno ne parla?".
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All'indomani del concerto a Lucca di Muti dedicato interamente a Puccini, nel centenario della sua morte, veniamo a scoprire che trattavasi dell''evento clou' delle celebrazioni ad opera del Comitato nazionale pucciniano presieduto da Alberto Veronesi ( ancora nessuno ci ha detto il nome di chi ha suggerito a Draghi di nominarlo); mentre sembrava che il concerto fosse stato promosso dal Comune e finanziato con apposito fondo dal Ministero, da quel Gianmarco Mazzi sempre più in vista, lui di Sanremo, nella faccende che riguardano la musica non sanremese.
Erano girate ( Il Fatto quotidiano) notizie assai sorprendenti sul costo del concerto; mai veniva fatto il nome del famoso ( ed anche famigerato, nel senso delle infinte contestazioni al Comitato ed al presidente) Comitato; tanto che si diceva anche che i 10.000 previsti al concerto avrebbero portato altra acqua al finanziamento del concerto costosissimo - si preannunciava. I 10.000 sono stati solo 6.000 - poco sopra la metà, nonostante si tratti sempre di un bel numero
Ne ha approfittato anche il ministro Sangiuliano che, per farci dimenticare lo svarione Galileo Galilei-Cristoforo Colombo, ci ha rivelato che Puccini è uno dei compositori più illustri del nostro Pese e fra i più eseguiti al mondo.
Guai a dimenticare di dire della musica di Puccini che è la 'grande muscia' di Puccini- ci ha pesnato Serena Autieri- come se 'musica di Puccini', senza aggettivi ,non fosse sufficiente ad illustrarla e magnificarla.
Ed anche l'annotazione tipica di ben altre platee, quelle 'plebee', sulla 'grande orchestra', relativa alla Cherubini che, per festeggiare i suoi primi 20 anni di vita, ha richiamato a suonare anche strumentisti che da anni lavorano altrove, dopo il passaggio nella Cherubini ( P.A.)
"Il concerto che Riccardo Muti ha dedicato a Giacomo Puccini, nell'anno delle celebrazioni per il centenario, è stato seguito nel mondo in oltre 140 Paesi di 5 continenti, con un pubblico stimato intorno ai 20 milioni di persone (su un potenziale di 250 milioni).
Solo in Italia l'evento è stato visto da più 730.000 spettatori per uno share del 5% su Rai3".
È la soddisfazione del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. "Grazie a Riccardo Muti - sottolinea Mazzi - abbiamo realizzato un evento che ha saputo raccontare, in modo rispettoso, la genialità artistica di Giacomo Puccini e il patrimonio di musiche immortali da lui lasciato. A Lucca abbiamo vissuto una serata d'incanto, fatta della grandezza dell'Orchestra Cherubini, magistralmente diretta da Muti, e dall'entusiasmo del pubblico presente alle Mura Storiche. Mi ha inorgoglito vedere Dustin Hoffman applaudire a scena aperta i meravigliosi artisti sul palco. Un segnale che conferma la forte internazionalità di questa arte. È un altro passo importante del cammino intrapreso dal ministero della Cultura con l'obiettivo di rafforzare sempre più il ruolo e la divulgazione dell'Opera, e in generale della grande musica italiana, nel mondo".( ANSA)
"Segreto di Stato su Ustica? Tutto falso". Il Quirinale: una vergogna certe menzogne
Il Quirinale in campo contro fake news circolate sul web dove un certo Matteo Gracis, in un post su Facebook, ricondiviso da altri utenti, scrive dell’apposizione del segreto di Stato da parte di Sergio Mattarella sulla vicenda Ustica. "In riferimento ai post pubblicati sui social riguardanti una presunta apposizione del segreto di Stato sulle vicende di Ustica da parte del Presidente della Repubblica – spiega l’ufficio stampa del Colle – la notizia è palesemente falsa. Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite. È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto dei post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato".
