Nardella, come del resto il suo capo Renzi, il galateo l'ha appeso nell'educandato dei padri salesiani, oltre che al Conservatorio di Firenze dove il diploma in violino gli avrebbe dovuto consigliare un pizzico di rispetto verso una delle glorie della direzione d'orchestra che da trent'anni ha scelto di lavorare e vivere a Firenze: Zubin Mehta. Trent'anni sono una vita. Certamente. E, dopo trent'anni si può anche dare una svolta alla vita. Meglio se lo decide il diretto interessato e non altri per lui. E poi ricevere il 'benservito' in maniera così incivile da un 'sindachetto' - come direbbe il governatore De Luca - è troppo.
Il 'sindachetto' fiorentino ha accompagnato Mehta a Napoli per l'Inaugurazione del Teatro San Carlo, alla presenza di Mattarella. Come fa un sindaco normale che, esportando un prodotto comunale all'estero - da Firenze a Napoli- lo scorta. E, infatti, quando De Magistris ha fatto balenare l'idea che sarebbe stato felice di avere a Napoli Zubin Mehta con un incarico syabile, Nardella sembra gli abbia detto: " tu sei scemo, Mehta è di Firenze, il suo incarico finirà nel 2017, poi si vedrà". Insomma in trasferta il sindachetto è sembrato volersi tenere stretto Mehta a Firenze, difendendolo dall'assalto di De Magistris; una volta tornato a Firenze, ha usato con Mehta lo stesso trucco che Renzi usò con Letta.
Non sono trascorsi neppure otto giorni e il sindachetto lo licenzia, contro la volontà dell'interessato, e d'accordo con il sovrintendente dell'Opera di Firenze, Francesco Bianchi, anch'egli della corte renziana, il quale ha dichiarato - da quanto è dato leggere oggi sul 'Corriere della Sera', a firma Valerio Cappelli - che si è chiusa un'epoca ed ora c'è bisogno di sangue giovane, non ricordiamo se abbia deto testualmente ha detto 'carne giovane, con una espressione più tipica dello 'slang' renziano. Al suo posto è stato già nominato Fabio Luisi che comunque arriverà stabilmente a Firenze, dopo che avrà concluso il suo contratto con il Metropolitan, nel 2017. Dunque dal 2018 - solo i tempi delle scelte sono giusti, in questo fattaccio fiorentino - Firenze perde definitivamente Mehta, se non lo perderà quasi subito il direttore che ha ragione a sentirsi offeso e trattato nel peggiore dei modi.
Nulla contro Fabio Luisi, mentre molto ci sarebbe da dire sia di Bianchi che di Nardella, soprattutto per il loro comportamento inqualificabile.
Perchè non si può costringere un direttore come Mehta a dichiarare: io non voglio andare via da Firenze, perché devo? Nardella, il sindachetto, avrebbe fatto notare che ancora nel 2017 Zubin Mehta ha in contratto la direzione di un'opera ( forse l'inaugurazione del Maggio) aggiungendo che Mehta può dirigere quando vuole a Firenze e che potrebbe formularsi per lui un incarico come 'direttore principale emerito a vita', della stessa fatta di quello inventato a Roma per Muti: 'direttore onorario a vita'- l'uno e l'altro che che hanno il sapore della beffa, ma forse anche dell' insulto.
Se a loro discolpa Bianchi - che è a capo di uno dei teatri economicamente più disastrati d'Italia, assieme a quello di Bologna - e Nardella - al quale si rimprovera l'ipocrisia di quella manfrina napoletana- hanno qualcosa da dire lo dicano per non essere giudicati in base al loro gesto inqualificabile ed incivile. Ci dicano se Mehta costava troppo per un teatro disastrato; se non andava più d'accordo con l'Orchestra; se non partecipava alle scelte artistiche del teatro; e stava poco tempo a Firenze, in rapporto ai suoi compensi. Questi ragioni vorremmo sentire, e non quelle anagrafiche; pur convenendo che trent'anni, o giù di lì, in uno stesso incarico sono tanti anche per un direttore. Perchè allora non lo sono per un sovrintendente, o per un politico?
Si può infine impedire a Mehta di essere presente con il sindachetto ed il sovrintendente nel momento in cui viene data comunicazione ufficiale all'orchetsra?
Si precisa che Luisi sarà da gennaio già al lavoro a Firenze perchè assumerà l'incarico di 'direttore musicale' e di direttore artistico consigliere del sovrintendete.
E Napoli spera nell'arrivo di Mahta.
Nessun commento:
Posta un commento