All'Accademia di Santa Cecilia, quest'anno, nelle due consuete stagioni, sinfonica e cameristica, è presente una 'sfilza'. secondo l'aulico linguaggio della dirigenza, di pianisti e di artisti e di direttori. Una novità rispetto agli anni trascorsi? No, la solita routine di lusso, e 'Sfilza' - per dirla anche noi nel linguaggio aulico accademico -nella quale comunque manca per la prima volta, dopo tante stagioni, Pollini. Non voleva entrare nella 'sfilza'?
Nessuna novità di rilievo presente nelle salatissime pagine 'Eventi' comparse come sempre - anche qui nessun novità - sui due maggiori quotidiani italiani ( Corriere e Repubblica, prima la seconda e poi il primo), e prima ancora sul Domenicale del Sole 24 Ore, oltre il panegirico disinteressato dell'attività dell'Accademia e dei suoi nuovi reggitori. Tutto nella norma.
Tutto normale dunque, mentre altrettanto normale a noi, non è parsa la designazione di Luca Francesconi, compositore ed accademico, a testimonial della stagione, per decisione convinta - come altrimenti - dei dirigenti dell'Accademia. Per quale ragione? Perchè scrive un brano, su testo di Mandela, per commissione dell'Accademia, che precederà l'esecuzione della 'Nona' di Beethoven nella serata inaugurale di stagione, e anticiperà il contenuto del cosiddetto Inno alla Gioia - fratellanza, pace: più o meno così - con testo del leader sudafricano, cantato nella sua lingua.
Bene, per questo suo prologo alla 'Nona' di Beethoven ed alla stagione ceciliana, l'Accademia lo avrebbe scelto per parlare anche di Pappano - Pappano di qui e Pappano di là - dell'Accademia e dei suoi attuali reggitori. E di Pappano Francesconi, ligio agli ordini, parla ed elogia la presenza sul podio ceciliano, proprio quando gli si sta lanciando contro, dalla stessa dirigenza dell'Accademia, un siluro per colpirlo alle spalle.
Da prima dell'estate vanno dicendo, e nella pagine 'Eventi' lo si ribadisce come 'priorità!, che è indispensabile procedere alla nomina del direttore ospite principale dell'orchestra - che sicuramente sarà Juraj Valcuha, che il nuovo sovrintendente s'è portato dietro da Torino dall'Orchestra sinfonica Rai, da dove proviene - perchè Pappano non può assolvere a tutti gli impegni in Accademia a causa della sua contemporanea permanenza a Londra. In parole povere i nuovi dirigenti sosterrebbero che l'Orchestra dell'Accademia deve rinunciare a molti impegni fuori Roma, perchè Pappano starebbe poco a Roma, rispetto a tutti gli inviti di tournée all'estero. Noi non consociamo un altro direttore che dedichi tanto tempo, unito a passione, alla sua orchestra romana che con lui ha ripreso a fare dischi e tournée.
Non sappiamo come l'abbia presa Pappano; ma sappiamo per certo che l'Accademia trarrebbe vantaggio dalla presenza di un direttore ospite principale soltanto se questi fosse uno di pari grado ed appeal, se non superiore, di Pappano; non il contrario. Ora, senza nulla togliere a Valcuha, che sembra fare una bella carriera, l'ipotetica soluzione che stiamo avanzando, siamo sicuri non porterà nuovi inviti per l'Orchestra dell'Accademia. Potremmo osare, tanto ne siamo convinti, una scommessa, sicuri di vincerla.
L'unica novità che apprendiamo da una sola delle pagine 'Eventi' - ci pare quella del 'Corriere' - è che prossimamente Santa Cecilia metterà in campo accanto alle orchestre giovanili ed al coro di voci bianche anche un coro di adulti. Ottima decisione!
Mentre, seppure annunciata trionfalmente e in coro, la presenza di una 'speciale' stagione di musica sacra in concomitanza del Giubileo, nulla ancora se ne sa, oltre qualche concertino di nessun valore in qualche chiesa per speciali occasioni. Sì in stagione c'è 'La creazione' di Haydn, ma anche Haydn con tutta la sua 'Creazione' non fa un stagione.
E neanche una riga, una sola riga, nella decina di pagine fra tutti i giornali pagati, sulla inutile, quanto dannosa programmazione di tutte le sinfonie di Beethoven in quattro/cinque concerti. Un inutile spreco. Ed anche questo, invece, osannato dai 'disinteressati' cantori 'cartacei' dell'Accademia.
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