Nel precedente post, a firma Maurizio Roi, sovrintendente del Nuovo Carlo Felice di Genova, nel quale si puntualizza l'assurdità dei nuovi criteri usati da quest'anno per l'attribuzione del FUS, affidati ad un algoritmo, si dice anche che da anni il mondo dello spettacolo si attendeva dei cambiamenti e che ora che sono arrivati hanno scontentato quasi tutti. Per una ragione molto semplice. In un baleno sono scoparsi dalla lista dei soggetti finanziati oltre centocinquanta istituzioni, facendone restare solo 15 , fra le associazioni concertistiche in Italia; il discorso vale anche per i festival e tutti gli altri settori. L'esclusione più clamorosa è senz'altro quella del CEMAT che lavora da molti anni per la diffusione della musica contemporanea, compiendo azione unica e meritoria, e che quest'anno sarebbe stata esclusa del tutto dal finanziamento pubblico. Diciamo 'sarebbe' - il condizionale vale per tutti i soggetti - perchè è nato un movimento nel quale sono presenti importanti esponenti del mondo dell'arte italiano che ha già chiesto al ministro, ed ha presentato interrogazioni parlamentari per la revisione operato da quell'Attila a tutti noto che risponde al nome di Salvo Nastasi. Sì, un vero barbaro che in un sol anno ad alcuni soggetti ha decurtato il finanziamento, magari del 15% , non parliamo di quelli esclusi che sono la maggioranza, ad altri lo ha aumentato del 150%- sì ci sono anche casi simili, senza che dell'uno come dell'altro cambiamento se ne capiscano le ragioni, le quali poi sono del tutto assenti nella giustificazione dell'esercito di esclusi.
Senonché nella sua denuncia, Maurizio Roi - che invoca anch' egli un cambio urgente di rotta per non arrivare al 31 dicembre, quando si devono presentare i progetti per il prossimo anno con relativi preventivi ( in base ai quali si fanno le attribuzioni di finanziamento: altra anomalia, scrive Maurizio Roi), nella medesima anacronistica situazione di oggi - scrive anche che la nuova disciplina ministeriale sarebbe stata concordata da Nastasi con l'AGIS, presieduta da Fontana.
Ora noi ci RIFIUTIAMO di pensare che Carlo Fontana , che questo mondo lo conosce bene, possa aver avallato od anche semplicemente consigliato a Nastasi l'adozione dell'algoritmo - garanzia di oggettività, secondo il ministero - nell'assegnazione dei finanziamenti alle istituzioni musicali (vale anche per gli altri settori dello spettacolo dal vivo). Se così è stato, Carlo Fontana, ora presidente AGIS, non è più quello che consociamo e abbiamo stimato.
P.S. A ben pensarci, da qualche tempo, forse anche prima dell'arrivo di Fontana, non sentiamo più parlare dell'AGIS. E non sentiamo più parlare l'AGIS. S'è normalizzata?
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