Leggevamo qualche giorno fa del problema sorto con l'attuale segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, che proviene dal Senato, dal quale tuttora dipende, distaccato alla Presidenza del Consiglio. Il problema nasceva nella impossibilità da parte della Presidenza del Consiglio di adeguare il suo compenso a quello consentito in Italia per i vertici di qualunque istituzione pubblica, e cioè 240.000 Euro. Uno stipendio da fame, appena bastante per mantenere una famiglia di quattro persone che vive in due camere e cucina.
Aquilanti non può avere quello stipendio. Essendo egli in pianta al Senato, benche distaccato presso altra amministrazione, il suo stipendio lo stabilisce il Senato, ed è di 427.000 Euro.
Il quale Senato, che avalla anche le leggi che mettono le mani nelle tasche dei cittadini - l'ultimo furto sventato pare fosse stato ipotizzato da Cottarelli, il quale aveva proposto di abbassare le pensioni oltre i 2.000 Euro, considerate troppo alte - quando s'è trattato di mettere in atto la direttiva del Governo relativa all'abbassamento degli stipendi massimi a 240.000 Euro - che è poi lo stipendio del Presidente della Repubblica Italiana, che è a sua volta superiore a quello di Barak Obama - ha messo le mani avanti: non si può fare. Sia Grasso che la Boldrini hanno fatto di tutto, almeno a parole, perchè dalle due Camere arrivasse al paese un segnale positivo, ma nulla da fare, perchè quegli stipendi non si possono toccare. Può ritoccarli solo il Senato medesimo che - direte voi - non se li abbassa neanche a schioppettate nella schiena.
L'attuale segretario generale del Senato, la bionda signora con il boccolo che le pende sulla guancia destra, Elisabetta Serafin, ha uno stipendio di 427.000 Euro, con un incremento annuo del 2%.
Alla Camera dei Deputati le cose non stanno diversamente. Lucia Pagano, da pochi mesi segretario generale, ha uno stipendio di 479.000 Euro.
E il segretario generale della Presidenza della Repubblica, provenienza Camera dei Deputati, e cioè Ugo Zampetti, che la stessa Presidenza s'è subito sbracciata a dire che alla Presidenza della Repubblica non costa nulla perchè lui ha rinunciato allo stipendio - lo credo bene! - guadagna in virtù del suo precedente incarico, dal quale, se non andiamo errati è in pensione, il doppio di quel che potrebbe guadagnare se fosse stipendiato dalla Presidenza. Guadagna cioè 478.000 Euro (che sarebbe, salvo una nostra clamorosa svista, la sua pensione).
Il Parlamento e il Senato per non turbare le notti dei loro più alti dirigenti, a cominciare dai segretari generali, ha stabilito, dopo infinite proteste, che l'adeguamento ai 240.000 Euro partirà solo dal 2018. Perchè? Sarebbe bene domandarlo a Grasso e Boldrini.
Perchè prevedendo lo stipendio da fame di 240.000 Euro, devo pensarci in tempo a cambiar casa e ad adeguare il loro tenore di vita.
E intanto in questi tre anni, questi quattro ladroni di Stato, e non solo loro, intascano ciascuno quasi 800.000 di Euro in più, che tradotti in lire fanno quasi un miliardo e mezzo di lire ciascuno?
Non è uno scandalo se il governo fa una legge e gli organi costituzionali di più alto grado non la osservano e nessuno può dire loro nulla, perchè a decidere se osservarla o meno sono loro e nessun altro, il governo del paese su di loro non ha giurisdizione?
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