Che quella di Renzi e Francechini nell'arena di risonanza mondiale del Colosseo, sia una 'vittoria di Pirro' non è difficile capirlo. In tempi di vacche grasse ogni agitazione terminava con qualche mancia agli scioperanti; in tempi di vacche magre neanche più le mance sono elargite.
Dunque occorre riformare. E Renzi, dopo promesse, ha riformato, inserendo i beni culturali fra i servizi essenziali, per i quali occorrono particolari circostanze nell'esercizio del diritto di sciopero, e soprattutto non possono più pochi scioperanti tenere in scacco tutti i lavoratori di un certo settore ( il che dovrebbe valere come regola ovunque!!!!!) Devono essere in congrua quantità, almeno il 51% ci pare di capire. Giusto, giustissimo. Ma con ciò non è detto che nel settore dei beni culturali non si possa più scioperare.
Il Colosseo ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sorprendente. Il Colosseo, ogni anno, ha 6 milioni circa di visitatori, con introiti per 50 milioni di Euro circa. I custodi che ogni giorno accolgono dai tre ai seimila visitatori sono distribuiti in tre turni e sono complessivamente meno di trenta, e meno di dieci per ogni turno, come abbiamo appreso dai giornali di oggi. Chi non capisce che sono insufficiente per accudire una marea umana giornaliera?
Perciò per le tre ore di assemblea annunciate da prima le possibili soluzioni erano almeno tre: spostare l'assemblea in altro orario; sostituire con altri custodi coloro i quali erano riuniti in assemblea; e, ancor più e meglio di ogni altra soluzione, in attesa di soluzione definitiva dei problemi sul tappeto, venire a discutere con loro, giorni prima, sulle ragioni dell'assemblea onde evitarla o farla rientrare.
Lo ha detto anche il nuovo direttore di Brera, un canadese che ha detto che molte volte queste vertenze si possono risolvere senza danni per il pubblico.Tirare troppo la corda è stato l'errore del ministero di Franceschini o di chi per lui. Perchè i custodi INSUFFICIENTI reclamavano il pagamento degli straordinari, necessari, a causa dell'organico ridotto all'osso. Dopo la brutta figura, voluta anche dal ministero per usare la mano forte, la faccenda alla base dell'agitazione sembra essere stata risolta.
E' intervenuto anche Della Valle che per il restauro del Colosseo ha dato 20 milioni di Euro, affermando che non si può restaurare un monumento fra i più visitati e poi non dotarlo di un numero congruo di custodi per un servizio efficiente.
Insomma Franceschini, o chi per lui, ha usato le cattive maniere, per giustificare l'assunzione di una decisione forte, ma nello stesso tempo è venuto incontro alle giuste richieste degli scioperanti. Non poteva farlo prima, lui ed anche Marino e la Marinelli e tutta la compagnia?
Altra storia quella dell'Opera di Roma, il cui attuale sovrintendente, in un suo intervento sul 'Messaggero' di oggi, avanza l'idea che la sua strategia dell'esternalizzazione, quella per la quale gli ha riso in faccia tutto il mondo musicale, è stata la strategia che ha portato il teatro alla normalità. Il teatro alla normalità l'ha portato il dialogo con i lavoratori del teatro, e la cancellazione di assurdi privilegi che neanche il Ministero ha voluto cancellare prima ed in tempo, mentre avrebbe potuto farlo visto che i soldi sono pubblici per il timore di perdere voti. Dunque alla pace sindacale all'Opera di Roma si è giunti con la marcia indietro di Fuortes che ora viene a vantarsi della strategia adottata, per la quale gli unici alleati furono quella coppia di suoi fans, perchè incompetenti, di Franceschini e Marino. Ancora loro? Dovremmo metterci anche Nastasi, la vecchia volpe artefice di tante malefatte al ministero; ma ora Renzi l'ha premiato portandolo a Palazzo Chigi.
E poi il Fuortes che canta ogni volta vittoria prima ancora di aver debellato il nemico, non dice ad esempio che tutte le recite della nuova opera di Adams di questi giorni sono state disertate dal pubblico. La cosa non ci rende ovviamente felici; ma come dice dei trionfi a Caracalla, trionfi fallocchi calcolatrice alla mano, deve anche dire delle semi sconfitte al Costanzi quando ci sono. Senza incolpare la stampa che lo segue e lo osanna da sempre, e non gli fa mai le pulci - intendiamo a Fuortes - quando racconta storie non del tutto vere. Vedremo anche con la prossima stagione per la quale ha dovuto assoldare non uno ma ben due direttori artistici.
E, infine, senza voler fare in conti in tasca a Fuortes. lo stiamo aspettando alla fine dell'anno, quando non avendo più il doppio incarico all'Opera e all'Auditorium, chiederà al consiglio di amministrazione di portare il suo compenso dai 170.000 Euro circa, in un colpo solo, a 240.000, qual era quello che, sommando i due incarichi, ha percepito anche per il 2015, fingendo di fare uno sconto all'Opera in difficoltà. Se volete un bravo manager come me, sembra dire, non chiedetegli sacrifici. Pagatelo bene!
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