Dimostra soddisfazione sulle nomine dei nuovi vertici della Rai, la sua Rai, il premier Renzi: un vertice fatto di ottimi professionisti, un bel CDA.
Ma che gente frequenta Renzi, quando va a Pontassieve? Il bar della briscola, dove gli raccontano i grandi professionisti di oggi?
Noi non siamo mai stati d'accordo con Angelo Guglielmi - ma lui è campato bene ugualmente - anche quando era direttore di Rai Tre, i cui programmo sono gli unici che ancora reggono nella disastrata rete, un tempo sua, ed ora di Vianello che non ha azzeccato un programma, ma che resta lì, sebbene da dicembre scorso si vociferava della sua immediata sostituzione per non portare i libri 'dell'audience' in tribunale, per fallimento.
In una intervista su 'Repubblica', l'ex direttore boccia i vertici della nuova Rai, nei quali non vede una sola personalità con una statura degna della impresa culturale più importante d' Italia. Ed anche su quello che dice di Freccero, purtroppo, dobbiamo concordare con lui: bravo a chiacchiere meno bravo a fatti. Ma di Gugliemi però...
non ci è mai piaciuto l'aria un pò spocchiosa da intellettuale chic, il quale , assolutamente analfabeta in fatto di musica, sosteneva, senza alcuna eccezione, che la musica non era fatta per il piccolo schermo, per il quale andava studiata una formula particolare. E invece, vi raccontiamo come talvolta i fatti siano diversi dalle parole.
All'epoca incontrammo Tantillo, suo braccio destro, per proporgli un progetto di 'muscia & immagini' che Tantillo trovò interessante, al quale avrebbero collaborato - d'accordo con una casa di produzione che aveva già sondato il terreno- importanti firme della cinematografia e animazione internazionali.
Non se ne fece nulla perchè come al solito se una persona, benchè conosciuta nell'ambiente musicale( dirigevamo all'epoca la più importante rivista di musica, Piano Time che poi ebbe con Rai Tre importanti continue collaborazioni), arriva senza credenziali partitiche - anche Guglielmi aveva il suo partito di riferimento, inutile negarlo - non succedeva alcunchè. Ma a distanza di qualche mese, nella successiva manifestazione tv mercato a Cannes, Rai Tre acquistò un prodotto molto simile, autore un disegnatore polacco dal nome impronunciabile. Così andarono le cose.
Anche il nostro progetto assai seguito di 'All'Opera!' su Rai Uno, con Lubrano narratore, dopo sei edizioni l'hanno chiuso perchè non fotteva niente a nessuno nè qualcuno avrebbe potuto infilarci qualche suo scagnozzo, come però un direttore generale dell'epoca ebbe a fare -l'unico caso- a vantaggio di una regista Rai in pensione per raggiunti limiti di età, a lui evidentemente cara, ma di cui per sua fortuna non ricordiamo il nome (del direttore generale sì che lo ricordiamo il nome).
Ai direttori che si sono succeduti in questi anni, abbiamo inutilmente chiesto di riprendere quella bella seguitissima trasmissione, nessuno l'ha fatto, mentre tutti, per dimostrare quanto erano capaci di fare nuove trasmissioni ne hanno introdotte alcune che hanno poi dovuto immediatamente chiudere per gli alti costi ed i bassi ascolti, fino a quelle di questa stagione estiva di cui i giornali hanno scritto.
Il discorso sui nuovi vertici ci ha fatto divagare al punto che ci siamo incartati su pensieri cattivi nei quali ci imbattiamo ogni volta che pensiamo a quella nostra trasmissione dedicata al melodramma, mentre ora tutta la musica è nelle mani, assieme a teatro e cinema , di quel grand'uomo che è Marzullo che nessuno riesce a mandare fuori dalle balle.
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