Non si dica che in Parlamento siedono persone che se la prendono comoda. Basta lanciare un allarme, o un semplice segnale, per far muovere tutti insieme e a velocità supersonica. E del resto l'età media dei parlamentari s'è abbassata di molto negli ultimi anni, per l'affacciarsi di nuovi movimenti e l'agilità e la velocità nei movimenti e nelle decisioni, è aumentata.
Come nel caso dell'appello a non creare assembramenti, per proteggersi dal terrorismo che potrebbe colpire in ogni momento e senza preavviso anche il nostro Parlamento. Il Parlamento s'è subito adeguato. In una delle ultime sedute nelle quali si discuteva della riforma della Pubblica amministrazione, nell'ambito delle riforme istituzionali e secondo i progetti di 'madonna' Madia, per effetto di tale appello del Governo, d'accordo con il presidente della Camera e i Capigruppo, e in nome di una convenuta rotazione dei presenti, si sono presentati in sette in aula. E così faranno anche nelle prossime sedute plenarie, sette per volta, nel caso a qualche pazzo venisse in mente di attentare al Parlamento.
Ma il Parlamento lavora, non è che se ne sta in vacanza quando non va in aula. Niente cattivi pensieri o giudizi sommari.
Infatti, è da oltre un anno e mezzo che si interroga su quali personalità, al disopra delle parti, nominare come giudici costituzionali: ne mancano tre su poco più di una decina. La loro nomina è di importanza capitale, perchè alla Consulta tocca esprimere pareri autorevoli che hanno incidenza sulla vita della nazione.
I partiti, attraverso i loro rappresentanti, stanno prendendo in esame le varie candidature, passando al microscopio le vite dei medesimi per riscontarvi che non vi sia neanche una macchia a sporcare la loro vita specchiata. Ed ancora l'esame non è terminato.
Le male lingue vanno accusando che il ritardo nella nomina - ben 29 votazioni sono andate a vuoto, e la Consulta è senza quei giudici da oltre un anno e mezzo - è da addebitare al diverso orientamento che i candidati alla Consulta avrebbero sulla riforma riguardante la legge elettorale, il cosiddetto Italicum, dalla quale dipende la esistenza stessa di alcuni partiti e la elezione diretta dei parlamentari, affidata secondo l'Italicum, in parte alle segreterie dei partiti. Ma solo le male lingue la pensano così. Ma sono male lingue.
Lasciamoli lavorare i nostri Parlamentari che le scelte le fanno secondo coscienza e dopo attenta, approfondita riflessione. Se è anche lunga, non importa.
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