Il compositore italiano Fabrizio Mancinelli, 45 anni tra un mese, da pochi giorni è un membro dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences di Los Angeles. Nato a Cles, in Trentino, e cresciuto all’Aquila, Mancinelli ha musicato film per i grandi Studios come Disney, Universal e Paramount e ha diretto l’orchestra per Kris Bowers su Green Book, Il Colore viola o Bob Marley: One Love. Racconta che entrare nell’istituzione che assegna gli Oscar “è il coronamento di un lungo percorso avviato da bambino, in Italia, e decollato a Los Angeles”, dove vive e lavora dal 2011. “Già da piccolo, quello che mi affascinava di più nei cartoni della Disney era la colonna sonora. Le Nozze di Figaro, che i miei genitori mi portarono a vedere al Festival di Spoleto quando avevo 11 anni, confermarono quella passione. Tornando a casa, li supplicai di farmi frequentare lezioni di musica e coro. Per fortuna acconsentirono. Mi ci buttai a capofitto: le mie prime composizioni sono state delle canzoncine per le recite scolastiche! Dopo il liceo però non vollero che studiassi solo al conservatorio e per accontentarli frequentai anche giurisprudenza”. Ha collaborato con Gian Carlo Menotti a Spoleto, ha studiato con il premio Oscar Luis Bacalov all’Accademia Chigiana di Siena e ha finito con lode il corso in composizione e direzione d’orchestra al conservatorio Alfredo Casella della sua città. Una borsa di studio Fulbright gli ha aperto la strada verso gli Stati Uniti: nel 2009, la laurea in Scoring for Motion Pictures and Television all’University of Southern California (Usc). “La spinta verso Hollywood mi ha salvato la vita – sottolinea -. Il 6 aprile del 2009, quando c’è stato il terremoto all’Aquila, l’unica parete che è crollata a casa dei miei è stata quella della mia camera. È franata proprio sul mio letto. Da allora cerco di trasmettere con la mia vita e la mia musica questo senso immenso di gratitudine”.
Musica medievale negli spazi storici della regione: è la formula del festival "Musica cortese". Un cartellone di otto eventi, che tocca Gorizia, Aquileia, Cormons, Cividale, Gradisca e Farra.
Si comincia giovedì 4 luglio e si va avanti fino alla domenica successiva. Il titolo della rassegna di quest'anno è una citazione dalla "Commedia" di Dante: Bella Petra, un richiamo alla capacità delle pietre di essere custodi del passato ma anche capaci di contenere una bellezza sempre nuova.
Dopo l'anteprima, in duomo a Gorizia con l'orchestra barocca dell'Unione Europa, il primo appuntamento è al museo paleocristiano di Aquileia, con un programma dedicato all'amor profano nella lirica in musica del medioevo islamico, ebraico e cristiano.
Ad organizzare la rassegna, l'ensemble Dramsam, che sarà anche protagonista di uno degli appuntamenti, quello del 12 luglio a Gradisca. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito con prenotazione consigliata via mail.
Dalle note preziose ed eterne di Rossini e Strauss, Saint Saëns e Bizet, Mascagni e Shostakovich, alla suggestiva voce di Serena Autieri che ha interpretato alcuni dei classici più amati del repertorio classico napoletano.
E poi il talento cristallino di tanti giovani musicisti, appassionati allievi di una delle istituzioni musicali più importanti del nostro Paese.
Una serata davvero straordinaria al Conservatorio di Musica "Santa Cecilia", alla presenza della ministra per l'Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, in occasione del concerto "Suoni d'inverno", il primo evento promosso dalla presidente Simona Agnes. Protagonista l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma diretta dal Maestro Michelangelo Galeati, formata da 50 musicisti, tra studenti di triennio e biennio, ex allievi e professori. Con loro anche il violino solista del giovanissimo Sebastian Zagame, che si è esibito incantando tutti con il suo strumento. "Madrina" d'eccezione della serata, presentata da Gigi Marzullo, una straordinaria Serena Autieri, che ha accompagnato il pubblico con alcuni brani della tradizione classica napoletana, rivisitandoli con il suo stile inconfondibile. La sua partecipazione è un gesto significativo per gli studenti del Conservatorio, Serena ha deciso infatti di devolvere il suo compenso per due borse di studio a due studenti: Daphne Neri e Dario Sordini. Tante le istituzioni e gli ospiti presenti, da Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa ad Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (informazione ed editoria), da Pierluca Impronta, presidente Gruppo MAG, a Antonio Preziosi, direttore del Tg2; e ancora Nicola Maccanico, AD e DG Cinecittà Spa, l'imprenditore Giuseppe De Mita, Aurelio Regina (Egonzehnder), Paola Severino, presidente Luiss School of Law, Alberto Matano, vicedirettore Day Time Rai, Renato Della Valle e Luana Ravegnini, il presidente Banca del Fucino Mauro Masi con Ingrid Muccitelli. Il concerto "Suoni d'inverno" è stato reso possibile grazie al sostegno del Gruppo Mag, realtà imprenditoriale guidata da Pierluca Impronta, neo Cavaliere del Lavoro.
Calbi nominato Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha nominato Antonio Calbi nuovo presidente dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, una delle più prestigiose istituzioni europee della formazione dedicata all’arte di Tersicore.
