Finalmente ha avuto luogo. lunedì 14, l'atteso Consiglio di amministrazione della Scala, quello nel quale Pereira sarebbe stato fatto oggetto di numerose accuse, dalle quali avrebbe dovuto difendersi, compresa quella della disaffezione di tanti artisti dal teatro milanese, con conseguenti defezioni, da quando lui è arrivato al vertice, al posto di Lissner. Pereira ha fatto notare, e dunque è stato assolto, che tali defezioni si riferivano al periodo ed ai titoli in cartellone, sotto la doppia gestione Lissner-Pereira e che dunque l'affidabilità del teatro non è compromessa.
Pereira ha dichiarato, inoltre, per rassicurare e scornare quanti lo volevano sotto accusa, che nessun titolo si cancella dalla stagione del teatro, che la Bartoli tornerà a cantare dopo che aveva disertato il teatro per problemi di salute, e che della novità di Kurtag, commissionata da tempo al musicista, ancora dal Festival di Salisburgo, e che è in programma alla Scala, nulla ancora è definito perché l'opera non è terminata. Quando in gennaio lo sarà, si potrà parlare degli interpreti e dell'allestimento. Comunque c'è tempo visto che è programmata per il prossimo novembre.
Insomma Pereira s'è ben difeso alla faccia di chi lo avrebbe voluto già in qualche modo sfiduciato. Anche sul fronte dei conti del teatro Pereira ha annunciato l'arrivo di nuovi sponsor e di altre entrate. Naturalmente i giornali, diffidenti - se lo fossero sempre, e non solo con il bersagliato del momento! - hanno scritto che una cosa è annunciare l'arrivo di nuovi sponsor o soci, altra vedere i soldi versati nelle casse del teatro. Ma ciò vale per tutti.
Sempre alla Scala, il direttore del corpo di ballo uscente, in partenza per Mosca, dove assumerà la responsabilità del ballo al Bolshoi, ha denunciato il progressivo invecchiamento dei nostri ballerini e la loro conseguente permanenza nei corpi di ballo, con grave danno sia per il ballo in sé, sia nei confronti dei giovani che per ragioni di organico, finchè i vecchi non schiodano, non vi possono entrare - e nel ballo della Scala ci sono giovani di grande talento e valore che però hanno contratti a tempo determinato e temporanei.
Le leggi sul progressivo procrastinamento dell'uscita dal mondo del lavoro sono deleterie e controproducenti per i ballerini- il limite del 45 anni, ora è stato portato a 46 - ma questo il governo di Renzi o l'INPS di Boeri non lo sanno e nessuno glielo dice.
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