lunedì 24 agosto 2015

Pacifica invasione venezuelana di Milano. Però non facciamo loro sconti perchè sono ragazzi.

Non si tratta della sola orchestra 'Bolivar', agli ordini di Dudamel, chiamato ormai da tutti Gustavo, ad aver invaso Milano in questi giorni, dove vi resterà fino ai primi di settembre, per la Bohéme scaligera e per altri concerti. No,  a Milano c'è anche il coro annesso all'orchestra e poi ancora un'orchestra di ragazzi che si è già esibita  diretta da un tredicenne, percussionista di professione, un altro ragazzo che promette bene anche nella direzione come  del resto Dudamel e Matheuz ( a proposito quest'ultimo che fine  ha fatto?).
In tutto un migliaio circa di  ragazzi e giovani invitati a Milano, in occasione dell'EXPO, senza che a nessuno sia venuto in mente di unirvi od invitare anche la 'costola' italiana del cosiddetto 'Sistema' venezuelano, già abbastanza presente nel nostro paese. No, s'è preferita questa ostentata esibizione di gioventù e di allegria, ed anche di prestazione musicale, ad ogni altra cosa.
 Passi per la 'Bolivar' che anche noi abbiamo ascoltato tante volte a Roma, rapiti dall'entusiasmo e dalla bravura - non è tutta forma ed esteriorità, c'è anche sostanza - cresciuta di anno in anno; e passi anche per i ragazzi dell'orchestra 'minore' e del loro direttore in fasce.
Però noi stiamo parlando di musica, senza voler frenare il giusto contagioso entusiasmo di tali giovani, al quale soprattutto i giornali sembrano aver prestato attenzione.
E di musica avremmo voluto leggere sui giornali, i quali c'è sembrato fare troppi sconti alle giornate venezuelane a Milano, in un atteggiamento di imbarazzo generale. Qualche giornale se l'è presa, avendo deciso di chiudere un orecchio oltre che un occhio sull'orchestra, con Grigolo e la Agresta, facendo le pulci ad ambedue, rilevando per il primo che la sua voce non era poi a posto, e per la seconda, che stilisticamente era 'fuori'.
E tutto questo puntiglio per non toccare minimamente  giovani e ragazzi venezuelani,  riguardo ai quali l'unica cosa che è parsa importante rilevare era la nascita di un altro direttore prodigio, quel timpanista che, ora, le bacchette con le quali percuote i timpani, le usa per impartire ordini.  

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