Calbi è stato direttore del Teatro Eliseo e del Teatro di Roma, è stato sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa e ancora prima è stato direttore del Settore spettacolo del Comune di Milano, con Letizia Moratti prima e Giuliano Pisapia poi, lavorando a fianco di assessori come Vittorio Sgarbi e Stefano Boeri. Calbi ha anche lavorato molti anni alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, a fianco dei direttori Renato Palazzi e Mario Raimondo, dove si è occupato anche del corso di teatrodanza diretto da Marinella Guatterini. Da sempre attento alla danza ha curato festival, rassegne, convegni, in particolare “Teatri 90 danza – Cantiere della nuova coreografia italiana” e “Oltre 90 festival – Poesia e inferno nella scena contemporanea”, ricognizioni sulla nuova danza italiana e internazionale realizzate a Milano. Al Teatro di Roma ha accolto spettacoli di Enzo Cosimi, Virgilio Sieni, Julie Ann Anzilotti, Giorgio Rossi, Abbondanza Bertoni, Michele Di Stefano e molti altri coreografi, sia al Teatro Argentina sia al Teatro India. Calbi attualmente dirige l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, dove è approdato su nomina del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, selezionato fra i 90 candidati che hanno partecipato al bando pubblico. All’interno del festival “Passions Olympiques”, creato per le Olimpiadi di Parigi di questa estate, Calbi ha invitato spettacoli sullo sport firmati da Marco D’Agostin, Simone Bertozzi, Salvo Lombardo.
“Sono cresciuto vedendo spettacoli di balletto alla Scala, dove ho applaudito Rudolf Nureyev e Carla Fracci, Luciana Savignano e Jorge Donne, ma ho amato soprattutto le creazioni dei maestri della modern dance come Merce Cunningham, Lucinda Childs, Carolyn Carlson, i nuovi coreografi francesi e quelli canadesi, le danze orientali e il butho di Kazu Ono, ma soprattutto ho amato Pina Bausch, come tanti della mia generazione. Al liceo impazzii per il film Saranno famosi e da grande sognavo di fare il ballerino, passando le estati attaccato al televisore per le maratone di danza di Vittoria Ottolenghi. Ho seguito il lavoro dei coreografi italiani emersi negli anni Ottanta, dai Sosta Palmizi a Parco Butterfly, da Enzo Cosimi a Susanna Beltrami, e ho contribuito a far emergere la generazione degli anni Novanta. Ringrazio la ministra Bernini per la fiducia accordatami e confido di contribuire a promuove ancor più la nostra prestigiosa accademia nazionale, impegnandoci a formare danzatrici e danzatori, coreografe e coreografi con solide basi tecniche e sensibilità al passo con i tempi, e dare il nostro contributo a diffondere la passione per la danza ovunque”, dichiara Calbi. “Abbiamo già messo in cantiere un convegno internazionale per fare il punto sulla danza: formazione, produzione, distruzione, il pubblico, la relazione con le altre arti e con i nuovi media. Realizzeremo un festival dedicato alle accademie di danza tutto il mondo, in estate nel nostro teatro en plein air, sull’Aventino, in uno dei luoghi più belli di Roma. Porteremo la danza dei nostri allievi e dei nostri docenti ovunque, per strade e nei musei, nelle chiese e nelle metropolitane, nei siti archeologici e nelle università”.
“L’Accademia Nazionale di Danza è una delle eccellenze della formazione AFAM – precisa il Ministro Anna Maria Bernini – e oggi l’AFAM è a tutti gli effetti un corso universitario, per piani di studio e articolazione dell’offerta, oltre che per il livello e gli obiettivi che si pone. L’Italia è per storia l’officina creativa più vivace e originale nella storia della cultura occidentale. Anche nell’ambito della danza abbiamo dato contributi d’eccellenza e possiamo continuare a dare ancora di più. Formare danzatrici e danzatori, performer del corpo e coreografi al passo con i nostri tempi, è una sfida che avvince e entusiasma. La scelta di una personalità capace e di lunga esperienza nel mondo dello spettacolo come Antonio Calbi va in questa direzione. Sono certa che Calbi, con le capacità che gli riconosciamo e la passione che lo anima in ogni nuova avventura saprà dare un contributo di alto profilo all’ulteriore sviluppo dell’accademia fondata dalla danzatrice e coreografa Jia Ruskaja nel 1940”.
“Sono onorata e contenta di avere al mio fianco una personalità di così grande spessore ed esperienza” – afferma Anna Maria Galeotti, direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza – “si tratta di una nomina importante per la nostra Istituzione che garantisce prestigio e contribuisce a quella svolta di paradigma necessaria. Lavorare insieme a una figura di alto profilo è garanzia di ulteriore qualità e stimola maggiormente un ampliamento dei nostri orizzonti e dei nostri obiettivi”.