L'INPS di Boeri ha reso noto un dato abbastanza curioso ma anche inquietante e cioè che i sindacalisti, specie quelli del pubblico impiego, che altro non sono che dipendenti pubblici distaccati al sindacato, sono fra quelli che, andando in pensione, percepiscono pensioni molto più alte dei dipendenti pubblici alle cui categorie appartenevano prima di avere il permesso sindacale.
Finora si conoscevano casi di malcostume, come quello del 'buffalo bill' della CISL, Bonanni, che percepisce, da poco pensionato, una pensione vicinissima al massimo consentito dalla legge per i lavoratori in attività, e cioè 240.000 Euro. Insomma il 'buffalo bill' in salsa sindacale, prende ogni mese 20.000 Euro circa lordi, in difesa dei lavoratori in attività e pensionati , ai quali tutti dà l'esempio di dove si può arrivare, anche non facendo moltissimo, come del resto è accaduto a lui.
I diretti interessati si sono così giustificati - quando la pezza è peggiore del buco - noi, abbandonando i nostri posti di lavoro e dedicandoci al sindacato, RINUNCIAMO alla carriera economica che avremmo senza dubbio avuto. Dal che si deduce che i sindacalisti sono a digiuno di ciò che accade ai dipendenti pubblici in merito alla loro carriera economica. Noi che dipendenti pubblici della scuola siamo stati per quarant'anni, possiamo attestare che da quando è venuto l'Euro negli ultimi quindici anni di sevizio, abbiamo avuto sempre il medesimo stipendio, il che dimostra a quale carriera e progressione economica i poveri sindacalisti abbiano dovuto rinunciare, dedicandosi a rincuorare, ben pagati, i poveri lavoratori.
La ministra Giannini - che con la Gelmini fa rima e non solo la rima - i professori che vengono a giorni immessi in ruolo, ma solo se prendono armi e bagagli e si trasferiscono a 4-500 km. di distanza - li invita a non esser lagnosi. Si trasferiscano, che sarà mai, in cambio avranno il il 'posto stabile'. Certo ha ragione la Giannini, però ha mai pensato che se ora riescono a tirare avanti lavorando, da precari, e dove magari lavora anche il/la loro/a compagno/a, se ne hanno uno/a, e dove hanno una casa che hanno appena acquistato con mutuo, e magari hanno anche un/a figlio/a, se si trasferissero sarebbero costretti alla fame, con uno stipendio di 1.300,00 Euro? No, la Giannini non si è posta questo problema, quando ha affidato ad un computer intelligentissimo come Lei, ma come Lei assolutamente fuori dalla realtà, come fanno questi poveri cristi a trasferirsi, in taluni casi, se due, sbattuti in due diverse sedi, distantissime l'una dall'altra? E per di più dovendo decidere in una settimana circa, giacchè i loro desiderata espressi nella domanda di stabilizzazione, il computer non ha preso in considerazione?
Qualcuno, più avveduto della ministra, ha avanzato l'ipotesi, già valida in altri settori ( militari, ad esempio) di dare ai dannati dei trasferimenti una indennità per una prima immediata sistemazione.
Comunque sono tantissimi e non da oggi, i professori, nei vari ordini di scuola, che viaggiano, fra questi gli insegnanti di Conservatorio che, nella stragrande maggioranza, insegnano in Conservatori lontani dal loro domicilio. Solo perchè tutti gli intelligentissimi ministri ed i cervelli elettronici con loro, non si sono mai proposti di rivedere gli incarichi e far sì che, con un movimento complessivo, si avvicinassero le sedi di lavoro a quelle di domicilio. Troppo poco intelligente per gli intelligentissimi ministri. Ve la immaginate quel genio della Gelmini alle prese con queste cosucce? e non è che la Giannini sia da meno. L'unico vantaggio dei professori di Conservatorio, rispetto a tutti gli altri, è che il loro orario di servizio viene solitamente espletato di due giornate, il che permette loro di tornare a casa. Senza contare quanto questo trasferimento settimanale viene loro a costare. (L'avevano capito anche i miei figli quando mi chiedevano se lo Stato mi pagava il viaggio e una notte di permanenza nella città, dove noi, abitando a Roma, insegnavamo, e cioè L'Aquila. Poveri ragazzi innocenti)
Alla fin fine il secondo o terzo lavoro che abbiamo sempre svolto, quello del giornalista, serviva a anche a pagare i trasferimenti settimanali, che noi non abbiamo mai saltato, in quarant'anni, salvo qualche rarissimo caso di forza maggiore, che può toccare anche i più ligi e virtuosi, come noi ci vantavano di essere, nel comportamento di dipendente pubblico, a contatto con i giovani.
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